PERUGIA – La nuova misura regionale di contrasto all’esclusione sociale, complementare al reddito di cittadinanza, è stata annunciata a Villa Umbra, nella mattinata di lunedì 9 settembre, dal presidente della Regione Umbria Fabio Paparelli, nel corso dell’incontro denominato Il contrasto alle povertà in Umbria: stato dell’arte e programmazione futura, promosso da Palazzo Donini.
Al centro dell’iniziativa, le azioni previste dal Piano regionale per il contrasto alla povertà e le prospettive nella nuova programmazione europea 2021 – 2027. Confronto voluto dalla Regione Umbria con il mondo del lavoro, dell’associazionismo e del terzo settore.
“La lotta alla povertà va rafforzata nel quadro di un welfare sempre più attivo e sempre meno assistenzialista – ha dichiarato Paparelli. In questa direzione, la Regione Umbria è pronta a mettere in campo un’ulteriore e nuova misura di contrasto all’esclusione sociale, il ‘Reddito per il lavoro‘. Misura, finanziabile con le risorse della cassa integrazione in deroga non spese e che lo Stato ci deve restituire, rivolta ai giovani che avendo concluso il loro ciclo formativo non hanno ancora trovato lavoro e hanno un Isee tra 6 e 12mila euro anno. Un reddito di inclusione accompagnato da un’esperienza lavorativa, formativa sul campo e da un incentivo alle aziende ad assumere”.
“Un passaggio importante per tracciare un puntuale bilancio di ciò che è stato fatto finora e per disegnare i prossimi interventi tenendo in considerazione i futuri indirizzi europei – ha sottolineato Alberto Naticchioni, amministratore unico della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica.
“Il Piano regionale per la lotta alla povertà, adottato da Palazzo Donini lo scorso anno in attuazione della legge specifica contro la povertà introdotta nel 2017 per la prima volta in Italia – ha ripreso il presidente Paparelli – nasce dal sistema regionale di contrasto alla povertà strutturato, con una governance originale ormai stabile che coinvolge istituzioni, associazioni del volontariato, terzo settore”.
“Le azioni previste dal Piano regionale per il contrasto alla povertà si integrano – ha ricordato il presidente Paparelli – con quanto già attivato dalla Regione Umbria per promuovere interventi di inclusione sociale e lotta alla povertà, per sostenere l’inclusione attiva, l’occupazione e le pari opportunità tra i cittadini, che ha visto lo stanziamento nel settennato 2014-2020 di oltre 55 milioni di euro di fondi comunitari FSE e regionali. Per il prossimo settennato 2021-2027, l’Europa mette finalmente al primo posto la persona e il pilastro sociale”.
“E’ necessario – ha proseguito il presidente – affrontare la fase 2, traghettando verso le opportunità europee le esperienze positive maturate e in atto ed un modello di governance efficace, che vede insieme Regione, Enti locali, istituzioni religiose e terzo settore, come recita la campagna di comunicazione in atto”.
Il Piano regionale per la lotta alla povertà, finalizzato a promuovere un sistema di welfare integrato e a contrastare fenomeni di esclusione sociale, è fondato su tre pilastri: sostegno al reddito, contributo economico attraverso la misura nazionale di contrasto alla povertà Reddito di cittadinanza; inclusione sociale e lavorativa, attraverso l’inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro delle persone più vulnerabili; servizi sociali di qualità potenziando i punti di ascolto e la rete sociale sul territorio.
Lo stato di attuazione del Piano e le prospettive future sono state approfondite da Serenella Tasselli, responsabile Sezione Inclusione sociale, contrasto alle povertà e anziani della Regione Umbria, da Luigi Rossetti, direttore regionale Welfare e Salute, da Andrea Bernardoni, esperto in cooperazione, da Pier Luigi Grasselli, direttore dell’Osservatorio sulle povertà, Caritas Diocesana di Perugia. I lavori sono stati chiusi dal presidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli.