Qualificare Te.Ma (dicitura per esteso Teatro Mancinelli) “un pozzo senza fondo”, rappresenta una (delle tante) falsità con la quale si cerca invano di nascondere alla collettività la genesi, la storia e la reale situazione dell’Associazione. A proposito di storia ci si dovrebbe ricordare che negli anni 2011 – 2014, quando l’attuale Sindaca rivestiva ruoli apicali nella giunta Concina, il Comune ha assunto ben tre delibere di Consiglio Comunale che hanno prodotto ulteriori carichi finanziari sull’associazione. La Giunta dell’epoca decise:
a) la riduzione unilaterale del contributo in vecchia convenzione anno 2011;
b) le postergazioni delle rate dei mutui degli anni 2010 e 2014 al 2017 e 2018. Operazione contabile che se da un lato ha alleggerito i bilanci comunali, dall’altro ha generato rilevantissimi oneri finanziari a carico di Te.Ma;
c) accensione di un altro mutuo presso BCC per euro 300.000 ancora e sempre a carico di Te.Ma.
Di queste vicende Te.Ma ha già chiesto conto all’amministrazione comunale con note del 29.03 e del 12.07. Non a caso le forze politiche che oggi costituiscono la maggioranza che sostiene l’attuale giunta, nel corso degli anni, allorquando sedevano sui banchi delle opposizioni, piu’ volte, sia in commissione che con autonome interrogazioni, hanno perorato la causa di Te.Ma nei riguardi dell’Amministrazione.
Ciò non dimeno rammento che nonostante l’enorme aggravio del debito la Te.Ma oggi ha uno stato patrimoniale pari a 1.487 mln mentre nel 2011 ammontava ad oltre 1.900 mln. Tanti sponsor si sono affacciati in questi ultimi due anni e certo consapevoli che il proprio contributo non finiva nel pozzo senza fondo ma in attività di livello altissimo e finalizzato alla promozione, quella vera, della cultura, dell’informazione e della formazione.
Basti solo citare i patrocini dei Ministeri che sono intervenuti sugli spettacoli per l’alta connotazione socio/culturale degli stessi (Teatro Memoria Giornate della Memoria e del Ricordo).
Per non parlare delle migliorie che Tema ha apportato al Teatro di proprietà, del Comune non del sindaco del momento o della maggioranza di turno, a partire schermo/cinema pagato da un Istituto bancario cittadino, dalla nuova pavimentazione del palcoscenico Mancinelli (per citare sponsor che secondo questo ennesimo comunicato sono stati buttati nel pozzo senza fine). Piuttosto pensiamo a tutte le inadempienze del Comune a partire dalle caldaie nuove, dall’approntamento di tutte le opere necessarie a rendere agibile la infrastruttura Teatro a cominciare dall’antincendio per finire alle quinte strappate che sarebbero dovute essere obbligatoriamente realizzate dal Comune come da nuova convenzione stipulata il 6 giugno 2018.
La Te.Ma ha fatto fino al 6 novembre u.s. 35 giornate di apertura più le 4 su 5 giornate gratuite spettanti al Comune in pieno adempimento dei propri obblighi concessori. Per contro la controparte Comune è ancora totalmente inadempiente. Non si cancella né la Te.Ma né contratti con atti di imperio bensì con atti e fatti meno traumatici per una città ridotta ai minimi termini il cui unico fine è sempre e soltanto l’individuazione di untori per accecare la collettività del nulla amministrativo.
L’attuale Sindaco non avendo risposto a:
PEC sull’approvazione della stagione teatrale, PEC sulla nomina del consigliere in sostituzione al consigliere Presidente/legale rappresentante, PEC relative alla sollecitazione delle urgenti, ineludibili, improrogabili realizzazioni delle opere di messa in sicurezza dell’immobile ed infine alle lettere dell’avvocato di richiesta di quanto la Te.Ma riteneva dovuto dal Comune per le ragioni sopra esposte,
TUTTO QUESTO HA PARALIZZATO LE ATTIVITA’ DELLA TEMA, rendendo obbligatorie le dimissioni dell’intero CdA. Non certo le stesse possono essere adombrate come motivazione di paralisi della associazione stessa. I debiti della Te.Ma sono ben noti alla politica orvietana essendo fino alla fine del 2014 gli assessori alla cultura delle giunte cittadine i presidenti dell’associazione stessa e dal 2015 sempre il socio di maggioranza Comune ha nominato la maggioranza del CdA (3 membri su 5) nonché la legale rappresentanza della stessa ed infine avendo approvato e sottoscritto tutti i bilanci dalle origini della Tema ad oggi in sede di assemblea dei soci. Quindi chiedere verità, o proporre alternative dell’ultima ora da veterani della politica orvietana sembra quasi quello che accade oggi al nostro Governo Nazionale dove il Presidente del Consiglio stupito e sopraffatto dal disastro Ilva invoca “un’idea” ai propri ministri per risolvere un problema che appare arrivato dal nulla. [suggeriti]
Cristina Calcagni