Il consiglio comunale di Orvieto, nella seduta di giovedì 23 gennaio, ha approvato a maggioranza, dopo ampio dibattito (10 favorevoli: Tardani, Sacripanti, Garbini, Olimpieri, Fontanieri, Moscetti, Casasole, Celentano, Pelliccia, Belcapo; 4 contrari: Mescolini, Croce, Giovannini, Barbabella) la delibera di recesso del Comune di Orvieto dalla qualità di Socio dell’Associazione TeMa, dando mandato al Sindaco di proporre in sede di Assemblea dei Soci dell’Associazione convocata per il 27 gennaio prossimo lo scioglimento e la messa in liquidazione dell’Associazione stessa, e di attivare presso l’autorità competente, qualora si rendesse necessario, la procedura finalizzata all’estinzione della stessa ai sensi dell’art. 27 cod. civ. e alla messa in liquidazione dell’Associazione TeMa.
Deciso l’intervento del sindaco Tardani che ha sottolineato a più riprese come l’amministrazione non voglia più buttare soldi nel buco nero di un’associazione (la Te.Ma) ormai fallita.
“Una certezza i cittadini ce l’hanno – ha detto – ovvero che questa amministrazione evita di contribuire a fare ulteriori debiti, di sperperare i soldi dei cittadini in buchi neri di associazioni fallite. Per anni abbiamo assistito a un continuo guardare indietro, evitare di risolvere i problemi.
Come quello della TeMa che avrebbe comportato responsabilità sia sul piano politico che personale. Noi questa responsabilità ce la siamo presa – ha rimarcato – e quando sento parlare di irregolarità, azioni punitive, procedure irregolari, le respingo tutte al mittente. Non c’è stata alcuna procedura irregolare o azione punitiva ma semplicemente la presa di coscienza che questo problema andava affrontato una volta per tutte perché non c’erano più le condizioni per andare avanti”.
Tardani ha fatto quindi riferimento alla relazione del Consulente commercialista, Dr. Francesco Angeli, incaricato, ad ottobre scorso, di analizzare l’indebitamento della partecipata. “Dalla relazione, come tutti sanno – ha spiegato – è emerso che la situazione di TeMa è irreversibile”. “Continuate a filosofeggiare da mesi – ha chiosato il sindaco puntando il dito contro la Minoranza – ma non avete mai proposto una soluzione. Siete stati capaci solo di dire che questa amministrazione ha agito in maniera punitiva”. “La scelta di mettere in liquidazione TeMa – ha ribadito a chiare lettere – non è rinviabile. E’ arrivato il momento di prendere atto del suo fallimento. La nostra intenzione è quella di proseguire l’esperienza del Teatro che è altra cosa dell’Associazione Tema. Dobbiamo riqualificare il nome del Mancinelli che è stato penalizzato da questa mala gestione”.
Dibattito:
Martina Mescolini (Capogruppo “Partito Democratico”): “discutiamo una delibera datata 6 novembre 2019 il che evidenzia delle irregolarità presenti in questo iter iniziato da ottobre a oggi. Nella seduta consiliare che vedeva l’approvazione di una mozione della Cons.ra Belcapo noi chiedemmo di convocare a breve un consiglio. Oggi ci troviamo a discutere quello che nei fatti è già avvenuto, in quanto non è stata approvata la stagione teatrale bloccando con essa anche i contributi previsti come quello della Fondazione CRO. Già questo evidenzia come l’Amministrazione abbia deciso di agire unilateralmente e d’imperio tanto di recedere dall’incarico di affidamento del 2018. Peraltro in violazione dell’art. 27 della convenzione laddove per recedere dalla stessa, va dato un preavviso di almeno tre mesi. L’impressione è che si stia agendo in maniera punitiva verso l’associazione, intimando addirittura la riconsegna delle chiavi (procedura anche questa tutta da verificare). Come se TeMa fosse una associazione privata, ma non lo è, visto che tre dei consiglieri del CdA sono cittadini orvietani nominati dal Consiglio Comunale, e che volontaristicamente si sono messi a disposizione della città senza percepire alcuna indennità. Negli ultimi 5 anni il CdA è riuscito a ridurre il debito di oltre 200 mila euro, eppure, nonostante questa connotazione pubblica si è considerata la TeMa come un ente privato, inadempiente. Con questa scelta si tende ad appiattire la vivacità culturale che la città ha sempre espresso. Ci chiediamo se sono state fatte tutte le valutazioni del caso, come: impugnare questo atto o chiedere al Tribunale civile i danni provocati dal fermo dell’attività che TeMa doveva portare avanti? Nessuno si è posto il problema di chi pagherà? Siamo sicuri che Erario e Banca non esigano dei pagamenti? Ci sono delle responsabilità politiche, ricordo all’attuale Sindaco che allora era Vice Sindaco, che dieci anni fa vennero postergate due rate di mutuo e il contributo del Comune ridotto al 50% cioè 175 mila euro perchè quei soldi vennero messi nel bilancio del Comune che rischiava il predissesto”.
