Per il 7 e l’8 settembre presso l’atrio esterno del Palazzo dei Sette ad Orvieto torna il Mercatino del libro e del giocattolo programmato dall’associazione Ikhiwa nell’ambito del progetto “Istruzione è vita”. Partito intorno al Natale del 2005 da un’idea della scrittrice orvietana Santina Muzi di ritorno da un soggiorno nella Repubblica dello Zimbabwe da cui è scaturito il libro “Ikhiwa in Zimbabwe e ritorno”, il mercatino ha come finalità primaria la raccolta di fondi per sostenere l’istruzione scolastica delle bambine e dei bambini nell’ambito della missione di Saint Mary, nel distretto di Hwange.
“Donne, venite!
Insieme
prendiamoci cura
degli orfani
che hanno perso
il padre e la madre.”
Sono alcuni dei versi che un gruppo itinerante canta nei villaggi nei giorni di festa a sostegno dei tanti piccoli rimasti privi dei genitori. È lo stesso invito raccolto da Ikhiwa che ha finalizzato il proprio impegno a sostegno dell’istruzione e della cultura, un miraggio per i poveri, soprattutto per le difficoltà che incontrano nel mandare a scuola i propri figli. Il boom dei primi anni del governo Mugabe, che si era prefisso l’istruzione obbligatoria per tutti, aveva spinto gli abitanti dei villaggi a costruire spontaneamente le loro scuole tanto che in breve tempo lo Zimbabwe era giunto all’abbattimento pressoché totale dell’analfabetismo. Oggi si verifica un’inversione di tendenza: la scuola è tuttora obbligatoria ma le tasse governative sono così elevate che i poveri non possono permettersi di farla frequentare dai loro figli.
Dice un canto nambya:
“Istruzione è vita.
Noi abbiamo bisogno
di gente colta
in modo da avere
una comunità migliore”…
Presso l’atrio sottostante la Torre del Moro di Orvieto nel corso dei due giorni si potranno reperire giocattoli e libri di varia natura e in diverse lingue, tali da soddisfare le molteplici curiosità dei visitatori, e lasciare un’offerta che sarà inviata a sostegno degli studenti meno abbienti delle varie scuole primarie e della scuola secondaria di Lukosi. È bello sapere che di questi tempi, quando in Zimbabwe sta per iniziare il terzo trimestre, tutto è pronto per assicurare un’istruzione ai “nostri” ragazzi. “Nostri” nel senso di città, perché loro, gli studenti, sanno che i sostenitori sono di Orvieto!
<<Orvieto? It’s very, very far!>>
Cerchiamo di vedere le “nostre bambine, i nostri bambini”: “Partono a piedi al mattino con il grembiule indosso e le scarpe nello zaino costeggiando la savana alberata. Per strada altri scolari, maschi e femmine, tutti in divisa. Uno dietro l’altro verso la bassa costruzione in mattoni di Hwange. La cultura non può attendere…”