di Valeria Cioccolo
Nova Civitas ha aperto con un grande successo di pubblico e di interesse il nuovo corso. Quest’anno l’attenzione è rivolta ad un tema attuale quanto forse in qualche modo sconosciuto, la Sussidiarietà. La serata si è aperta con i saluti del Vescovo, Mons. Benedetto Tuzia, che ha auspicato per tutti un maggiore partecipazione alla vita pubblica, che poi vuol dire “fare politica”, ed ha invitato a “scendere dal balcone” per rendersi più attivi verso la società e quindi verso il prossimo.
Anche questo vuol dire agire in sussidiarietà, avvalersi cioè di azioni di prossimità tra cittadini, istituzioni e altri soggetti che proprio per la vicinanza al territorio e alle persone riescono a essere più efficienti, mirati e tempestivi nell’intervenire nelle situazioni.
Della questione ha poi diffusamente parlato il prof. Pierluigi Grasselli che, dopo un excursus storico in cui ha richiamato il principio di sussidiarietà nella Dottrina sociale della Chiesa, ha spiegato come sia questa un’azione valore che è alla base stessa dell’ordinamento italiano, a partire dalla Carta costituzionale, ma anche fondante dell’Unione Europea.
Tuttavia oggi si assiste ad un paradosso. Si favorisce infatti l’istaurarsi di un rapporto diretto politica-cittadini. Se questo può sembrare un vantaggio, mostra invece preoccupanti limiti. Vengono infatti meno i cosiddetti “corpi intermedi”, organizzazioni di tipo sociale, economico , culturale, ricreativo, formate spontaneamente dalle persone, che favoriscono la crescita e il mutuo aiuto, secondo il principio per cui ognuno può offrire qualcosa di originale alla comunità in cui vive.
Ed ecco che la cosiddetta “disintermediazione” porta gli stessi cittadini a non essere più parte attiva della costruzione del bene comune e a diventare essi stessi l’elemento “fragile” nel rapporto con lo Stato invece che espressione di libertà e autonomia. La sussidiarietà si avvantaggia dell’azione di ognuno, favorisce il dialogo, la prossimità dell’azione, la comprensione e la soluzione di molti problemi. Storicamente la dottrina sociale della Chiesa ha sempre sostenuto questo principio fin dal sec. XIX, tra tutte si ricorda l’enciclica Caritas in Veritate che fu emanata nel 2009 in piena crisi economica. Oggi, dopo che la globalizzazione ha ampiamente mostrato i propri limiti, si torna a parlare dell’importanza del principio di una sussidiarietà, che diventa non solo orizzontale e verticale, ma circolare, in cui cioè si sperimentano nuovi modelli economici più equi che rendano più efficaci le azioni e favoriscano una partecipazione più diffusa.
La prospetti in questo nuovo anno di Nova Civitas si fa interessante. Partecipare significa rendersi consapevoli del diritto-dovere di poter agire nell’interesse proprio e degli altri, detto con le parole di Giovanni Paolo II: “La partecipazione è un dovere da esercitare in modo responsabile e consapevole in vista del Bene comune, in particolare della sopravvivenza di una società Democratica”.
Prossimo appuntamento il 14 dicembre con “LA FAMIGLIA: Soggetto e oggetto di Sussidiarietà”.