ORVIETO – Una dodicesima edizione del Challenge Internazionale Euposia che la rivista “The Italian Wine Journal” e il Consorzio Vini Orvieto hanno curato nei minimi dettagli e che ha dato risalto non solo al vino orvietano, ma all’intera città. Una competizione di alto valore che ha portato sulla Rupe esperti di vino e degustatori da tutto il mondo che per due giorni hanno analizzato quasi 150 bottiglie provenienti oltre che da Italia e Francia, da Spagna, Regno Unito, resto d’Europa, Americhe, Asia, Oceania e Sud Africa. I risultati del Challenge, come consueto, saranno resi noti alla stampa internazionale nella sede di Verona, durante la prossima edizione del Vinitaly, ma sicuramente per i giudici internazionali, presieduti dal dottor Riccardo Cotarella, presidente degli enologi mondiali e italiani, non è stato semplice assegnare i voti ad un lotto di spumanti e champagne di notevole qualità.
Il Challenge Internazionale Euposia, è l’unico concorso al mondo riservato agli Champagne e ai vini spumanti Metodo classico, e ha a ottenuto in questi anni numerosi primati: è stato il primo a scoprire ed a proporre all’attenzione della critica internazionale i Metodo classico del Regno Unito (oggi uno dei capitoli vincenti dell’enologia mondiale grazie ad uno sviluppo inarrestabile ed allo sbarco delle grandi maison dello Champagne oltre Manica), quelli dell’Asia (India, Giappone e Cina) e delle Americhe: dall’Oregon sino alla Patagonia.
Per l’Italia, il Challenge ha contribuito a lanciare produttori e denominazioni di alta qualità, ma di produzioni contenute, nonché ad affermare la validità delle più blasonate produzioni italiane (Trentodoc, Franciacorta, Alto Adige, Alta Langa ecc) nei confronti degli Champagne e delle maggiori, per volumi, produzioni internazionali.
Un Challenge che è diventato una vera e propria case-history dando vita ad un nuovo “filone” di concorsi ed eventi sugli spumanti. Il Challenge assegna il titolo di Campione del mondo per i vini Metodo classico bianchi e rosé, per quelli biologici e quelli realizzati con vitigni autoctoni, nelle versioni brut, extra-brut e pas dosé.
L’impegno del Consorzio Vini Orvieto si è mostrato lungimirante proprio nella prospettiva di promuovere, come era stato lo scorso mese di giugno con la prima edizione di Benvenuto Orvieto diVino, eventi di respiro internazionale che possono dare non solo risalto alle produzioni orvietane, ma all’intero indotto culturale, storico, enologico e gastronomico della città. Un progetto che sta dando risultati decisamente evidenti, specie per quanto hanno potuto testimoniare gli stessi ospiti stranieri e italiani del Challenge Euposia.
La master fuori concorso riservata proprio alla selezione degli Orvieto in commercio e soprattutto alle sperimentazioni su spumante e trebbiano t34, condotta da Fabio Mecca vicepresidente di giuria, è stata uno dei momenti più impegnativi per gli ospiti. Con attenzione e sopratutto competenza la giuria composta esclusivamente da esterni si è soffermata sull’analisi dei vini orvietani percependone non solo le sfumature, ma approfondendone ogni volta le caratteristiche e le opportunità.
Per quanto riguarda la sperimentazione dello spumante prodotto con uve del disciplinare dell’Orvieto, è stata apprezzata la notevole armonia di aromi che riesce già a sprigionare, nonostante sia ancora in una fase di elaborazione.
I giurati sono divenuti protagonisti d’eccezione della prima degustazione dei vini oggetto della sperimentazione del Consorzio Vini Orvieto sulla vinificazione del Trebbiano T34 derivante dai 4 territori del comprensorio orvietano: Argilloso, Alluvionale, Sabbioso, Vulcanico. Tanti i commenti positivi e le differenti reazioni che i vini hanno regalato ai degustatori, molto attenti a percepire i sapori e le varietà territoriali..
Per Goran Anmegard chef di fama mondiale e proprietario della più grande azienda vinicola di Svezia l’approccio con le molteplici varierà dell’Orvietano è stata entusiasmante: “In Svezia non si conoscono molte tipologie di Orvieto, oggi ho avuto l’occasione di conoscerne molti e sono rimasto affascinato. Un vino estremamente delicato e fruttato. Come chef posso dire che la sua applicazione è molteplice”.
Anche Bob Lindo, padre delle bollicine inglesi, ha definito l’Orvieto: “Una grade sorpresa. Un vino fantastico per gli abbinamenti con pasta, tartufo, pizza e non solo. Decisamente un grande vino adatto a tante occasioni”.
Non sono mancati gli apprezzamenti orientali. Julie Jin, proveniente dalla Repubblica Popolare di Cina e creatrice di vini d’autore, non ha usato giri di parole per definire l’Orvieto: “Un vino di ottima qualità, che definirei buonissimo”. Per la giapponese Mayumi Nakagawara, sommelier AIS e giornalista enogastronomica, l’Orvieto è: “Un vino di carattere, per la sua sapidità e mineralità, decisamente buono e apprezzabile”.
Non poteva altrettanto mancare il commento di Severino Barzan, del Grand Jury Européen, patron della “Bottega del Vino” di Verona , uno dei fondatori del challenge “Euposia” insieme Carlo Rossi, Luigi Bortolotti e Beppe Giuliano. “Un’esperienza fantastica – ha commentato Barzan -, pur essendo io un italiano non conoscevo così bene l’Orvieto. Mi hanno fatto sognare le differenze, ho compreso quali sono le differenze nei terroir. Credo che questo vino avrà un grande futuro”.
Con questo forte incoraggiamento la città di Orvieto, ma soprattutto il Consorzio Vini chiude questa esperienza con positività e la consapevolezza che il percorso intrapreso per il rilancio dell’Orvieto è quello giusto. E tra gli obiettivi non pu certo mancare quello di veder partecipare, in un prossimo futuro, proprio al Challenge Internazionale Euposia i nuovi spumanti provenienti da vini del disciplinare Orvieto.
In attesa, dunque, del prossimo Vinitaly che svelerà l’esito del concorso, come lo stesso presidente del Consorz
io del Vino, Vincenzo Cecci, e il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, hanno sottolineato nella cena di gala che ha concluso la manifestazione, svoltasi nella sala ricevimenti del ristorante “Al San Francesco”, il mondo del vino orvietano ha intrapreso la strada giusta per riportare l’Orvieto nelle posizioni alte della classifica dei migliori vini bianchi italiani e internazionali.