Conosciamo oggi un’autrice emergente, Laura Di Flaviano autrice di Non mi inganni. La blogger @ilariaticonsigliaunlibro (nella foto con il libro) ci regala un’intervista a tutto tondo che ci svela sogni, progetti e ispirazioni di questa brava autrice da tenere d’occhio.
Intervista a Laura Di Flaviano, autrice di Non mi inganni
Credits fotografici e intervista di @ilariaticonsigliaunlibro
Ciao Laura, che ne dici di parlarci un po’ di te?
Mi piace definirmi una donna che si ama e ama tutto quello che fa e che la circonda, al di là del ruoli che rivesto nella vita come madre, moglie, figlia e lavoratrice. Sono figlia di genitori sordi dalla nascita, caratteristica che mi ha resa precocemente matura, responsabile ed introversa.
Ho desiderato tantissimo diventare madre e sono attenta, cerco di dare il massimo, parlo moltissimo con mio figlio e più il tempo passa più mi rendo conto che, mentre io lo aiuto a crescere, lui insegna a me a vivere la vita.
Faccio un lavoro che amo moltissimo, a contatto con il pubblico e questo mi dà la costante opportunità di confrontarmi con il prossimo. Dico spesso che sono una psicologa per i miei clienti, ma non posso negare che anche loro mi offrono un supporto e un sostegno tutt’altro che indifferenti!
Come è nata la tua passione per la scrittura? C’è qualche autore che ti ha ispirata maggiormente?
La mia passione per la scrittura nasce durante l’adolescenza. È cominciata con le classiche annotazioni e confidenze sul diario segreto. Inventavo o riportavo fatti realmente accaduti in modo romanzato e ne venivano fuori sempre delle storielle molto divertenti. Probabilmente il mio imprinting nasce dalla lettura di libri Harmony, gli unici che mia madre legge e seminava per casa, perciò in realtà non ho un autore che mi ha ispirata in quel senso. Mi ci sono voluti anni per abbandonare il rosa e sperimentare prima il fantasy, poi l’avventuroso e infine thriller, horror e storici. Per assurdo, oggi il genere romance è quello che leggo meno!
Come è nata la trama di Non mi inganni?
La trama di Non mi inganni nasce dall’esigenza di creare una storia a Laura. Il progetto è molto ampio e ambizioso e riguarda diverse storie che nascono all’interno di un gruppo di amici abbastanza nutrito. I vari personaggi si ritrovano spesso anche nei successivi libri nei quali non sono più protagonisti.
Avevo in mente tante storie e volevo che in tutte ci fosse un “attore non protagonista”, un riferimento, qualcuno che dà sempre un buon consiglio. Solo successivamente ho sentito l’esigenza di creare un passato, degli amici, una famiglia, una vera e propria storia a questo individuo. La trama di Non mi inganni nasce così e inizialmente Drake doveva essere soltanto un elemento scatenante, i riflettori dovevano puntare sulla trasformazione di Laura. Man mano che scrivevo però il suo passato prendeva forma e mi affezionavo fino a quando mi sono resa conto che anche lui aveva molto spessore ed è diventato importante tanto quanto lei.
Laura è una psicoterapeuta, come mai hai deciso questo ruolo per la tua protagonista femminile?
Avevo bisogno che questa “attrice non protagonista” potesse reinserirsi in ogni libro, come il prezzemolo e dovevo darle un ruolo credibile, doveva essere un personaggio abbastanza maturo ed esperto da poter essere cercato dagli altri come un punto di riferimento e la psicoterapia mi è sembrata perfetta.
Drake e Laura hanno vissuto vite diverse ma entrambe sono state segnate da due lutti difficili da elaborare. Credi che esperienze comuni possano avvicinare due persone, che ognuna può essere il balsamo lenitivo per le ferite dell’altro?
Non saprei. Credo che alla base di tutto ci debba essere molta sensibilità, empatia e ascolto. Vivere esperienze simili non vuol dire elaborarle nello stesso modo e riuscire a capire in automatico il travaglio di chi ci sta accanto. Le situazioni da analizzare sono troppe a partire dalla storia personale che lega i soggetti in questione prima della tragedia. Temo invece che esperienze troppo simili possano creare aspettative dolorosamente disattese. Tu pensi che l’altro provi le stesse emozioni e poi invece scopri che siete lontani anni luce. Dare per scontato che un altro capisca al volo il tuo stato d’animo soltanto perché ha vissuto qualcosa di simile può fare danni enormi. Stare accanto ad una persona che soffre è complicato e spesso frustrante. Ritengo che il silenzio sia la soluzione più confortante. Con certi dolori le parole sono inutili. Sono certa che la nostra presenza possa essere balsamo per un altro, non sono altrettanto certa che aver vissuto esperienze comuni possa aiutare a dare il giusto conforto.
Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai già in cantiere una nuova storia per i tuoi lettori?
Vorrei scrivere e pubblicare finché ho ispirazione e siccome per me è molto terapeutico e mi aiuta ad evadere in un mondo parallelo, senza problemi, vorrei che l’ispirazione non finisse mai! Continuerò a scrivere perché mi rende felice poter creare e raccontare storie nuove e sì, il prossimo libro dovrebbe uscire in autunno!
Quali libri hai letto ultimamente che ci senti di consigliare?
I libri che mi hanno più colpita negli ultimi 6 mesi sono Fiori sopra l’inferno di Ilaria Tuti, A volte ritorno di John Niven e L’amore è un difetto meraviglioso di Graeme Simsion. Tre generi diversi e fuori dal comune. Fiori sopra l’inferno è un thriller pieno di umanità, mi ha tenuta sulle spine e mi ha commossa allo stesso tempo. A volte ritorno non è un libro che mi sento di consigliare a tutti. Appare dissacrante e volgare ma dà moltissimo da pensare e io ancora ci penso! L’amore è un difetto meraviglioso è un libro divertentissimo che parla di un individuo con elevate difficoltà di relazione sociale. Potremmo definirlo un libro d’amore ma decisamente fuori dalle righe.
@ilariaticonsigliaunlibro ci aveva parlato di Non mi inganni in questo articolo, sempre su LibroSì Lab