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Home Cultura

Primo Itinerario Cittaslow d’Italia: Orvieto in rete con Asolo, Greve in Chianti e Pollica

Redazione 2 by Redazione 2
6 Dicembre 2019
in Cultura, Secondarie, Archivio notizie
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ORVIETO – Numeri contenuti, ambiente e cultura in primo piano, un periodo di permanenza adeguato e rigorosamente in bassa stagione: sono questi i tratti distintivi del progetto pilota internazionale di Cittaslow International, che vede nascere il quadrilatero del turismo lento e attento grazie a quattro città aderenti a Cittaslow Italia.
Turismo di massa, alta stagione, visite mordi e fuggi a paesaggi e luoghi d’arte: niente di tutto questo connoterà il nascente quadrilatero del turismo slow italiano, che vede ai vertici il pittoresco borgo collinare di Asolo (Treviso), la capitale del Chianti fiorentino Greve in Chianti (Firenze), la città della Rupe Orvieto (Terni) e la piccola polis Pollica (Salerno). Si tratta di un progetto pilota di Cittaslow International, una sperimentazione a livello internazionale nata in seno all’annuale assemblea Cittaslow Italia (che riunisce 84 città italiane; sono 262 nel mondo) che, in un’ottica di turismo sostenibile, si concretizza in un itinerario inedito, il primo in Italia, limitato nei numeri e nello spazio per rispettare i luoghi e le comunità, che guarda all’ambiente e alla cultura come possibilità per lo sviluppo dei territori locali, puntando alla rivalorizzazione dei borghi, allo sviluppo sostenibile e alla residenzialità.
L’idea ha iniziato a delinearsi nel 2016, muovendo dall’esigenza di differenziare il turismo nelle piccole città privilegiando i periodi meno affollati (“fuori stagione”), puntando sulla dimensione internazionale (per questo è stato posto come requisito fondamentale la vicinanza di un aeroporto). Gli spostamenti avverranno in pullman e ogni città proporrà una propria guida specializzata, con il compito di far conoscere anche l’artigianato e le piccole produzioni locali.
L’itinerario: un nuovo Grand Tour… slow. Il pacchetto, ideato e promosso dai quattro comuni, prevede una permanenza di 20 giorni, quattro per ciascuna località: l’arrivo è previsto a Venezia, città dalla quale raggiungere Asolo e proseguire poi per Greve in Chianti, Orvieto e Pollica, con partenza infine da Napoli (sono stati privilegiati due grandi aeroporti per favorire il turismo internazionale).
Una riproposizione moderna del Grand Tour, che del viaggio in Italia che compivano i rampolli europei nel XVII secolo conserva la natura conoscitiva ed educativa – alla scoperta di cultura, arte, storia – e la totale assenza di fretta. A ciò il nuovo itinerario aggiunge quattro tappe che non fanno parte delle principali vie turistiche, quattro “perle” da scoprire non solo dal punto di vista storico e culturale, ma anche paesaggistico ed enogastronomico (tipici sono l’olio per Asolo, Orvieto e Pollica) e il vino (per Asolo, Greve e Orvieto), e l’apertura ad un turismo anche extraeuropeo.
Prima tappa sarà Asolo, cittadina medioevale situata in posizione collinare tra la pianura e il Monte Grappa, che è annoverata tra i Borghi più belli d’Italia. Amata oggi e in passato da viaggiatori e intellettuali da tutto il mondo, il suo nome è legato in particolare a quello di tre donne, la regina di Cipro Caterina Cornaro, la Divina del teatro Eleonora Duse e la viaggiatrice e scrittrice Freya Stark, che la scelsero come patria elettiva. Lo spettacolo di Asolo risiede nelle testimonianze storiche (nella primavera 2020 riaprirà al pubblico anche l’iconica Rocca) ma anche nel paesaggio circostante, al quale è stata dedicata una crescente attenzione: oggi la tutela dell’ambiente e della biodiversità è una priorità dell’amministrazione, che si traduce in prodotti tipici pregiati come l’Asolo Prosecco Superiore DOCG e l’olio extravergine d’oliva (Asolo fa parte delle Città del Vino e delle Città dell’Olio).
