VITERBO – Materia difficile la matematica, su cui molti di noi hanno qualche difficoltà. A Teatro Caffeina provano a cambiare tutto. Il 27 settembre alle 10,30 e alle 17,00 l’appuntamento a via Cavour è con “Facciamo numero”, lo spettacolo “teatral-matematico” della compagnia teatrale Schegge di Cotone: una proposta che unisce divertimento, didattica e teatro, che nasce dal bisogno reale di approfondire la matematica in modo leggero e profondo al tempo stesso. Dopo l’evento da tutto esaurito su Leonardo da Vinci con Vittorio Sgarbi, dunque, la scienza torna protagonista a via Cavour.
“Facciamo numero racconta la storia di una bimba, Alice, – dicono gli organizzatori – che si sente uno zero, visto che zero è il suo voto fisso in matematica: durante una giornata come un’altra, un momento di quotidianità, si accorge di avere a che fare con la matematica molto più di quanto non pensasse. Ed è proprio grazie all’applicazione semplice e immediata della matematica che riuscirà a risolvere situazioni insidiose e problemi di ogni giorno, riuscendo anche a solleticare il sorriso del pubblico: sul palco arriveranno allora “i numeri naturali, gli irrazionali, i numeri primi, il concetto di infinito, le forme geometriche, i paradossi”, e ancora: “Cercheremo di rispondere a molte domande. Come hanno imparato a contare gli uomini preistorici? Il numero zero non vale niente? E’ per questo che si sente inutile? Tutto ciò che esiste si può contare? Ma le nuvole perché hanno sempre una forma complicata? E se il numero 4 decidesse di non essere più pari? Come si fa a salvare “capra e cavoli”?
“Mettere in scena la matematica sembrava difficile, – prosegue la nota – poi è diventato divertente. Sul palco portiamo paradossi logici, aneddoti filosofici, giochi di ragionamento”, spiegano dalla compagnia Schegge di Cotone, un collettivo di attori e autori che, partito dal 2001 nel quartiere romano di San Lorenzo, calca le scene con proposte argute e originali specificatamente destinate alle scuole e ai più piccoli: “Con Facciamo Numero è anche il nostro entusiasmo che va in scena, visto che abbiamo scritto questo testo proprio perché alcuni del nostro team con la matematica non hanno avuto mai un buon rapporto. Recitando, insomma, ci divertiamo anche noi”.