MONTECCHIO – “Le piccole scuole nei comuni minori sono un patrimonio inestimabile di comunità, oltre che poli di formazione insostituibili”. A dirlo è il sindaco di Montecchio, Federico Gori, che ribadisce quanto affermato in occasione dell’evento organizzato da Indire “Piccole Scuole: una risorsa per i territori” nell’ambito della Settimana delle Piccole Scuole in svolgimento all’Auditorium Parco della Musica di Roma fino all’8 dicembre.
Gori, in qualità di presidente dei Piccoli Comuni di Anci Umbria, ha esortato a “mantenere il presidio insostituibile delle scuole, indispensabili per la tenuta dei nostri territori. Quando parliamo di piccole scuole – ribadisce il sindaco e presidente Anci Piccoli Comuni – siamo ben consapevoli di avere a che fare con territori fragili, a rischio spopolamento ed in molti casi in concomitanza delle aree Interne, quindi a rischio spopolamento ed invecchiamento demografico”.
Secondo Gori però “le piccole scuole, nonostante le mille difficoltà quotidiane hanno ancora bisogno di persistere in realtà più ‘ostili’, per invertire la rotta e tramutare in opportunità quelli che attualmente sono considerati problemi nei piccoli Comuni”. Il sindaco di Montecchio si dice quindi “orgoglioso di considerarsi un sindaco di campagna, ben consapevole dell’importanza della scuola per mantenere intatti tessuti economici e sociali che patiscono diverse problematicità in fatto di sviluppo economico e sociale”.
Secondo Gori molte delle scuole collocate nei territori marginali subiscono oggi il fenomeno delle pluriclassi. “Per noi – osserva – è più che altro un presagio di chiusura delle strutture. Per questo è indispensabile rivedere i parametri che regolano le formazioni delle classi nelle realtà più disagiate come le aree montane e interne del Paese”. “Anci – ricorda infine Gori – ha approvato nel 2017 l’Agenda per il controesodo che evidenzia, tra l’altro, la tutela della scuola e dell’istruzione come valori fondamentali anche per contrastare lo spopolamento delle aree più marginali. Questo in particolar modo per contrastare il disagio educativo ed evitare che in futuro ci siano cittadini di serie A e di serie B. Per questo occorre appunto affrontare il problema con estrema urgenza, coinvolgendo gli attori principali, tra cui, prima di tutto, il governo”.
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