di Renato Piscini
La politica resta inerme ma le città si devono trasformare. Dopo l’era degli agrari e del successivo balzo, nei gangli del potere, del proletariato proveniente dalla campagna in Orvieto si è perso lo stampo, la suggestione, l’idea. Insomma, ad eccezione di singole menti apparse qua e là in ambito Dc-Pci, ci siamo spiaggiati. Alla fine l’ingrato spettacolo è questo e quando cominceremo ad interrogarci sul senso di tutto questo…il dado sarà tratto o ci sarà un sussulto.
Abbiamo assistito al boom edilizio che ha evidenziato un’imprenditoria non all’altezza in quanto appena il mercato falsato si è arrestato, la stessa si è dissolta come neve al sole. Abbiamo assistito all’ubriacatura degli asset cittadini creando aspettative che hanno avuto la durata del suo esecutore-ideatore. Abbiamo avuto fior di finanziamenti che hanno distribuito valore aggiunto ad personam e spalmato rinconversioni e valorizzazione ma anche questo è durato il tempo del suo iter.
Senza idealità e realismo accompagnato da un vero governo non potrà arrivare un vero cambiamento. Una città imbevuta di storia ed arte e che si consuma sic et simpliciter non ha futuro. Classi dirigenti che si rivelano ogni volta peggiori di quelle precedenti, consumano tempo ed arretrano la possibilità di un’evoluzione. Intrecci di nomine e sprechi e cifre del tutto sbagliate vanificando la resistenza dei residenti della città e l’esodo diventa attrazione.
Il centro storico oramai riservato ai turisti con i prezzi che esplodono e i residenti che fuggono. Questo è il quadro, della serie …ho sparato alla mia città! L’utopia che non c’è più, le sfide da fronteggiare in attesa di reinventarsi… questo è lo status.
Allora, cittadino orvietano, vieni e scopri la tua antica storia in modo che Orvieto possa ritornare. Occorre una nuova azione per costruire un’alternativa economica da parte di tutti investendo se stessi (anche economicamente) in qualunque asset cittadino che da anni sono in attesa di essere utilizzati, visto che la politica ha abdicato o non è stata capace. Le diversità tra destra e sinistra non coinvolge la qualità e l’impegno degli individui. La diversità è una concezione nuova della società per una sua evoluzione. Ci si distingue in quanto l’amore per gli altri è lo stesso di quello per se stessi. Non ci dobbiamo preoccupare di quello che abbiamo conquistato e come difenderlo. Dovremmo, invece, far dare voce alla speranza delle nuove generazioni iniziando ad ascoltarle e cercare di dare loro risposte. Altresì, non può essere la paura a guidare le scelte ma una reale speranza insita negli animi che non vogliono vederla…quindi green economy, economia circolare, mercati e finanza all’altezza per creare il futuro. Soprattutto partire da ciò che si ha e valorizzarlo senza paura ma con competenza facendo un passo indietro chi non ha le ali.
Dalla serie ben tornato Pinocchio…racconto di una città mai adulta!