Cosa c’è dentro un vasetto di miele? Una storia complessa, un legame stretto e profondo tra le api ed il pianeta Terra. Oltre ai prodotti che usiamo e consumiamo, miele, pappa reale, polline, cera, propoli, le api svolgono il fondamentale compito dell’impollinazione.
Senza l’impollinazione si perderebbe biodiversità. Senza le api verrebbero a mancare piante, erbe, fiori, cibo per l’alimentazione di molti animali e di noi esseri umani.
Dovremmo rinunciare a fragole, albicocche, ciliegie, mele, pere, pesche, kiwi, castagne, susine, meloni, angurie, zucche, zucchine, carote, agli, cipolle, cavoli, cetrioli, cacao, girasoli, soia, grano saraceno. Ed ancora non si conosce l’impatto che si potrebbe avere sulla produzione di carne con la diminuzione in agricoltura delle foraggere, erba medica e trifoglio.
Ma c’è un grido mondiale: “Le api stanno morendo”. In Europa abbiamo avuto perdite fino al 53% (fonte: Greenpeace). Negli Stati Uniti si sta registrando la maggiore perdita di api nella storia, dal 50% al 90% (fonte: Dan Rather Report).
A New York le api scarseggiano, ci sono i droni ad impollinare. Anche in Cina nelle piantagioni dello Sichuan le instancabili operaie del cielo sono state annichilite dai pesticidi e, come in un racconto surreale e grottesco, a porre il polline sui fiori degli alberi da frutto sono gli uomini. In Toscana il 2019 è stato definito “l’anno nero dell’apicoltura”. La produzione di miele è ai minimi storici: colpa di clima, pesticidi e siccità. Sono a rischio anche i raccolti.
Le cause? Molteplici. Malattie, parassiti, mancanza di habitat, cambiamenti climatici. Le stiamo uccidendo con l’inquinamento globale, col massiccio utilizzo in agricoltura di pesticidi, insetticidi, fungicidi ed antiparassitari chimici. Il disastro!!! Una problematica nazionale, denunciata in una lettera dell’Unione Nazionale Associazione Apicoltori Italiani (UNAAPI), in cui viene chiesta l’attivazione dello stato di calamità per l’apicoltura.
La sensibilizzazione arrivata fino ad oggi non basta, occorre fare di più ed in fretta. Ad oggi siamo solo obbligati ad eseguire azioni per tutelare le api. Tutti dobbiamo farlo, amministratori, cittadini, agricoltori, apicoltori. E se ancora non siamo a conoscenza della gravità del problema apriamo gli occhi e diamoci da fare.
Il Coordinamento Associazioni Orvietano, Tuscia e lago di Bolsena porterà ad Orvieto un convegno per far conoscere da vicino l’infausto ruolo dei pesticidi sulla moria delle api e sulla salute dell’uomo che si terrà il 12 ottobre 2019 presso il Palazzo dei Sette- Sala del Governatore dalle ore 9.
Coordinamento Associazioni Orvietano, Tuscia e Lago di Bolsena: Amelia Belli, Associazione Accademia Kronos-sezione di Orvieto, Orvieto; Filippo Belisario, Associazione WWF – sezione di Orvieto, Orvieto; Lucio Riccetti, Associazione Italia Nostra- sezione di Orvieto, Orvieto; Rita Favero, Comitato Interregionale Salvaguardia Alfina (CISA), Orvieto; Mauro Corba, Associazione Altra Città, Orvieto; Anna Puglisi, Associazione La Renara per l’Eco sviluppo del territorio, Castel Giorgio; Fausto Carotenuto, Comitato Difesa Salute e Territorio di Castel Giorgio, C. Giorgio; Annalisa Rohrwacher, Comitato di Castel Giorgio in massa contro la biomassa, C. Giorgio; Donato Borri, Comitato garanzie per la centrale a biomasse a Castel Viscardo, C. Viscardo; Marco Carbonara, Associazione sviluppo sostenibile e salvaguardia Alfina, Acquapendente; Piero Bruni, Associazione Lago di Bolsena, Bolsena; Stefano Ronci, Comitato tutela e valorizzazione Valli Chiani e Migliari, Ficulle; Massimo Luciani, Associazione Il Ginepro, Allerona; Riccardo Testa, Associazione il Riccio, Città della Pieve; Vittorio Fagioli, Rete Nazionale NOGESI.