di Massimo Gnagnarini ex assessore bilancio e partecipate del Comune di Orvieto
In questi giorni di nuove ipotesi, ripensamenti e accenni a imbarazzanti soluzioni finali sul destino del nostro Teatro Mancinelli potrà essere utile conoscere pezzi di verità , magari trascurate e scomode, in cui si è dipanata anche in questi ultimi anni la saga infinita del più controverso ente culturale della nostra città.
Qui ve ne racconto una di verità non per sentito dire ma vissuta in prima persona in veste di assessore al bilancio e partecipate e della quale non vado particolarmente fiero.
Ricordo nitidamente quella mattina la seduta del Consiglio comunale (2016), in cui avevo fatto inserire all’ordine del giorno un punto, mi sembra fosse il n. 7, che riguardava l’approvazione della procedura di riconoscimento di un debito fuori bilancio per circa 240.000 euro derivante dalla mancata corresponsione ,negli anni 2011 e 2014, dei corrispettivi che legittimamente la TeMa avrebbe dovuto ricevere in quei due esercizi, ma di cui l’ amministrazione di allora decise di rimandarne il pagamento agli anni 2016 e 2017.
Lo fecero per alleggerire e chiudere in pareggio surrettiziamente il bilancio comunale deficitario di allora senza curarsi affatto di creare alcun fondo di riserva, dando vita al contrario a una obbligazione futura che scavallava allegramente il termine del proprio fine mandato del 2014 e trasferendo in maniera illegittima a chi sarebbe venuto dopo l’onere di trovare i soldi e di risolvere il gran pasticcio amministrativo che ne sarebbe scaturito.
Il pasticcio non si limitava a dover trovare quei soldi nel 2016 e nel 2017, cosa che non ci spaventava affatto visto che durante il nostro mandato abbiamo trovato un totale di 10 min di euro per risanare il bilancio comunale, ma la difficoltà, in questo caso, consisteva soprattutto nel non poter corrispondere alla TeMa quei soldi perché nei bilanci comunali precedenti se ne era persa la traccia, quei soldi da pagare erano semplicemente spariti e non c’era stato alcun accantonamento che ne riconoscesse l’esistenza e quindi ne legittimasse adesso il pagamento.
Ma torniamo a quella mattina.
Prima della discussione del punto 7 ci fu una sospensione seguita da una riunione dei capogruppo (maggioranza e minoranza) dalla quale scaturì la richiesta unanime all’assessore di ritirare quell’argomento ovvero l’approvazione della procedura per il riconoscimento del debito fuori bilancio. Procedura peraltro regolata dalla legge quando ci si trova a pagare debiti pregressi senza tutte le cosiddette pezze d’appoggio. L’unico inconveniente è che devi trasmettere alla Corte dei Conti l’Atto ed essa presumibilmente alla Procura della C.d.C. per l’accertamento dell’eventuale danno erariale di cui avrebbero risposto gli amministratori comunali del 2011 nonché le alte burocrazie comunali.
La cosa di cui non vado fiero è che accettai di ritirare il punto e di rimandarne sine die la discussione. Avrei, invece, dovuto andare avanti , fregarmene delle pressioni, dei maldipancia fuori e dentro la maggioranza, delle posizioni strumentali delle opposizioni per favorire , invece, quel processo di chiarificazione dei rapporti tra TeMa e Comune di Orvieto , delle verità nascoste, dei detti e dei non detti. Una chiarificazione necessaria che tanto oggi sembra stare a cuore al Sindaco Tardani. Solo oggi, però, non ieri quando all’epoca dei fatti era vice-Sindaco.
Com’è finita ? Semplice abbiamo pagato l’equivalente alla TeMa con un contributo extra per gli anni 2016 e 2017 con buona pace di tutti. La morale ? E’ proprio vero che TeMa è stata considerata da molti e in varie epoche come una sorta di bancomat comunale per addomesticare i conti del Comune scaricando il valore dei beni e dei servizi prodotti per la città in quel limbo impudico che è stato ed è lo stesso bilancio della TeMa.
Invece ciò di cui vado fiero è di aver partecipato a una Giunta comunale che a Orvieto per la prima volta ha separato il destino della TeMa da quello del Comune. Lo ha fatto perseguendo la strada più ovvia e lineare indicendo una gara pubblica per l’assegnazione della gestione del Teatro Mancinelli. Gara che la stessa TeMa si è aggiudicata e che ora ha il diritto e dovere di onorare senza infingimenti e senza ingerenze da parte della stazione appaltante.
Lo faccia senza se e senza ma per il bene dell’Associazione stessa e soprattutto per il prestigio di Orvieto città pari ad altre più ricche e blasonate nel diffondere la cultura teatrale nella nostra povera e sempre più ignorante Italia.