Franco Raimondo Barbabella (“Prima gli Orvietani”): “stiamo discutendo con tristezza di una cosa che si va dipanando da tempo con una serie di caratteristiche che non sono piacevoli. La prima cosa che salta agli occhi è che c’è qualcosa di precostituito da parte di questa maggioranza. E’ chiaro che c’erano e ci sono i problemi. Non c’era bisogno di chiamare un esperto per sentircelo dire, ma come maggioranza avete deciso in maniera evidente che adesso comandate voi! Chi comanda, comanda e basta! Governare però è un’altra cosa, ed io vi avevo proposto di governare! La maggioranza non si è posta nella situazione di governare il problema, lo dimostra la confusione che c’è nelle procedure seguite, confusione che alla fine qualcosa provocherà. A partire dalla convocazione di questa assemblea dei soci che è confusa perché l’ordine del giorno recita due punti assolutamente contraddittori: la nomina dei membri del CdA e la procedura di messa in liquidazione. Mi chiedo, ci sarà un notaio? Chi verificherà il numero legale? A parte i vizi di procedura però, la maggioranza ha deciso di recedere dalla qualità di socio, qui però vi siete distratti poiché non vi siete accorti che, pur non rimanendo soci il Comune dovrà pagare comunque 60 mila euro, una spesa cioè che starà in capo al Comune e che equivale a soldi buttati. Io credo che si sta rischiando qualcosa di più: le conseguenze ci saranno e saranno molto serie! Dopo la messa in liquidazione è molto probabile che si vada al fallimento, il tribunale nominerà il curatore fallimentare, operazione che siamo certi non produrrà conseguenze serie sui soci? E se sì, la cosa non riguarda la maggioranza? Prendiamo atto che se ne assumerà tutte le responsabilità rispetto ai soci, al Comune e alla società orvietana”.
Cons. Stefano Olimpieri (“Lega – Salvini per Orvieto”): “la distinzione fra chi governa e chi comanda è interessante. Barbabella votò o no nel 1997 la convenzione? Il presidente della TeMa è andato via a giugno 2019 quando si è insediata questa Amministrazione, scappando e mettendo n difficoltà i rapporti tra CdA e Comune. Il CdA di fatto non è stato messo in condizione di interfacciarsi. Il bando è stato usato in funzione di diminuire i costi del Comune nei confronti della TeMa. Questa assise votò all’unanimità due volte per postergare le rate della TeMa che ha una storia complessa e articolata. E’ anche questo un segno di come cambiano i tempi. Abbiamo sempre detto che sarebbe bene gestire ‘in house’ alcuni asset del Comune per dare maggiore visibilità al Comune e maggiori introiti. Questa è una scelta politica non etica. Sarà il futuro a dire se era opportuna. Le minacce velate non portano da nessuna parte”.
Cons.ra Cristina Croce (Capogruppo “Siamo Orvieto”): “trovo grave il modo con cui il Consigliere Olimpieri si sia rivolto ai membri del CdA perché nessuno è scappato, anzi sono state persone che hanno fatto quanto era in loro potere e nelle loro capacità per gestire una situazione così difficile. Dei risultati ci sono stati, seppure minimi e solo apparentemente non significativi. A mio giudizio sono stati particolarmente significativi. E’ innegabile che è stata una scelta dell’Amministrazione che, per dare una dimostrazione di discontinuità, non ha voluto attendere la scadenza naturale del 2021. Tutto legittimo per carità! Resta il fatto però che oggi stiamo stigmatizzando il modo farraginoso che è stato seguito e che ha caratterizzato un iter a nostro giudizio scorretto. Volendo guardare in avanti, vorrei capire che cosa succederà da qui al prossimo periodo. Da un lato l’Amministrazione decide la revoca e dall’altra mantiene la qualifica di socio, poi propone il recesso del Comune di Orvieto da socio fino alla messa in liquidazione dell’Associazione. Quando il 27 gennaio si determinerà lo scioglimento dell’Associazione, cosa ne sarà dei 60 mila euro che il Comune dovrà pagare? Perché il Comune non ha risparmiato questi soldi? Non è polemica ma quesiti di natura tecnico-giuridica che ci danno l’impressione che certi aspetti non siano stati presi in considerazione. E ancora, come dovrà essere gestito il teatro nel prossimo periodo? Siamo a fine gennaio e ancora non sappiamo come e quando riaprirà!”.
