“Api, Salute, Pesticidi” è il convegno in calendario per il 12 ottobre alle 8.45 presso il Palazzo dei Sette – Sala del Governatore organizzato dal Coordinamento Orvietano, Tuscia e Lago di Bolsena.
“Marco come stanno le tue api?” “E’ un disastro! Pochissimo miele. Il mese di maggio, parlando dell’anno 2019, è sempre piovuto ed ha fatto freddo. Le famiglie dovevano crescere invece hanno consumato il miele che avevano all’interno dei telai. Sono anni che non riesco più a produrre il miele di acacia. La produzione, in generale, ogni anno diminuisce”.
Stefania racconta che questa è stata la sua quinta stagione con le api. Dice di non aver visto grandi cambiamenti perché in tutti e cinque gli anni ci sono stati problemi legati al clima che secondo amici, apicoltori da molti più anni, in passato non c’erano. La cura delle api ogni anno presenta difficoltà quasi esclusivamente legate al clima. I cambiamenti del clima, che si avvertono con primavere inesistenti ed estati secche si ripercuotono sulla vita delle api strettamente connessa con l’ambiente circostante.
Quest’ultima stagione, a maggio ha dovuto alimentare perché le famiglie morivano di fame in un periodo in cui invece dovrebbe essere massima l’importazione di nettare. Stefania si auspica un rispetto maggiore dell’uomo per il mondo in cui viviamo, un pizzico di sensibilità in più che possa fermare l’evoluzione negativa del clima, un pizzico di sensibilità in più che possa eliminare pesticidi e veleni che finiscono peraltro non solo all’interno degli alveari, ma anche nei nostri piatti. E un pizzico di sensibilità in più per garantire la conservazione della biodiversità.
Alex: “Nonostante stiamo seguendo tutte le indicazioni dettate dai protocolli che ci consigliano, le api muoiono. Quello che ho notato è comunque una grande diminuzione dei pascoli di fiori spontanei”.
Anna ci racconta di quando ha trovato le api morte sul predellino e sul fondo dell’arnia. Ha scoperto che il terreno del vicino era stato trattato con pesticidi. Uno scenario orribile. Dopo i problemi di attacchi di varroa, la sempre meno presenza di habitat, altri parassiti, virus, altro colpo di grazia viene dato dai pesticidi, troppo utilizzati in agricoltura.
Luca si occupa di api da 20 anni: “Mi trovo in Toscana, nel mese di maggio ho assistito alla segregazione durata un mese di intere famiglie di api che non potevano uscire per la pioggia e per il freddo. Ho potuto appurare che una parte delle api si sono lasciate morire per far sopravvivere la famiglia, mano mano che il tempo passava il cibo scarseggiava. Ho sentito apicoltori esperti che da 50 anni lavorano con le api e mai hanno assistito ad un tale fenomeno.
Credo che in questo anno siano arrivate al limite della sopravvivenza. Questo evento racchiude in se tutti gli effetti dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento prodotto da noi uomini.
Una voce autorevole nella dichiarazione del presidente della FAI:
“Nel 2019 l’apicoltura italiana ha perso oltre il 50% della produzione di miele; parliamo di 10mila tonnellate di miele per un valore di 73 milioni di euro”. A dichiararlo il presidente della FAI – Federazione Apicoltori Italiani, Raffaele Cirone, che già nel mese di maggio aveva dato l’allarme sull’andamento catastrofico della stagione produttiva chiedendo al Ministero dell’Agricoltura e alle Regioni più colpite la dichiarazione dello stato di calamità: unico strumento per indennizzare le aziende apistiche a indirizzo professionale.
“Ora prevediamo ulteriori e altrettanto gravi danni collaterali – prosegue il presidente degli apicoltori italiani – si importeranno enormi quantitativi di miele di provenienza estera, aumenteranno i rischi di frode, i prezzi al consumo si impenneranno e quelli all’ingrosso diminuiranno”. “Difficoltà che si aggiungono alle già pesanti criticità – conclude Cirone – come i danni derivanti dai pesticidi in agricoltura, la comparsa di parassiti alieni e malattie esotiche nei nostri allevamenti, la difficoltà di reperire pascoli melliferi e polliniferi. E’ un segnale preoccupante, occorre porvi rimedio con urgenza altrimenti il settore rischia un collasso e con esso la sopravvivenza del patrimonio apistico italiano che è indispensabile alla conservazione della nostra biodiversità e che proprio per questo va adeguatamente tutelata”.
Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo muoverci. Ci appelliamo agli amministratori, agli apicoltori, agli agricoltori, a tutti i cittadini. Facciamo un appello ai giovani: che si avvicinino al mondo delle api, che ne conoscano l’importanza, che ne approfondiscano le problematiche, che rispettino le loro necessità. La sopravvivenza ed il benessere delle api sono fondamentali per la nostra vita.
C’è una luce in fondo a tale tunnel? Si dobbiamo cambiare rotta. Quando? Adesso.