Il Consiglio Comunale ha discusso l’interrogazione presentata dalla Cons.ra Donatella Belcapo (Capogruppo “Orvieto 19to24”) riguardante i maggiori conferimenti di rifiuti presso la discarica “Le Crete” di Orvieto, la quale ha chiesto al Sindaco e alla Giunta:
– se le maggiori tonnellate di rifiuti FORSU destinati ad Orvieto rispetto al 2019 siano destinati ad essere interamente smaltiti in discarica a differenza di quelli organici di cui solo una piccola percentuale veniva destinata ad occupare la nostra discarica dopo essere stati trattati nello stesso impianto;
– se il Sindaco è a conoscenza della destinazione degli scarti dell’impianto di Casone una volta che questo chiuderà nel secondo semestre del 2020;
– rispetto alle 20.000 tonnellate di rifiuti speciali destinati ad essere smaltiti ad Orvieto si chiede di sapere di quale tipologia di Rifiuti Speciali si tratta, se provengono solo dall’ATO 4 e se sono ricompresi anche rifiuti speciali pericolosi;
– Quali sono le motivazioni che hanno spinto il Sindaco a sostenere la Programmazione per il 2020, proposta da Auri, per il flusso dei rifiuti urbani agli impianti di trattamento, recupero e smaltimento, nelle more dell’approvazione del Piano d’Ambito;
– se il Sindaco è a conoscenza delle intenzioni della Regione Umbria e dell’Auri sulle scelte da adottare per la chiusura del ciclo dei rifiuti in Umbria;
– che tipo di investimenti la Regione Umbria e l’Auri sono intenzionati a destinare nel nostro territorio in termini di salvaguardia ambientale e di politiche di investimento e occupazionali.
Illustrando l’argomento, l’interrogante ha ricordato che “la recente decisione dell’AURI prevede per il 2020 un aumento del quantitativo massimo di conferimento presso l’impianto ‘Le Crete’ di Orvieto passando dalle 60.000 tonnellate del 2019 alle 67.000 tonnellate previste nel 2020, aumento che si rende necessario per la chiusura per lavori dell’impianto perugino di Ponte Rio”.
“Non è la prima volta – ha aggiunto – che il nostro territorio viene chiamato a farsi carico di emergenze regionali e nazionali senza però aver mai ottenuto i giusti e legittimi vantaggi, denotando una debolezza politica resa palese nella scorsa legislatura quando, autorizzando l’ultimo ampliamento del secondo calanco, la Regione non tenne minimamente conto delle indicazioni provenienti dal Consiglio Comunale di Orvieto.
Le 7.000 tonnellate che ‘Le Crete’ dovrà smaltire saranno rifiuti indifferenziati (FORSU) che l’impianto di Orvieto non è in grado di trattare a differenza dei rifiuti organici (FOU) di cui solo una piccola percentuale residuale viene destinata a smaltimento in discarica. Inoltre, con la chiusura dell’impianto di Casone nel secondo semestre del 2020 non appare chiaro come verranno smaltiti gli scarti oggi destinati a quell’impianto”.
“La decisione di conferire ulteriori quantità di rifiuti nella discarica ‘Le Crete’ a fronte di un’emergenza regionale, mai affrontata e risolta, ci lascia quindi molto perplessi, non tanto per la quantità di rifiuti che sarà maggiormente conferita nella nostra discarica ma soprattutto per un andazzo e un metodo che non vede nessuna inversione di tendenza rispetto al passato.
Abbiamo, da una parte, sostenuto e sosteniamo che l’Umbria debba velocemente definire scelte che portino, urgentemente, alla gestione dell’intero ciclo dei rifiuti, avendo tutte le condizioni, infrastrutturali e politiche, per poterlo fare. Dall’altra ci siamo battuti affinché ‘Le Crete’ non venisse vista più solo come la ‘discarica dell’Umbria’ pronta a mettersi a disposizione ogni qual volta territori, regionali o extraregionali, siano in difficoltà”.
“Da molti anni – ha proseguito – la nostra disponibilità non è mai stata suffragata da scelte politiche che riconoscano il ruolo che Orvieto ha svolto in questi anni in tema ambientale e delle politiche dei rifiuti in particolare, determinando un giusto equilibrio regionale tra ‘chi dà e chi riceve’, emblematica la vicenda dell’ultimo ampliamento del secondo calanco e della poca chiarezza dell’allora amministrazione su quella vicenda. Ad oggi il nostro territorio è del tutto isolato per quanto riguarda gli investimenti del circuito produttivo del riuso e del riutilizzo con pesanti svantaggi in termini di salvaguardia ambientale, di politiche di investimento e occupazionali.
La decisione dell’Auri prosegue in questa direzione chiamando alla responsabilità la Città di Orvieto ma non utilizzando la stessa responsabilità nelle scelte che è chiamato ad adottare.
Non vediamo sinceramente quale vantaggio ne possa scaturire per Orvieto costretta a smaltire, crediamo interamente in discarica, settemila tonnellate in più di rifiuti, se, infatti, i rifiuti organici (FOU) possono essere trattati presso l’impianto di Orvieto e solo una residua parte viene smaltita in discarica, i rifiuti FORSU destinati ad Orvieto, abbiamo ragione di credere, dovranno tutti essere smaltiti nel sito.
I vari ampliamenti della discarica, i conferimenti da fuori regione e la messa a disposizione de ‘Le Crete’ in molte situazioni emergenziali e parallelamente l’isolamento politico nel quale ci troviamo stanno a denunciare una situazione non più sopportabile e gestibile per il nostro territorio”.
“Preoccupa, infine – ha concluso – la prossima chiusura dell’impianto di Casone e la destinazione degli scarti oggi smaltiti in quel sito.