Cons. Andrea Sacripanti (Capogruppo “Lega – Salvini per Orvieto”): “oggi ci scopriamo tutti paladini della TeMa, di un qualcosa che non è stata una bella esperienza per la città di Orvieto. Le domande del Consigliere Croce sono riconducibili al famoso bando di cui abbiamo parlato. Ovvero il Comune incappa in una situazione talmente ingarbugliata che induce tutti a porsi delle domande. Ma il percorso intrapreso da questa Amministrazione Comunale è lineare e coerente. Le date lo testimoniano. A giugno si dimette il presidente della TeMa in modo irrevocabile, nel frattempo l’Associazione è costretta a rivedere la programmazione della stagione teatrale e poi a dimettersi. Abbiamo approfondito tutto quello che c’era da approfondire. La consulenza chiesta dal Comune era per capire se c’erano le possibilità di immettere i soldi dei cittadini nella gestione del teatro affidata alla TeMa. Vorrei sapere dalla minoranza, perché mai solo oggi scopre che esistono i creditori di TeMa, che i dipendenti non prendevano lo stipendio e che ci sono creditori che non prendono un euro dalla stagione scorsa? Perché nel febbraio 2018 quando la minoranza era al governo non accolse la nostra proposta di trasformare la TeMa in azienda speciale? Nelle varie occasioni di dibattito io stesso proposi di fare un quesito all’Anac ma quella proposta non venne accolta e si procedette al bando vinto da TeMa, procedura di bando che peraltro non è apparsa corretta per una sovrapposizione di ruoli. E’ stata una decisione sofferta e sappiamo che l’ultimo CdA ha operato in maniera corretta ma non era più in grado di garantire la gestione dei debiti. Come andava risolta? Certo che si andrà ad una stagione di verifica inevitabile, ma chiudere gli occhi avrebbe solo peggiorato ulteriormente la situazione”.
Cons. Federico Giovannini (“Partito Democratico”): “chiedo di abbassare i toni nell’incolpare persone che non sono presenti e non possono difendersi. Bisogna fare chiarezza con le persone che possano dire la loro per questo arco temporale, senza scomodare la storia di circa trenta anni fa. La storia della TeMa non si può buttare al macero, perché la TeMa ha dato risposte di cultura di grande qualità. Secondo me e secondo la minoranza potevano essere date altre risposte. Il CdA in è scappati, è in piedi, nessuno lo ha sfiduciato. Le dimissioni non sono state accettate. Ad oggi il Comune è socio e corrisponde 60 mila euro. Se c’era una volontà di chiarezza anche con il CdA il Comune non poteva essere fatta la sostituzione dei membri del CdA nominati dall’Ente e puntare ad una progettualità fattiva piuttosto che azzerare l’esistente? Perché allora non provare a trovare persone competenti ad affrontare la situazione, dando loro fiducia? Perché l’Amministrazione non è entrata nella TeMa con persone valide per cercare di abbattere ancora il debito e non di aumentarlo? Ci vuole progettualità e coraggio che è mancato! Quali certezze abbiamo nella gestione ‘in house’ del teatro, soprassedendo alle professionalità maturate ed emerse in tanti anni da parte del personale del Teatro? Perché fare un salto nel buio? Una crisi non guidata in modo saggio. Il CdA si è trovato di fronte ad un fuoco nemico, privo di potere e spiazzato. Ad oggi la soluzione alternativa è piena di interrogativi e ci sono sempre più incertezze. Spero ed auspico che di qui in avanti ci sia una capacità più produttiva e coinvolgente rispetto a quanto avvenuto”.
Presidente Assemblea, Umberto Garbini (Capogruppo “Fratelli d’Italia”): “abbiamo assistito a sedute più animate quindi il clima di questa sera è ottimale per un confronto. Aggiungo che non possiamo solo parlare del futuro di TeMa senza conoscere il passato. Parlare cioè del passato di TeMa è funzionale a definire la visione e la prospettiva per dare una soluzione all’Associazione che possa ridare alla città la possibilità di progettare il futuro”.
