di Massimo Gnagnarini ex assessore partecipate Comune di Orvieto
Sulla Relazione consegnata il 17 ottobre dal commercialista incaricato dal Comune:
1) Qui l’Associazione TeMa viene indicata come “partecipata “, mentre su tutti gli atti comunali è classificata come “controllata”. La differenza sostanziale è che nel primo caso si devono sottoporre obbligatoriamente i bilanci dell’Associazione alla “due diligence” comunale concorrendo essi alla formazione del bilancio consolidato del Comune, mentre nel secondo caso ciò avviene solo in presenza di indici contabili che superano determinate soglie. Nel caso della TeMa, giusto un mese fa, l’Amministrazione comunale ha escluso la TeMa dal proprio bilancio consolidato in quanto tali indici non superavano le soglie fissate dalla legge.
Se dunque i risultati di bilancio della TeMa non possono incidere sui risultati di bilancio del Comune appare perlomeno bizzarro che si sia commissionato un incarico esterno ed oneroso per verificarne lo stato dei conti.
E’ presumibile, dunque, che l’incarico è stato dato non per conoscere quel che già si sapeva ma bensì come elemento in più per giustificare altre ipotesi di governance futura nella gestione del Teatro Mancinelli. Cosa legittima da parte della nuova Amministrazione comunale, ma finora perseguita con una dose di ipocrisia politica al limite di ogni ragionevolezza e rispetto soprattutto verso chi rimarrebbe impigliato nelle vicende e nei contenziosi che dovrà affrontare la “ bad company” per favorirne una nuova e libera dai debiti pregressi.
2) L’analisi tecnica del professionista sulla stato attuale dei conti della TeMa , svolta nei confronti degli ultimi cinque esercizi, è corretta e sostanzialmente corrisponde a quella che la precedente Giunta comunale aveva svolto, internamente, nei confronti degli ultimi dieci esercizi. ( Chi fosse interessato ne può trovare un ampia sintesi sul LA BOLLA – Il caso Orvieto edito nel 2018 da Intermedia Edizioni ).
3) Nelle sue conclusioni il Dott. Angeli ( commercialista ) afferma che allo stato attuale senza che intervengano novità di rilievo la crisi economica della TeMa “non appare reversibile”. Sono le stesse conclusioni a cui pervenimmo nella trascorsa consigliatura alle quali, però, facemmo seguire una precisa mission assegnata al CDA della TeMa ovvero di ridurre le spese del personale e di allargare la sfera operativa dell’Associazione ad altri mercati culturali in Umbria e nelle regioni circostanti. Qualcosa si è visto e sarebbe pura ingratitudine verso gli amministratori dell’Associazione non riconoscerlo. Il personale è stato ridotto e c’è stata una qualche attività verso l’accesso ai fondi comunitari europei.
In altre parole negli ultimi cinque anni, mediamente, la TeMa ha presentato bilanci in attivo.
Sulle più recenti dichiarazioni rese alla stampa da componenti dimissionari dell’attuale CDA della TeMa:
1) Non e’ corretto definire , come appare nel prospetto mostrato che riepiloga costi e ricavi per la stagione 2019/2020 con la fattispecie di “contributo” del Comune di Orvieto i 170.000 euro per lo svolgimento della stagione. Si tratta, in realtà, del corrispettivo per la gestione del Teatro e della stagione teatrale , al quale aggiungere l’iva, discendente dal contratto di servizio della durata di anni 3+1 tra il Comune di Orvieto e l’ Associazione TeMa a seguito di assegnazione alla stessa della gara di pubblico appalto svoltasi nel 2017.
2) Parimenti inesatto è attribuire il 37% del valore del suddetto corrispettivo come pagamento delle rate dei mutui contratti dalla TeMa negli anni passati e che non beneficiano di alcuna fideiussione o altre primarie garanzie mai rilasciate dal Comune di Orvieto. In conclusione ho l’impressione che tutta questa butade sulla TeMa, innescata dall’Amministrazione Tardani, più che fare chiarezza aumenti la confusione.
Faccio un esempio. Il Sindaco ha recentemente scritto che il Comune per quest’anno ha già pagato alla TeMa tutte le sue spettanze. Ora il servizio pubblico per cui il Comune ha pagato non è ancora partito e non è noto se e quando partirà. In ogni caso , di certo, c’è già stata una riduzione della prestazione rispetto a quanto contrattualizzato. La domanda che sorge spontanea è se il Comune oltre ad aver diffidato la controparte , se mai l’ha fatto, intenda o meno recuperare i soldi già pagati. Fa parte degli obblighi amministrativi vigilare sul regolare svolgimento dei servizi appaltati e se si paga senza ottenere i servizi concordati , ma questo lo saprete già, si va incontro a un più che probabile danno erariale.
Se diversamente fosse la TeMa il soggetto danneggiato per mancanza di un adempimento da parte del Comune come ad esempio la mancata presa d’atto del Cartellone della stagione teatrale da parte della Giunta comunale allora il danno per il Comune sarebbe doppio. Quello derivante dall’aver impedito lo svolgimento del servizio pubblico già pagato e quello derivante alla TeMa per i mancati incassi.