di Ilaria Bagnati blogger di @ilariaticonsigliaunlibro
Non leggo spesso raccolte di racconti per la loro brevità ma se mi capita l’occasione di certo non mi tiro indietro così come ho fatto con il libro in questione. I racconti di Chierusin hanno durata differente e trattano temi differenti, parlano di alcolismo, della perdita di un genitore, di liti tra fidanzati e di separazioni. Ogni racconto è scritto in maniera sincera, diretta, schietta, senza fronzoli e complicazioni. Le parole dell’autore arrivano al punto, lui sa dirigerle dove vuole arrivando a segno. Non è sempre stato facile per me leggere questo libro perché alcuni temi sono disturbanti così come le parole utilizzate da Chierusin. Il suo è un modo cinico di vedere la realtà e i rapporti umani, li spoglia dei più positivi sentimenti e mette a nudo le fragilità, le inquietudini, i tormenti, le ossessioni e le dipendenze dei suoi personaggi. I protagonisti delle sue storie si toccano, si sfiorano come fossero all’interno di una bolla e quando la bolla scoppia succede l’inevitabile, si deve fare i conti con l’altro, con la sua realtà, con ciò che ci fa provare e sentire.
Ciò che mi ha attratta di più di tali racconti è l’importanza che l’autore conferisce ai piccoli gesti, a come essi ci rimangono impressi e come anch’essi possono influenzare i rapporti umani e la vita di ognuno di noi.
“Non ho mai capito una cosa», dice Giulia mentre prende un piccolo spicchio di pizza. La taglia sempre a raggera, ruotando il piatto. Conclusa l’operazione di sezionamento, usando la mano sinistra, afferra una fetta, e con un colpo di polso la ripiega. L’ho vista compiere quel gesto centinaia di volte, ma solo in questo momento mi rendo conto con che precisione e con quale velocità esegue quei movimenti. I piccoli gesti con cui fa le cose più semplici e banali mi hanno fatto innamorare di lei.”
Anche nella vita quotidiana è così, quando ci si lascia con il partner, una persona cara muore o siamo lontani da chi amiamo non sono proprio le piccole cose, i piccoli gesti dell’altro che ci mancano? Si, è proprio la somma di piccoli gesti che ci fa innamorare dell’altro o ce lo fa odiare, ci fa sentire la sua mancanza.
I racconti di Chierusin parlano di vita vera, di rapporti umani senza filtri e questo è il bello della sua prosa. La vita vera non ha bisogno di filtri, Chierusin docet!
La trama.Vite che si incrociano a un semaforo rosso, davanti a una caffetteria chiusa, dal barbiere o in un freddo ospedale. Esistenze che si sfiorano, si scambiano impulsi, interferiscono con le solitudini quasi incurabili dei personaggi. “Diafonie” è una raccolta di scritti che indagano sul potere condizionante dei piccoli gesti, delle più banali azioni quotidiane, indugiano sulle ferite che le relazioni umane producono, talvolta in maniera inconsapevole. Alessandro Chiesurin ci porta con la sua scrittura cinica e incisiva, fatta di scariche elettriche di intensità e durata variabile, in un mondo dominato dall’entropia, dal caos interiore di personaggi la cui esistenza viaggia su ritmi binari, intermittenti, e dove il senso dell’azione umana pare smarrirsi nel tremito che segue la scossa, in quel sussulto della carne che chiamiamo sensazioni e che, malgrado tutto, ci fa sentire vivi.
@ilariaticonsigliaunlibro. Nel suo blog si presenta così: “Mi chiamo Ilaria e sono dottoressa in psicologia clinica in procinto di abilitarmi alla professione di psicologa. Per ora faccio la mamma ed è un lavoro a tempo pieno. Le mie passioni più grandi sono la lettura e la psicologia e quando le posso unire vado in estasi.” Seguila sui suoi canali social: Instagram Facebook, Pinterest, Goodreads e sul suo blog. L’appuntamento su LibroSì Lab con le sue recensioni e interviste che strizzano l’occhio alle novità e autori emergenti è ogni quindici giorni, di lunedì.