Replica del Sindaco, Roberta Tardani: “Tra le tante incertezze che i cittadini hanno, una certezza c’è: questa Amministrazione governa i processi, affronta i problemi ed evita di continuare a buttare denaro pubblico. Il continuare a rinviare e problemi, a dare ruoli e incarichi alle persone, a rischiare e a sperperare i soldi degli orvietani appartiene alla politica di ieri. Oggi si guarda avanti e si cerca di risolvere i problemi ereditati. Respingo al mittente le insinuazioni su presunte azioni punitive, atti illegittimi, rivendico invece la presa di coscienza che questa situazione non aveva più le condizioni per continuare a svolgere il suo ruolo. Come forze di minoranza avete sentito direttamente dal consulente il quadro della situazione e, fino ad oggi non avete dato alcuna soluzione per risolverla. Avete solo filosofeggiato! Vi aggrappate alla quota associativa quando è del tutto evidente che sarà la procedura di liquidazione a valutare chi deve dare e chi deve avere. Piuttosto chiedo a voi: perché avete liquidato tutta la somma prevista a maggio 2019 senza uno straccio di contratto firmato? Avete presentato alla città la stagione teatrale senza che fosse stato firmato alcun contratto e avete pagato tutti i 175.000 euro anticipatamente senza alcuna garanzia sull’effettivo svolgimento della stagione. Di quei soldi in cassa non c’è un euro. E’ arrivato il momento di superare il chiacchiericcio sterile. Ci sono da risolvere i problemi e lo faremo. Ci sarà da assumerci delle responsabilità? Le affronteremo. E’ arrivato il momento di prendere atto di uno strumento che ha fatto tanto, che ha dato ma ha anche tolto. Ribadisco che intendiamo proseguire con l’attività del teatro e rivalutarne il nome perché le compagnie parlano di inadempienza della città di Orvieto e del Teatro, non della TeMa. Certi metodi devono essere superati se vogliamo che la città riparta. Ognuno di noi si assumerà le responsabilità rispetto alle scelte fatte”.
Dichiarazioni di voto, Mescolini: “i decreti di pignoramento e ingiuntivi sono arrivati dopo, quindi da quanto detto dal Sindaco si evince che la situazione è stata pilotata. In cinque anni ci siamo preoccupati di ridurre il debito. E ci preoccupiamo anche oggi! Siamo di fronte però ad un atto autoritario. Il presidente di TeMa aveva già annunciato di dimettersi. Il fatto di non aver approvato una stagione teatrale la cui copertura era anche garantita dal contributo della Fondazione CRO, certamente ha limitato il CdA. Ribadisco che tutto questo non è solo una scelta politica, è qualcosa di più che non guarda all’etica politica”.
Barbabella: “la replica del Sindaco è stata robusta. Io sono uno dei pochi che non sono implicati nelle vicende di TeMa. Quindi i miei sono ragionamenti su un modo di pensare il governo della città, e ribadisco che la maggioranza ha scelto una linea di comando, non di governo della città. Come ho già chiesto nel precedente Consiglio Comunale, io voglio vedere tutti gli atti che hanno portato alla formazione del debito. La natura di TeMa è quella di essere un braccio operativo del Comune. Io ho detto e scritto che è stato un grave errore fare il bando perché era una associazione controllata e partecipata del Comune. Io ho proposto qualcosa per ristrutturare il debito e per pensare ad una gestione che evitasse di creare problemi alle persone, al Comune e alla città. Se questa è la vostra politica io resto convinto che questa scelta alla fine creerà dei problemi. Voi avete le vostre responsabilità come altri. Resto convinto che se ne poteva uscire in modo molto più lineare e rischiando di meno”.
Croce: “voto contrario perché le domande da me poste non hanno trovato alcuna risposta su come affrontare il futuro immediato sia per risolvere la situazione della TeMa sia per le sorti della cultura ad Orvieto e quindi del teatro. Quanto al bando ricordo che sono state rispettate delle normative precise e sono stati assunti dei pareri tecnici”.
Sacripanti: “che si attribuiscano al Sindaco Tardani tutte le responsabilità da quando era Vice Sindaco lo trovo assurdo. Il punto vero è il bando. Trovare soluzioni bonarie che contemperassero tutte le esigenze e le posizioni avrebbe solo rinviando i problemi il che sarebbe stato dannoso. Revocando la concessione, il Comune non è più debitore della somma di 175 mila euro che potrà invece investire per gestire direttamente il teatro e garantire una stagione teatrale degna di nota. Forse non vi ricordate, ma il vero smantellamento di TeMa venne proprio quando l’ex Assessore al Bilancio dell’Amministrazione Germani mise in discussione il pagamento delle rate postergate, interpretandoli come debiti fuori bilancio. Fu proprio allora che si mise in discussione il valore di TeMa il suo patrimonio umano, professionale, culturale rappresentato dai dipendenti della TeMa, mentre noi dall’opposizione cercavamo il pronunciamento dell’Anac per trovare soluzioni alternative come la creazione di una azienda speciale interamente partecipata dal Comune, che avrebbe preservato anche il Sindaco Germani. Ma non avete sentito ragioni. Oggi siamo orgogliosi che si voti una delibera con la quale si inizia a chiudere un passato oscuro e dannoso che gli orvietani non vogliono riproporre per il futuro della città”.
(Fonte: Ufficio Stampa Comune di Orvieto)