di Renato Piscini
La provocazione-proposta riguarda la possibilità di creare anche ad Orvieto un fulcro dell’innovazione attraverso finanziamenti privati e del Comune mettendo a disposizione la Caserma Piave per 99 anni salvo convenzioni e o facendo un’operazione cittadina di autofinanziamento (vedi costruzione caserma primi Novecento).
Il progetto prevederebbe la riconversione della Piave con destinazione centro ricerca e start-up innovazione, prevedendo una ambiziosa rigenerazione del centro storico. In questo sito potrebbero trovare casa giovani ricercatori, società del settore digitale etc.
I molteplici metri quadrati a disposizione sarebbero sede di centri di ricerca, coliving, coworking, open innovation. La crisi del 2008 , ancora in essere, deve essere vinta anche ad Orvieto: per sostanziare la cosa si cerchino investitori privati (ce ne sono) investimenti europei -comunali, un progettista internazionale, marketing.
Insomma, promuovere un think tank pubblico privato in grado di attrarre investitori (anche attraverso un evento ad hoc), partnership, erasmus etc. Sarebbe sede di galleria di arte, loft per giovani, spazi comuni creando idee e futuro.
Oltremodo non mancano aziende già in essere nel settore e artigianato e cultura locale di qualità oltre che storica per richiamare attenzione e coinvolgere creativi di tutto il mondo che necessitano di spazi ecofriendly ove sviluppare idee. L’esempio Lisbona (Portogallo) è uno dei tanti nel mondo, l’ aiuto di un ceo del settore aiuterebbe allo sviluppo della provocazione. Orvieto non è ultima al secolo. Ancora è tutto da esplorare. Certo, serve coinvolgere la stampa, personalità … mondi.