ORVIETO – Presente in 31 paesi del mondo, dall’Europa, all’Asia e all’Oceania, realtà viva che ha saputo crescere fedele ai suoi principi e al suo modo di essere, Cittaslow festeggia i suoi primi venti anni nella città dalla quale tutto è partito: era il 15 ottobre 1999 quando questa idea un po’ folle venne tenuta a battesimo nella prestigiosa cornice del Teatro Mancinelli.
La nuova idea di città, che poi in realtà è quella antica e rispettosa delle tradizioni millenarie del nostro paese, ha saputo varcare i confini regionali, nazionali e continentali, anticipando di decenni alcune battaglie che oggi vanno per la maggiore, prima tra tutte quella per combattere il cambiamento climatico. Pier Giorgio Oliveti, segretario generale di Cittaslow International, ha presentato un compendio delle attività svolte dall’associazione in questi due decenni; la città a misura d’uomo, a servizio dell’uomo, che sappia crescere e sviluppare quelle che sono le sue peculiarità, senza forzature esterne che ne compromettano l’equilibrio e la vivibilità. La città lenta per Oliveti non è quella che non si muove, quella che non sa interagire con il mondo che la circonda: Cittaslow è innanzitutto un paradigma di una nuova e possibilie alternativa di sviluppo, nel quale ciascuna realtà esprima quelle che sono le sue caratteristiche, differenziando l’offerta in base a quello che si possiede, innescando un nuovo modello di crescita che ponga sempre l’uomo al centro del suo mondo.
Non a caso l’idea iniziale trovò terreno fertile a Orvieto, città dalle mille risorse e dalle mille possibilità, perla italiana dell’artigianato, della buona cucina e del buon vivere: tornare alle origini, senza importare modelli di sviluppo standardizzati, che non tengono conto delle caratteristiche e delle possibilità del luogo. E’ un modello di sviluppo che Cittaslow ha esportato nel mondo, secondo quanto ha ricostruito Oliveti, facendosi portatrice di un’idea semplice ma al contempo rivoluzionaria.
Se ci sono realtà in Colombia, un paese di quelli che una volta venivano definiti in via di sviluppo, che si ispirano ai principi di Cittaslow ed anzi, ne fanno un loro manifesto ed un modo di vivere collettivo, vuol dire che da quel giorno al Teatro Mancinelli di strada ne è stata percorsa molta. E Orvieto, la città slow dalla quale tutto è partita ne deve andare orgogliosa. Oliveti ha presentato anche due iniziative che si svolgeranno in città, la prima delle quali già venerdì 18 ottobre, con l’Assemblea italiana dei comuni aderenti a Cittaslow. L’evento anticiperà di qualche mese l’assemblea mondiale dell’associazione che si svolgerà sempre in città a partire dal 20 giugno 2020.