Tesori di Orvieto nelle raccolte d’arte dei Musei Vaticani è il titolo della quarta Conferenza Isao per l’anno accademico 2019-2020. Si terrà venerdì 31 gennaio 2020, alle ore 17.30, nella sala Auditorium del Palazzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. Parlerà il dottor Umberto Utro, Curatore del Reparto di Antichità cristiane dei Musei Vaticani.
Perché Tesori? Perché si tratta davvero di cose mai viste, molte delle quali conservate nei ricchissimi depositi dei Musei Vaticani, che in questa occasione saranno eccezionalmente “aperti”, almeno per il pubblico orvietano.
“La sua esposizione – annuncia il presidente dell’Isao Raffaele D’Avanzo – prenderà avvio da alcuni rari reperti etruschi provenienti da scavi sette-ottocenteschi, tutte opere del Museo Gregoriano Etrusco. Dall’antica Velzna ci ritroveremo poi nella medievale Urbs vetus, per ammirare l’opera di un raffinato pittore del Trecento, Lello da Orvieto, di cui i Musei Vaticani custodiscono alcuni frammenti di affreschi staccati, di eccezionale qualità – come quello riprodotto nell’invito che qui si allega –, provenienti dalla chiesa romana di S. Agnese fuori le Mura e pertinenti alle raccolte d’Arte Medievale e Bizantina.
Di Lello da Urbev(etere) sappiamo che dapprima lavorò a Napoli (Duomo, S. Maria Donnaregina), chiamatovi da Ramo di Paganello, il primo responsabile artistico dei cicli pittorici e scultorei nel Duomo di Orvieto – ruolo poi ricoperto da Lorenzo Maitani –; e poi ad Anagni e a Roma, nei mosaici della facciata perduta di S. Paolo fuori le Mura e appunto in S. Agnese fuori le Mura”.
Dopo un passaggio ideale per le rinascimentali Stanze di Raffaello (ricordando il cinquecentenario della sua morte e rivedendo il Miracolo di Bolsena da poco restaurato), si proseguirà con gli ambienti della Collezione d’Arte Religiosa Moderna dei Musei Vaticani, voluta da Paolo VI, per scoprirvi un tesoro “orvietano” dimenticato: i pregevoli bozzetti che il pittore romano Cesare Fracassini (1838-1868) preparò per gli affreschi e il sipario del Teatro Mancinelli.
Le pubblicazioni che videro la luce circa 24 anni fa, a conclusione dei restauri del teatro, non li hanno citati perché non ancora editi.
Da uno di questi bozzetti per il sipario (raffigurante Belisario che libera Orvieto dai Goti) è stata ricavata l’immagine che accompagna la locandina inserito in una foto odierna del Teatro Mancinelli: il disegno preparatorio, matita e gessetto su cartone, e datato 1866, è stato da poco restaurato ed è un vero capolavoro di questo artista classicista dell’Ottocento italiano, anch’egli scomparso giovanissimo come Raffaello.