Leggere Charles Bukowski
«Ma per avere ore perfette devi averne di imperfette. Bisogna uccidere dieci ore per farne vivere due. Bisogna soltanto stare attenti a non uccidere TUTTE le ore, TUTTI gli anni».
di Alessandra Ciarletti @dipuntoinbianco
C’è chi la vita la assaggia, assaporandola e chi la prende a morsi, strappandola via a brandelli, mandando giù tutti i bocconi, soprattutto quelli indigesti. Non c’è la stanza della scelta: mordere o carezzare avvengono con la stessa naturalezza del respiro, senza che nessuno ci dica come si fa, come un riflesso innato.
Scrittore onnivoro, in grado di raccontare senza lusinghe la vita, nuda e cruda come ci appare al mattino, quando sgualciti ci ridestiamo da un torpore che fa il verso all’eterno. Pulsioni e desideri si aggrovigliano e quando si pensa di poter procedere sui binari di una comprensione certa, la sua scrittura guizza di lato e dalle parole affiorano sentimenti grezzi di un’immediata capacità rappresentativa. Tiene nella stessa mano il quotidiano e il mistero e come le sfere della salute, li muove insieme con navigata destrezza.
Ha raccontato la vita, la sua vita, senza darsi pena del giudizio degli altri, senza avere necessità di compiacere chicchessia. Il suo grande fascino, al di là dell’amore per la parola cruda, che pure genera in noi una straordinaria suggestione primitiva, trova spazio proprio in questa capacità sfacciata, nella volontà di chiamare le cose col loro nome più onesto, senza filtro sociale, anzi con la matematica certezza di provocare da qualche parte un’irritazione urticante. Amato per la passione viscerale che caratterizza le sue storie storte, altrettanto amato per la poesia che parla senza fronzoli dei grandi temi esistenziali, in un controcanto delicato e armonico evidentemente non secondario alla prosa. Ma al pulpito predilige senza dubbio la panchina, punto di osservazione privilegiato perché da bordo strada si può assistere al grande spettacolo umano e farne metafora e simbolo metacognitivo. Dalla panchina alle lenzuola sgualcite e proprio da quelle pieghe sporche emergono i ritratti più intensi, le riflessioni più argute. Se da una parte sembra prendere a calci la vita, dall’altra la tocca con la delicatezza del fanciullo: «Primavera o fiori o estate non sarà più così». Cosa c’è di vero nella vita? Per Bukowski è chiaro: la difficoltà, l’inceppo, tutto il resto è una sorta di sbronza idilliaca. E nell’inceppo si misura l’uomo, in un groviglio di passioni, debolezze, spudoratezza e coraggio.
E poi quel senso di disfatta che soltanto il combattente vero conosce. Chi combatte lo fa per non soccombere. È la poetica degli ultimi, dei derelitti, ma anche dei loro cuori, della loro resistenza, della loro vittoria. Sì perché alla fine si vince sempre, il segreto è aderire il più possibile a ciò che più profondamente siamo. I modelli sono rigettati al mittente, l’unica legge possibile è ESSERE fino in fondo. E la corsa, come dice lui, sarà bellissima, ma bisogna saper scommettere tutto sul numero che si sente vincente.
Charles Bukowski va letto tutto: onnivoro lo scrittore, onnivoro il lettore!
Rotola i dadi
Se vuoi provarci,
fallo fino in fondo.
Altrimenti non iniziare.
Se vuoi provarci,
fallo fino in fondo.
Ciò potrebbe significare
perdere ragazze, mogli,
parenti, lavori
e forse la tua mente.
Fallo fino in fondo.
Potrebbe significare
non mangiare per 3 o 4 giorni,
potrebbe significare
gelare in una panchina nel parco,
potrebbe voler dire prigione,
potrebbe voler dire derisione,
scherno, isolamento.
L’isolamento è il regalo.
Tutti gli altri sono
per te una prova della tua resistenza,
di quanto realmente desideri farlo.
E lo farai,
nonostante il rifiuto
e le peggiori avversità.
E sarà meglio di qualsiasi altra cosa
tu possa immaginare.
Se vuoi provarci,
fallo fino in fondo,
non ci sono altre sensazioni
come questa.
Sarai solo con gli dei
e le notti
arderanno tra le fiamme.
Fallo.
Fallo.
Fallo.
Fino in fondo.
Fino in fondo.
Guiderai la vita fino alla
risata perfetta.
È l’unico buon combattimento che c’è.
Charles Bukowski
“Di Punto in Bianco”: è un progetto editoriale e un piccolo grande mondo fatto di storie da scoprire. C’è poesia, amore per la terra, per i piccoli gesti quotidiani, per i racconti che entrano dentro in noi, arricchirci, nutrirci. Di Punto in Bianco parla di affetti, di libri, di creatività. Entrarci è un scoprire quel giardino segreto che abbiamo a lungo cercato.
In foto l’autrice di questa puntata di #librinellorto, Alessandra Ciarletti.