Dammi ancora la mano, anche se quello stringerla è solo un pretesto
per sentire quella tua fiducia totale che nessuno mi ha dato o mi ha mai chiesto
(Francesco Guccini, Culodritto, Signora Bovary, EMI, 1987)
Dobbiamo fermarci, invece. E farci guardare dritti negli occhi. Togliere ogni difesa, abbassare ogni protezione ed eliminare ogni scusa. Pensiamo di esser capaci, ma abbiamo paura di essere giudicati. Siamo certi di offrire, ma non sempre sappiamo il valore del tempo. Dobbiamo star fermi, allora. E non cedere all’impegno che diventa un inganno. E contrastare la tentazione di mascherare una fuga.
E avvicinarci in silenzio, cercando nel vuoto un nuovo equilibrio. E ascoltare parole, come fossero musica sulla quale ballare. E guardare lontano, sognando una strada che non conosciamo. Resistere al vento, fermare la pioggia, respirare sott’acqua. Proteggere i semi, restando pazienti. Ed essere lì quando sarà necessario.
Alessandro Chiozza è nato nel 1962, in agosto; romano, tifoso e soprattutto tre volte padre, è laureato in Pedagogia ed è ricercatore per professione ormai da trenta anni. Ha tre grandi passioni: il running, il trekking e la fotografia. A queste si è aggiunta ormai da qualche anno la scrittura: prima i racconti, poi la cura di un blog, ma anche l’esperienza di scrittura collettiva. Nel 2018 ha pubblicato la sua prima raccolta di racconti, “Di corsa e altre storie”, edito da L’Erudita.
Puoi seguirlo anche su Instagram @alessandro_chiozza