di Matteo Tonelli
Grave buco generazionale, sparito quasi un quarto dei giovani tra 25 e 40 anni. Situazione peggiore nel ternano.
Che fare?
Credo sia utile ritornare sull’argomento proposto da questo articolo pubblicato da OrvietoSi, che riprende e commenta i dati Istat relativi all’andamento demografico contenuti nel Rapporto Mediacom043, non solo perché delineano un quadro di grave criticità ma soprattutto perché questi dati e questo andamento ci dicono che, se non si riuscirà ad invertire la tendenza, le previsioni di andamento demografico nel medio e lungo termine si presentano drammatiche. Non a caso il tema degli andamenti demografici è stato ampiamente trattato ed analizzato nel “Bollettino sulla situazione economica e sociale dell’Area Orvietana” pubblicato nel 2019 dal Centro Studi Città di Orvieto, dove gli stessi andamenti da fonte Istat sono stati analizzati a livello locale e sono state evidenziate proprio le criticità causate dall’aumento dell’età media della popolazione residente, affrontando il tema anche in maniera previsionale sulla base delle simulazioni effettuate dall’Istat, e le simulazioni prospettano un quadro drammatico.
Come intervenire per invertire o quantomeno mitigare questa tendenza è una questione estremamente complessa che non può essere affrontata con singole azioni slegate fra loro, ma che al contrario richiede azioni strutturali e coordinate che interessino tutti i settori socio-economici del territorio.
Certamente la prima e più importante condizione perché i giovani restino sul territorio, e magari meglio ancora arrivino a stabilirsi sul territorio, è il lavoro! Sono le imprese a creare opportunità di lavoro e di conseguenza occorre per questo un sistema imprenditoriale vivace, dinamico e capace di crescere. Ma anche in questo campo il territorio presenta notevoli criticità (anche di questo tema si è occupato il “Bollettino”), prima fra tutte la spiccata frammentazione del sistema imprenditoriale composto da imprese con una media di addetti di poco superiore a tre unità e formato per più della metà da Ditte individuali, a cui si aggiungono altre criticità date da importanti carenze infrastrutturali, dalla difficoltà di accesso al credito e dal peso degli obblighi burocratici che sappiamo essere tanto maggiore quanto più l’impresa è piccola. Abbiamo certamente nel nostro territorio Imprese strutturate e di alto profilo ed anche alcune eccellenze, ma si tratta di poche eccezioni in un contesto di microimprese che si autoalimentano esclusivamente sul mercato locale con poche prospettive di crescita.
Quella di rivitalizzare e sviluppare il sistema complessivo delle imprese locali è una condizione essenziale per la crescita non solo demografica del territorio, è certamente una questione estremamente complessa che richiede attenzione e consapevolezza a tutti i livelli, volontà seria di fare sistema, condividere infrastrutture, know how, azioni di sviluppo mirate e percorsi formativi finalizzati. Io penso che sia necessario iniziare parlarne seriamente e con urgenza. [suggeriti]