Con le prime sagome che emergono dal laboratorio di artigianato artistico Pro Loco, inizia il “count-down” in vista della prima giornata del carnevale aquesiano in programma domenica 16 febbraio. Seppur privo di carri allegorici, l’evento voluto dal Presidente dell’Associazione Fabio Vitali presenterà elementi che nascono dalla creta nati dalle mani maestre di un gruppo di volontari seguito da chi, come Roberto Sugaroni, ne sà “una più del diavolo” di come si possono abbinare proporzioni e particolari nella lavorazione.
Seppur gli eventi luttuosi dello scorso anno di Bologna hanno indotto gli organizzatori a presentare qualcosa in tutta sicurezza, “non avremmo potuto fare a meno”, come sottolineato dallo stesso Vitali, “di una festa molto sentita nella nostra cittadina, dove grandi e piccini avranno modo di trascorrere tre giornate di divertimento. Vogliamo trasformare gli aquesiani da spettatori in attori. Coinvolgerli in una spirale di allegria e divertimento. Mettergli addosso maschere coloratissime. Invitandoli ad iscriverli ad un concorso che riserverà ambitissimi premi”.
L’Edizione 2020 trarrà ancora maggiormente le radici da quella tradizione locale in cui il Carnevale erano soli semplici riti del Giovedì grasso, strettamente legati all’ambiente contadino ed ora totalmente scomparsi. Al posto del suonatore, del pagliaccio, di un vecchio, di una vecchia, di uno sposa ed una sposa che si spostavano in podere alla ricerca di saporitissima carne di maiale, ci saranno le maschere che si svilupperanno nel centro storico. Gruppo o solitarie che nel tardo pomeriggio di Martedì Grasso cremeranno Re Carnevale.
Secondo un rito che sottrarrà gli aquesiani dalle paure ancestrali residuo di una cultura agro pastorale in cui la sopravvivenza era una continua conquista. Chi nel 1978 come il gruppo di amici de “La Squadraccia” diede inizio alla sagra della fregnaccia, non immaginava forse che si sarebbe giunti alla quarantatrreesima Edizione. Sarà una goduria assaggiarla arrotolata in compagnia di un buon bicchiere di vino.
Mentre si potrà ammirare la fantastica maschera di Saltaripe, ideata nel 1960 da Cesare Bertuzzi ed a cui i bambini nel 1986 diedero un’anima. Inventando tanto il nome quanto il caratteristico vestito. Farà sentire sicuramente aquesiani e turisti come Lui. Burlone, fregnacciaro, allegro fannullone che alza spesso il gomito. E trasforma bellezze naturali ed artistiche locali come “Pulpito del Diavolo”, “Ripe”, Torre dell’Orologio e la statua di Girolamo Fbrizio agevoli balconi. Il tutto tra musica e balli no-stop.