Lettera aperta a Roberta Tardani e ai sindaci del territorio
In questi giorni i giornali sono pieni di notizie sulla sanità: il funzionamento del servizio sanitario regionale e locale, le sue carenze, i possibili provvedimenti, ecc., e soprattutto la questione dell’organizzazione della rete ospedaliera. È naturale che ci sia questa attenzione, essendo la questione del servizio sanitario in tutte le sue facce una di quelle davvero centrali per ogni comunità. E per la nostra in modo particolare, dato lo stato delle cose, e data la posizione territoriale e le prospettive possibili.
Sindaco Tardani, dunque bene che lei si veda con l’Assessore Coletto, si interessi del funzionamento del nostro nosocomio, si incontri con il Commissario straordinario De Fino, ed abbia da lui rassicurazioni sul punto nascita, sulle carenze di organico e sui servizi territoriali, immagino anche sulle liste di attesa e quanto altro preoccupa o crea disagio e difficoltà ai cittadini della nostra zona. Ma questo non basta, non è più sufficiente, si sta spostando l’orizzonte. E noi lì dobbiamo esserci. Quando dico noi però dico tutti noi, non solo lei sindaco di Orvieto ma tutti i sindaci del territorio in rappresentanza di tutti i cittadini.
Il punto è che da Perugia a Terni, da Terni a Narni e ad Amelia, nello stesso momento si sta discutendo non delle carenze di funzionamento ordinario, pure importanti, ma di altro, ed è un altro che ci riguarda con quella forza e quell’urgenza che richiedono da parte nostra una repentina presa di coscienza ed una lucida, determinata e autonoma capacità di azione. Di tutti, del territorio, non solo di Orvieto.
È successo che appena l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto ha accennato a mettere stop alla costruzione dell’ospedale Narni-Amelia, per il quale sono stati già stanziati 58 milioni di euro ed è stato già speso un milione per la progettazione, c’è stata la fulminea reazione del Sindaco di Narni Francesco De Rebotti il quale ha fatto notare non solo che il progetto del nuovo ospedale è in fase di realizzazione ma che esso è parte integrante del sistema territoriale dell’area amerino-narnese e ternana e l’ha chiamato significativamente “Terni 2”, cioè aspetto essenziale di un sistema complesso territoriale ad ampio raggio. Sulla stessa lunghezza d’onda si sono messi subito sia il Sindaco di Terni Leonardo Latini che il Presidente della Provincia Giampiero Lattanzi.
E ciò non a caso, essendo evidente il significato dell’uscita dell’assessore Coletto: l’emersione dell’antica aspirazione peruginocentrica di un’unica grande azienda ospedaliera umbra con sede al Silvestrini. Non è un disegno perverso, è un’idea di organizzazione dei servizi ma ancor di più è un’idea di Umbria e di modo di governarla. Però è un’idea che confligge non solo con il ruolo e con gli interessi delle popolazioni della conca ternana, ma anche e forse soprattutto con i nostri e con quelli generali dell’Umbria, giacché si tratta di una logica che comprime le potenzialità e il ruolo delle diverse realtà territoriali in tutte le parti della regione.
Sindaco Tardani e sindaci del territorio orvietano, per questo mi rivolgo a voi e lo faccio in questa forma aperta e pubblica, perché anche su questa faccenda del destino del nostro ospedale nel quadro dell’assetto del sistema sanitario umbro ci sia nella nostra comunità territoriale finalmente la giusta attenzione, se ne discuta e si formi una comunità di intenti con la capacità di proporre una strategia autonoma. Strategia appunto, non tattica di sopravvivenza. Parte di un sistema che funzioni meglio e sia propulsivo in termini di sicurezza e di sviluppo complessivo, non sussistenza subordinata all’interesse prevalente di altri che, come da lunga tradizione, invece di includere e rafforzare indebolisce ed emargina. Se va avanti un disegno centralistico, non ci sono rassicurazioni che tengano, ci sarà marginalità e difficoltà anche per i servizi più elementari.
Io credo dunque che una riorganizzazione del sistema sanitario e in particolare ospedaliero si ponga e sia urgente, e che i termini in cui si pone siano sostanzialmente ben individuabili. Il centralismo è sbagliato, in generale e dunque nella sanità come negli altri settori di governo. Vale invece suscitare e organizzare i servizi secondo una funzione dinamica interregionale dei territori, perciò decentrata ma coordinata. Ne faccio brevemente cenno, ovviamente solo per dare un’idea di disegno organico su cui da subito poter lavorare con iniziative sensate ed efficaci.
Se Narni dice “Terni 2”, ed è logico, diventa anche logico che noi per il nostro ospedale diciamo “Terni 3”, ossia poniamo il problema di considerare l’Azienda ospedaliera di Terni organizzata su tre plessi: Terni, Narni-Amelia e Orvieto, ciò che non solo contrasta l’accennata tendenza al centralismo ma trasforma il sistema sanitario in un servizio coordinato a scala territoriale di alto livello e in propulsore di sviluppo.
Tre plessi, le cui funzioni diverse potrebbero essere ben concepite come sistema:
· Terni sede di già riconosciute e nuove eccellenze, oltre che di servizi di spedalità generale;
· Narni-Amelia centro di eccellenza di riabilitazione per l’Italia centrale e funzione filtro della spedalità generale;
· Orvieto sede di DEU di secondo livello con i servizi coerenti con la funzione di centro qualificato per l’emergenza-urgenza (cardiochirurgia, neurochirurgia, chirurgia toracica e vascolare, terapia intensiva e chirurgia d’urgenza, oltre al mantenimento delle altre funzioni di prossimità, da intendersi quale dipartimento di riferimento ed integrazione interregionale (Lazio-Umbria-Toscana-Marche).
Naturalmente io propongo un’idea, una linea strategica; poi questa impostazione va elaborata come si deve, va discussa e va proposta nel quadro del nuovo Piano Sanitario Regionale. I tre ospedali verrebbero così a costituire un’unica unità funzionale su più plessi, autonoma ed esterna alla ASL, che potrebbe divenire così unica per tutta la Regione, con l’altra unità ospedaliera ad alta specialità confermata ovviamente a Perugia. Il piano dei finanziamenti, a seguito anche di una riorganizzazione dei servizi territoriali delle altre zone dell’Umbria, dovrebbe essere poi coerentemente dimensionato sulle nuove previsioni di programmazione. Nessuno nega dunque né l’esigenza di Terni di avere un nuovo ospedale più moderno e funzionale, né quella di Narni-Amelia di veder riconosciuto un ruolo rilevante nel sistema ospedaliero a scala territoriale provinciale. Noi però a nostra volta dobbiamo avere la capacità e la forza di far sì che gli altri ci riconoscano quella funzione specifica ed egualmente importante che è propria di un territorio come il nostro e che completa e rafforza l’intero sistema.
Cari sindaci, il mio è un appello ad affrontare il problema dei servizi sanitari ed ospedalieri di Orvieto con visione ampia e strategica fuori dai consueti schemi della cultura politica dominata da verticismo e tatticismo. Ed è un appello urgente, perché la realtà incalza, è veloce, richiede prontezza, elaborazione efficace, e iniziativa adeguata. Discutiamone presto, riuniamoci tra forze e funzioni diverse, contattiamo i sindaci di Terni, Narni e Amelia, facciamo qui una conferenza aperta e di strategia territoriale ad ampio raggio. Sindaco Tardani, prenda lei in mano l’iniziativa. Su questo terreno non valgono le diversità di collocazione istituzionale, tanto meno le differenze di orientamento politico, valgono solo le volontà comuni.