Si proseguirà quindi verso il Centro, con Greve in Chianti, considerata la capitale del Chianti fiorentino. Nata ai margini delle importanti reti di comunicazione che facevano capo alla via Volterrana e alla via Francigena, da sempre il cuore della città è rappresentato dalla piazza, oggi dedicata a Giacomo Matteotti, chiamata per secoli il “Mercatale a Greve”, perché il luogo di mercato costituiva una sorta di punto di raccolta per molti villaggi e castelli della zona. Qui dal 2012 è stato istituito il Bio – Distretto di Greve in Chianti è un’area geografica naturalmente vocata al biologico dove agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni si occupano della gestione sostenibile delle risorse, partendo dal modello biologico di produzione e consumo.
Dalla Toscana all’Umbria, verso Orvieto, città inscindibile dalla sua rupe tufacea creata dall’attività vulcanica. Ha visto la fondazione di Cittaslow venti anni fa al teatro Mancinelli e ora ospita la Sede Internazionale che coordina il progetto Cittaslow Tourism. La Rupe, gigante di pietra, si erge tra le colline, un paesaggio modellato dall’uomo nel quale si coltivano prevalentemente viti ed ulivi. Da sempre snodo di comunicazione con tutte le altre città etrusche, la rete delle strade che la collegano al territorio lambiscono l’area di uno dei più importanti santuari etruschi: il Fanum Voltumnae.
Nel Medioevo la città divenne un potente comune che dominava un territorio vasto e ricco e la Rupe fu occupata da nuovi edifici: palazzi pubblici e privati, torri, chiese e conventi e nel 1290 fu posta la prima pietra del Duomo di Orvieto che ancor oggi custodisce il lino del miracolo di Bolsena. La Rupe, nelle sue viscere, conserva un gioiello architettonico prodotto dal genio dell’ingegneria cinquecentesca: il Pozzo di San Patrizio. Tufo ed acqua, cibo e vino, legati dalla storia in un intreccio indissolubile.
Il Grand Tour Cittaslow termina a Pollica, e dai colli si giunge al mare. Pollica è, come dice il toponimo stesso, una piccola polis, una cittadina in sé conclusa. Qui tra il VII e l’VIII secolo giunsero i monaci basiliani e vi fondarono il proprio cenobio: una comunità in fuga dall’Oriente bizantino, trova la propria dimensione tra le balze e i sentieri di questa fetta di sud. Le notizie più antiche sulla presenza di un insediamento risalgono al XII secolo. Fu in seguito feudo dei principi Capano, quindi dal 1795 dei De Liguori, fino all’avvento della dominazione borbonica. ll Castello dei Principi Capano nel 1290 è stato ereditato da Guido d’Alment, giunto in Italia al seguito di Carlo I d’Angiò, e ancora oggi svetta sui tetti e sui comignoli del piccolo centro di Pollica, conferendogli un tratto inconfondibile. Nel 1997 il Castello è stato acquistato dal Comune che lo ha restaurato e destinato a fini culturali, collocandovi il Centro Studi della Dieta Mediterranea dedicato ad Angelo Vassallo, il celebre “sindaco pescatore” al cui costante lavoro si deve nel 2011 il riconoscimento dell’Unesco di Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità della Dieta Mediterranea e della comunità cilentana, emblematica di queste terre.
La gestione. Ogni località si farà parte diligente per coordinare gli operatori locali del turismo, artigianato, agricoltura, commercio e creare uno o più pacchetti, individuando una figura di riferimento tecnico operativo per la gestione locale.
La promozione internazionale invece sarà coordinata da Cittaslow International, a livello locale ai sindaci e alle amministrazioni comunali. Un tour operator infine, farà i servizi di intermediazione, supporto amministrativo e contatto col cliente finale, vendita prodotti turistici e offerte varie.
Il progetto pilota che già verrà replicato su altri itinerari e Cittaslow, in Italia e all’estero, ha già ottenuto l’interesse della rete Cittaslow del Sud Corea, che si accinge ad organizzare un primo gruppo che per primo testerà il Grand Tour Cittaslow.

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