Il consigliere Franco Raimondo Barbabella ha presentato una mozione che sarà discussa nel prossimo consiglio comunale riguardante la manutenzione dell’ambiente urbano ed extraurbano definendola una “questione strategica, un investimento sulla sostenibilità in termini economici e di qualità della vita. È necessario pertanto pianificare gli interventi e uscire così dalle logiche emergenziali”, dice.
Di seguito il testo della mozione: Premesse
Che la manutenzione dell’ambiente urbano ed extraurbano, degli edifici e delle infrastrutture, insomma di ciò che è naturale e di ciò che è costruito, sia fattore strategico in termini di sostenibilità, di sicurezza, di utilità economica e di qualità della vita, non c’è nessuno che oggi possa negarlo.
E che ci sia però un problema di carenza diffusa della cultura della manutenzione, di regole efficaci che ne rendano necessaria la cura e di prassi amministrativa organizzata e continuativa che ne garantisca la reale effettuazione, appare anche del tutto evidente. Non solo in generale nel Paese ma anche nella nostra realtà. Non solo nel settore pubblico ma anche in quello privato e riguarda i comportamenti reali troppo spesso in contraddizione con le intenzioni e le dichiarazioni. Spesso è questione di disponibilità di fondi, sia per il pubblico che per i privati, ma altrettanto spesso e forse di più è questione di cultura, di previsione e di organizzazione.
In ogni caso si deve ormai ammettere che questa è questione strategica nel governo delle comunità perché ne va della nostra capacità di saper organizzare il futuro. Vale dunque anche, e anzi a maggior ragione, per la nostra comunità, le cui risorse strategiche sono senza ombra di dubbio l’ambiente naturale e urbano, il patrimonio storico-culturale, le produzioni di qualità, i servizi efficienti, in quanto fonti primarie non tanto di sopravvivenza quanto di sviluppo.
Per cui, se con iniziative appropriate in questo ambito vogliamo guardare al futuro, due appaiono le operazioni indispensabili:
1. Pensare e progettare le iniziative strategiche di medio e lungo periodo capaci di portare a sistema le nostre potenzialità territoriali in una proiezione di ampio e solido respiro;
2. Organizzare un sistema di manutenzioni ordinarie e straordinarie di breve e medio periodo che tendano a rendere l’ambiente di vita urbano ed extraurbano migliore sia dal punto di vista dell’efficienza e della sicurezza che da quello estetico e dell’attrattività.
Dobbiamo riconoscere che possiamo governare da subito processi possibili, difficili ma possibili. I nostri sono ambienti problematici per l’accumularsi degli effetti di scelte discutibili, di disattenzioni e di trascuratezze, ma non compromessi in modo irreversibile. La scelta di fondo però va fatta ora, nel senso proprio della priorità delle manutenzioni rispetto al nuovo, che va limitato a ciò che è strettamente indispensabile per risolvere snodi strategici e cambiamenti di stato.
Si possono fare molti esempi di interventi urgenti. Mi limito ad alcuni esempi:
Manutenzione in termini di arredo: riorganizzazione complessiva, ma nell’immediato eliminazione di brutture diffuse nel settore pubblico e nel settore privato e rifacimento di piccole strutture degradate o inquinanti la visione e l’estetica (es. plance pubblicitarie, cartelloni, ecc.);
Manutenzione di strade del centro storico, delle zone periferiche e delle frazioni: dalla falciatura delle erbe e alla pulitura dei muri, dalla manutenzione delle cunette e delle caditoie fino alla sistemazione/rifacimento del manto di asfalto (ci sono vie delle maggiori frazioni, es. Ciconia, che attendono da anni una semplice attenzione) o la verniciatura delle ringhiere di ponti (vedi quelle del Ponte dell’Adunata) e di pali dell’illuminazione pubblica (vedi Piazza Cahen) e, per il centro storico, un intervento sulle selciature che almeno elimini nell’immediato le brutture dei rattoppi;
Manutenzione e gestione ordinata dei cimiteri (ci sono aspetti francamente inaccettabili: i bagni, i cumuli degli scarti, le erbacce, le buche nelle bretelle stradali di ingresso), dei giardini e degli spazi pubblici in generale (non si può ritenere giardino ad es. quello dell’Albornoz);
Cura della tenuta, della pulizia e dell’igiene di spazi pubblici e privati: andrà regolamentato, organizzato e controllato meglio il deposito temporaneo dei rifiuti lungo le vie pubbliche in attesa della raccolta e andrà controllato e represso ogni abuso e soprattutto il malcostume dell’abbandono indiscriminato di rifiuti in luoghi non autorizzati; va inoltre affrontato seriamente il tema della pulizia e dell’igiene di strade e spazi pubblici, in particolare quello della proliferazione dei piccioni con tutto ciò che significa sia per l’igiene pubblica che per gli edifici privati (ci sono sistemi sperimentati naturali e non invasivi, come l’uso del falcone); e non va ritenuto secondario il malcostume di coloro che non si vergognano di lasciare dove capita (portoni, vie, angoli e vicoletti, e naturalmente giardini) gli escrementi dei propri cani;
Sistemazione e regolamentazione delle baraccopoli sparse nel territorio, in particolare nei pressi o addirittura all’interno dei centri abitati, che presentano problemi di diverso ordine e tipo e in generale spesso costituiscono un evidente e serio ostacolo non solo per l’armonia dell’ambiente di vita ma anche di semplice e normale funzionalità.
Ci possono essere e ci sono diversi altri aspetti che richiamano questioni di sicurezza, di igiene e di qualità ambientale ed a maggior ragione questioni strutturali (ad esempio il potenziamento dell’illuminazione in diverse vie, soprattutto quelle a maggior traffico come via dei tigli e la via dello stadio), ma quelli elencati sono sufficienti a richiedere un’azione complessiva di governo e una pianificazione che interrompa la logica emergenziale, dia sicurezza ai cittadini e sviluppi sia il senso civico che il senso di appartenenza alla comunità.
Dispositivo
Pertanto, considerato tutto quanto sopra illustrato, si propone al Consiglio di votare la seguente mozione:
Valuti l’Esecutivo, sulla base degli esempi fatti e di altri che possono essere portati ad integrazione, le migliori e più opportune modalità di intervento di cura e di manutenzione da effettuare in modo coordinato e scadenzato;
Presenti su questa base al Consiglio nel termine massimo di un mese un piano degli interventi più urgenti ed effettivamente possibili in base alle risorse finanziarie e umane attualmente disponibili e alle capacità effettive di organizzazione;
Presenti al Consiglio nel termine massimo di tre mesi le linee strategiche e il piano di intervento a medio e lungo termine che dia al tema delle manutenzioni la fisionomia di una scelta strategica di governo del territorio.