Una storia che sa di territorio, genuinità, semplicità. Il tutto condito da una buona dose di umorismo. E’ quella che abbiamo raccontato insieme a Marco Ciarlora, autore di “Ada e Gino“, il libro scritto in dialetto orvietano che narra le vicende di due anziani coniugi che dalla campagna di Orvieto (Lapone) si trovano a viaggiare verso Torino entrando in contatto con modi moderni di vivere, diversità culturali e sociali con cui dovranno fare i conti. Con una voce narrante d’eccezione, quella di Filippo Graziosi, poliedrico amante della cultura teatrale, musicale e artistica, che ha letto diversi brani tratti dal romanzo.
“Ada e Gino non esistono nella realtà – spiega Marco, l’autore, – ma potrebbero benissimo. Mi sono infatti ispirato a storie della mia infanzia, a situazioni che mi sono trovato a vivere o che mi raccontavano i miei nonni e che ho deciso di scrivere per trasmettere quel sano umorismo che scaturisce naturalmente da queste situazioni” (IL VIDEO PER RIVIVERE LA PRESENTAZIONE).
E nel libro c’è anche tanta parte del territorio che conserva le tradizioni fatte di lavori che si stanno perdendo, animali domestici considerati una preziosa ricchezza (come si vede bene nel libro e dalle vicende per ritrovare i “billi scomparsi”) fino all’esprimersi di dialetto, la lingua delle nostre radici che ormai sta scomparendo e che invece esprime profondamente, con particolare musicalità e espressività, ciò che siamo.
“La casa editrice LibroSì – dice Fabio Graziani, l’editore che ha pubblicato il libro di Marco Ciarlora – ha particolare attenzione per gli scrittori del territorio, che vogliano valorizzare Orvieto e la sua cultura. C’è molto da raccontare, queste storie sono una arricchimento anche per noi, siamo molto orgogliosi di aver pubblicato Ada e Gino. Aspettiamo altri racconti”.
Tanti anche i progetti futuri, da un adattamento teatrale ad una mappa alla scoperta di posti reali che troviamo nell’ambientazione di diverse vicende del romanzo e che mantengono ancora quella genuinità di cui molti vanno alla ricerca.
L’evento è stato ospitato dalla deliziosa Libreria Sovrappensieri che sempre sensibile alla realtà locale apre spazi per nuovi autori.