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Home Economia

Grave buco generazionale, sparito quasi un quarto dei giovani tra 25 e 40 anni. Situazione peggiore nel ternano

Redazione by Redazione
9 Gennaio 2020
in Economia, Secondarie, Archivio notizie
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In Italia dal 2002 ad oggi (con una forte accelerazione nell’ultimo decennio) è stata caratterizzata da un grande buco generazionale in conseguenza della sparizione di quasi un quarto dei giovani tra 25 e 40 anni, la cui consistenza è fondamentale per il futuro socio-economico del Paese. La fotografia scattata dal rapporto Mediacom043, diretta da Giuseppe Castellini, ha sistematizzato infatti i dati Istat relativi all’andamento demografico in Italia, nelle regioni e nelle circoscrizioni territoriali, concentrandosi sulla fascia d’età 25-40 anni, quella ritenuta dagli studiosi ‘cruciale’ per lo sviluppo e la crescita socio-economica.
Ed è emerso che l’Umbria è la vera anomalia con una quota di giovani 25-40 anni ben sotto la soglia critica del 20% ma con la situazione che è precipitata solo negli ultimi 10 anni dopo che tra il 2002 e il 2009 i giovani 25-40 erano aumentati, in controtendenza rispetto al resto d’Italia.
L’andamento della provincia di Terni nettamente peggiore rispetto alla provincia di Perugia. Nel 2019 nel Ternano la quota di giovani 25-40 sul totale della popolazione precipitato al 16,7%. E nel confronto tra le due province spunta una seconda anomalia.

Dettaglio

L’Umbria all’inizio del periodo considerato è già una delle regioni più ‘vecchie’ d’Italia, con una quota di giovani 25-40 anni sul totale della popolazione che è al 23,4%, terzultimo peggior dato tra le regioni. Nel periodo 2002-2009, tuttavia, il numero dei giovani tra 25 e 40 anni nella regione aumenta, passando da 193mila 006 a 198mila 640 (+5mila 634, +2,9%). Il peso di questa fascia d’età sul totale della popolazione invece scende (dal 23,4% del 2002 al 22,2% del 2009) perché nello stesso periodo l’aumento della popolazione complessiva dell’Umbria è superiore a quello specifico della fascia 25-40 anni. Ma il risultato non è male, se si tiene conto dell’andamento nazionale, tanto che tra il 2002 e il 2009 l’Umbria fa meglio del dato nazionale (il calo dei giovani 25-40 tra il 2002 e il 2009 è -3,9% in Italia e appunto +2,9% in Umbria) e migliora la sua posizione in graduatoria, passando dal terzultimo al sestultimo posto per quota di giovani 25-40 sul totale della popolazione.
La vera crisi su questo fronte per l’Umbria si manifesta nell’ultimo decennio, quando il numero dei giovani 25-40 crolla del 21,9% (da 198mila 640 a 155mila 143, con un calo di 43mila 497 giovani), vedendo quindi sparire oltre un quinto dei propri giovani e marcando l’ottavo peggior risultato d’Italia. Sempre tra il 2009 e il 2019 la quota dei giovani 25-40 sul totale della popolazione precipita dal 22,2% del 2009 al 17,6% del 2019, ben sotto la soglia ‘critica’ del 20%, che invece ad inizio decennio era superata. Nonostante questi pessimi risultati nell’ultimo decennio l’Umbria riesce a migliorare di una casella (passando dal 15° al 14° posto, ossia passando dal sesto al settimo peggior dato nazionale) la propria posizione nella graduatoria delle regioni per quota di giovani 25-40 in virtù di un andamento ancora più negativo di alcune altre regioni. Ma questa consolazione, rispetto a un andamento umbro così negativo, appare davvero magra.
Le cause di questo crollo? le due già citate (denatalità ed emigrazione dei giovani in altre regioni e all’estero, come dimostrato dai precedenti Rapporti Mediacom043), a cui si aggiunge una terza: la forte flessione (circa un terzo) degli iscritti all’Università di Perugia, concentrata proprio in questo decennio, che ha ridotto il numero degli studenti che, una volta giunti a studiare in Umbria, poi vi si fermano.
Per inquadrare la situazione, si tenga inoltre presente (vedere il precedente Rapporto Mediacom043 sull’andamento del Pil reale per abitante nelle regioni italiane) che l’Umbria, in termini di Pil reale per abitante, dal 2000 al 2017 (ultimo anno per il quale l’Istat fornisce dati regionali) mostra il secondo peggior risultato d’Italia e che è la seconda regione italiana più in ritardo nell’obiettivo di tornare al Pil reale complessivo del 2017, ossia ante Grande recessione.

Province Perugia e Terni

Ma la situazione dell’Umbria è doppiamente anomala. Perché, all’andamento anomalo della regione rispetto alla media nazionale, si aggiunge il comportamento decisamente divergente (almeno nel periodo 2002-2009) tra le province di Perugia e di Terni.
L’aumento del numero dei giovani tra 25 e 40 anni registrato in Umbria tra il 2002 e 2009 (per memoria, +5mila 634, +2,9%, rispetto al -3,9% del dato medio italiano) fu infatti dovuto alla sola provincia di Perugia, dove i giovani 25-40 anni aumentarono da 142mila 895 a 148mila 772 (+5mila 877, +4,1%), mentre nella provincia di Terni scesero da 50mila 111 a 49mila 868 (-243, -0,5%). Anche nell’ultimo decennio 2009-2019 l’andamento della provincia di Terni è peggiore di quello della provincia di Perugia.
Nel Perugino, infatti, la flessione del numero dei giovani 25-40 è del 21,1% (da 148mila 772 a 117mila 442, -31mila 330), mentre in provincia di Terni il calo è del 24,4% (da 49mila 868 a 37mila 701, -12mila 167). In sostanza, nell’ultimo decennio la provincia di Perugia ha perso oltre un quinto della propria popolazione tra 25 e 40 anni, mentre Terni ne ha persa quasi un quarto.
Guardando all’intero periodo 2002-2019, la flessione del numero dei giovani 25-40 anni è stata del 17,8% in provincia di Perugia (dato inferiore al -22,2% fatto segnare dalla media italiana e anche al -19,7% della media del Centro), mentre la provincia di Terni marca -24,8% (peggio sia della media nazionale che di quella del Centro). Quanto alla quota dei giovani 25-40 anni sul totale della popolazione residente nelle due province umbre, nel 2019 entrambe sono sotto la soglia ‘critica’ del 20% e sotto la media nazionale (18,4%): Perugia è al 17,9%, Terni a un gravissimo 16,7%. Il ‘buco generazionale’, quindi, in Umbria è grave in entrambe le province, ma in quella di Terni è drammatico.

 

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