Consapevoli della urgente necessità di un nuovo piano regionale che superi la centralità delle discariche nel sistema di smaltimento dei rifiuti e che sia volto alla realizzazione di un’impiantistica tesa al riciclo e al riuso delle frazioni differenziate, non possiamo non stigmatizzare l’atteggiamento doppiogiochista di chi per anni dai banchi del governo cittadino ha avallato silenziosamente i provvedimenti assunti in ambito regionale che hanno portato Le Crete a divenire progressivamente la discarica dell’Umbria.
Ricordiamo a chi ha la memoria corta, e soprattutto a chi ha governato Orvieto fino al mese di giugno scorso, che il mega ampliamento di 800 mila tonnellate venne bloccato nel 2016 soltanto grazie alla marcia spontanea di 500 orvietani e non certo per l’opposizione a quel progetto dell’allora Sindaco Germani e dei suoi compagni di sventura che, anzi, hanno sempre accolto in pompa magna e con i tappeti rossi quegli stessi amministratori regionali che nel frattempo, in tema di sanità, trasporti e ambiente, impoverivano il nostro territorio a vantaggio di altre realtà.
Che dire, poi, del parere favorevole espresso da Germani nel 2017 all’ampliamento del secondo calanco di 400 mila tonnellate? Chiaro esempio di un’amministrazione comunale capeggiata da un Sindaco sempre subalterno ai diktat dei suoi superiori perugini che poi, accortosi del dissenso montante in Città e dell’approssimarsi delle elezioni, smentendo se stesso si è affrettato a costituirsi successivamente nell’ambito del riscorso al TAR contro il progetto in questione. Tentativo andato a vuoto anche perché il Giudice amministrativo ha rilevato, e non poteva essere altrimenti, il comportamento contraddittorio del Sindaco che prima approva un progetto e poi fa ricorso contro il medesimo progetto. Schizofrenia e confusione allo stato puro!
Ma l’apice della silente passività con cui la Sinistra orvietana ha subìto da sempre le scelte perugine in tema di rifiuti lo si è raggiunto sempre nel 2017 allorquando, in virtù di un accordo tra la Marini e Zingaretti, accordo cui diede il proprio placet il Sindaco Germani, entrarono nel sito orvietano ben 17.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati da fuori Regione e precisamente da Viterbo il cui impianto venne sottoposto a fermo a causa di un incendio.
Dunque, non si accettano lezioni da chi oggi, dai banchi dell’opposizione, si scandalizza per le 7 mila tonnellate in più rispetto al quantitativo previsto di 60 mila tonnellate, lo stesso dello scorso anno, che verranno smaltite nella nostra discarica a causa dell’esigenza temporanea di andare in soccorso al fermo dell’impianto perugino di Ponte Rio. Le leggi e i regolamenti regionali attualmente in vigore non consentono soluzioni alternative. Ecco perché siamo e saremo sempre in prima linea insieme al Sindaco Tardani nel sollecitare alla nuova Amministrazione regionale, insediatasi da soli 2 mesi – è bene ricordarlo – l’adozione di un nuovo piano regionale dei rifiuti che preveda un modello gestionale che concepisca il rifiuto come una risorsa da valorizzare e non come un problema da affibbiare di volta in volta alle Comunità locali sedi di discariche.
Ai sepolcri imbiancati della sinistra nostrana suggeriamo, invece, di riflettere intensamente prima di parlare.
I gruppi consiliari:
Lega-Salvini per Orvieto
Progetto Orvieto
Fratelli d’Italia
Forza Italia