Ci auguriamo che il Sindaco abbia la forza e il coraggio per non permettere più il proseguire di questa situazione e adotti tutte le iniziative, in suo potere, per difendere il territorio e allo stesso tempo esigere dall’Auri e dalla Regione Umbria scelte che permettano la gestione dell’intero processo del ciclo dei rifiuti e investimenti, sul riuso e riutilizzo, equilibrati per tutti i territori regionali”.
Il Sindaco, Roberta Tardani con delega all’Ambiente ha risposto: “si tratta di un tema molto complesso. Che cosa ha determinato la mia adesione a questa proposta dell’Auri? La delibera approvata dall’Auri è di fatto un aggiornamento della delibera della Giunta Regionale 36/2016 che prevedeva la sua programmazione sugli obiettivi regionali che si sarebbero dovuti raggiungere in base alla direttiva europea. Tali obiettivi non sono stati raggiunti. Poiché Auri ha lo scopo di costruire uno strumento operativo volto a governare il complesso sistema dei rifiuti in Umbria, nelle more della approvazione del Piano di Ambito regionale, è stato necessario riaggiornare le previsioni precedenti sulla base dei quantitativi effettivamente conferiti.
E’ evidente che l’Umbria si trova ancora in una situazione di grande difficoltà rispetto alla gestione dei rifiuti. Ad oggi secondo la programmazione di AURI lo sforamento dovrebbe attestarsi intorno al 20% del programmato da imputare essenzialmente al mancato raggiungimento degli obiettivi regionali di raccolta differenziata da parte di alcuni comuni. In tal senso è opportuno segnalare che la gran parte di comuni che non hanno raggiunto gli obiettivi di raccolta differenziata programmati insistono nei territori dei sub ambiti n. 1 e 3, tali maggiori conferimenti pertanto graveranno principalmente nella discarica di Belladanza di Città di Castello. Chiedere discontinuità a un mese e mezzo dall’insediamento della Giunta Regionale è doveroso e i primi provvedimenti adottati vanno in tal senso. Ho già avuto un paio di incontri con l’Assessore regionale all’Ambiente Morroni ed è confermato che si andrà ad una discontinuità per l’affermazione di una nuova politica dei rifiuti totalmente diversa da quella fino ad oggi adottata. Non dimentichiamo che stiamo lavorando sulla base di un PRR del 2009, aggiornato nel 2014 entrambi totalmente falliti che si basano ancora sull’utilizzo delle discariche, concetto ormai superato. Quindi la discontinuità è necessaria e doverosa.
La nostra discarica smaltirà nel 2020 un quantitativo di rifiuti leggermente superiore rispetto allo scorso anno. Lo scostamento maggiore rispetto al 2019, quantificato complessivamente in 7000 t, è dovuto principalmente a quello che viene denominato “soccorso impiantistico” a favore dell’impianto di Ponte Rio di Perugia. Questa modalità di “soccorsi impiantistici”, già in vigore anche lo scorso anno, deve essere valutata nell’ottica dell’autosufficienza regionale ed è un elemento di rassicurazione di tutto il sistema per eventuali necessità che anche gli impianti di Orvieto potrebbero avere in relazione alle attività di inevitabile manutenzione o di fermo non programmato.
E’ vero che le percentuali di Forsu destinati a smaltimento in discarica sono maggiori rispetto alle percentuali di scarti del trattamento della Fou. Tuttavia in valori assoluti dipende dalle quantità trattate dall’impianto che saranno gestite per evitare maggiori conferimenti. Allo scopo sono state ridotte quelle provenienti da fuori regione per mantenere quanto più inalterata la quantità di rifiuti da smaltire in discarica. E’ importante precisare, riguardo al comunicato uscito sulla stampa a firma di alcuni consiglieri di minoranza, in cui si diceva che nei 5 anni precedenti nemmeno un grammo di rifiuto proveniente da fuori ambito è stato smaltito in discarica, che i dati Arpa in mio possesso, che metto a disposizione degli stessi consiglieri, attestano che all’impianto di trattamento Le Crete arrivano rifiuti da varie zone di Italia e che nel 2019 sono provenuti anche da Ponte Rio.
Gli scarti, seppure minimi, del trattamento di tali rifiuti, vengono smaltiti in discarica. Mi stupisce che chi ha presieduto la commissione ambiente negli anni precedenti non ne sia informato. L’elemento della discontinuità sta anche nella trasparenza, dal momento che abbiamo subito comunicato la previsione di questa percentuale di differenza, probabilmente in ingresso, che è dovuta al soccorso impiantistico. Con riferimento ai quantitativi di Rifiuti speciali conferiti a Le Crete nulla è cambiato rispetto al passato e non si prevede il conferimento di rifiuti speciali pericolosi. Riguardo alla questione Casone di Foligno ad oggi Auri non ha a disposizione un calendario di fermo impianto, tuttavia, fino ad oggi i fermi impianti di Casone (manutenzioni ordinarie e non programmate) sono stati assorbiti in ‘soccorso impiantistico’ dall’impianto di Città di Castello”.
La Cons.ra Donatella Belcapo si è detta: “non soddisfatta perché dovremmo essere in grado di spiegare ai cittadini perché mai dovrebbero continuare a fare la differenziata ma non hanno alcun vantaggio sulla tassa da pagare derivante dall’aggio ambientale. Auguro al Sindaco di avere la forza e il coraggio di non proseguire più su questa strada e di esigere dalla Regione e dall’Auri che tante scelte fatte vengano assunte in maniera più equilibrata”.
(Fonte: Ufficio Stampa Comune di Orvieto)