PERUGIA – In questo tempo di attesa che ci separa alle elezioni del 27 ottobre, la Federazione Cisl Medici-Veterinari-Dirigenti Sanitari dell’Umbria pone due semplici domande. Cosa possono fare gli attuali dirigenti della Regione Umbria preposti pro-tempore al governo della sanità? E cosa possono fare gli attuali Commissari alle Aziende Ospedaliere e Sanitarie in carica da pochi mesi con un mandato che scade 60 giorni dopo l’ insediamento della nuova Giunta regionale?
La Cisl e le altre sigle sindacali naturalmente sostengono tutte le iniziative dei commissari in quanto già da tempo proposte e condivise. Rimangono sospese, però, tutte le altre problematiche: la stabilizzazione completa del personale, in particolare i dirigenti sanitari; il riconoscimento della pregressa indennità di esclusività; il censimento regionale di tutti i professionisti e la singola pesatura (valutazione oggettiva da parte di terzi e non soggettiva dei direttori di struttura e dipartimento che correggono le autovalutazioni); la fidelizzazione e l’ arruolamento dei migliori professionisti; la valorizzazione del personale.
Soprattutto, la Federazione Cisl Medici-Veterinari-Dirigenti Sanitari dell’Umbria, che crede in un Servizio Sanitario Nazionale integrato e non sostituito, ha chiesto e chiede alla Regione di deliberare e sostenere le Aziende per coprire il personale mancante nelle strutture a più alta criticità. Come? Attraverso la chiamata in servizio dei vincitori di concorsi, in particolare quelli in scadenza, e la legge per la concessione dell’aspettativa per i vincitori di concorso già chiamati in servizio in altre Aziende. Concorsi da indire in base ai fabbisogni del personale deliberati e quindi iscritti a bilancio. Espletare le mobilità e i bandi di concorso già indetti. In ultimo, bandire concorsi a cavallo tra fine ottobre e primi di novembre per poter costituire graduatorie per i migliori tra gli oltre 100 specializzandi in uscita dall’ Università di Perugia prima di “regalarli” alle altre regioni, con una parallela graduatoria per gli altrettanto numerosi specializzandi che passano in questo frattempo all’ ultimo anno di specializzazione, secondo la normativa nazionale.
La sanità, dopo 40 anni di Servizio Sanitario Nazionale, sta in questa Terra di Mezzo. Con i cittadini, i pazienti e chi li cura. Già, ma chi li cura ? Senza professionisti, in particolare senza medici, non c’è sanità. E non c’è sanità senza ruolo e dignità dei professionisti.