Metti uno studioso di fama mondiale in fatto di cartografia antica, un mappamondo, uno dei primi in assoluto a riportare il Nuovo Mondo, disegnato probabilmento da Leonardo da Vinci sul guscio di un uovo di struzzo: quale miglior palcoscenico esiste per la presentazione dello studio, se non Civitella del Lago, il borgo dell’Ovo Pinto? Di certo, e questo lo sanno in pochi, il caratteristico paese che affaccia sul lago di Corbara, è uno dei poli di riferimento in Italia per quanto riguarda manifestazioni e mostre che abbiano per oggetto la cartografia: proprio per questo motivo, grazie al fattivo lavoro organizzativo di Sergio Trippini, presidente dell’associazione CivitellArte, il professor Stefaan Missinne, studioso di cartografia antica, ha deciso di presentare il suo studio, frutto di anni di intense ricerche, sul mappamondo disegnato su due semisfere ottenute dalla parte inferiore di un uovo di struzzo.
Il manufatto, scoperto dal professore belga nel 2012 a Londra, risale al 1504, dodici anni dopo la scoperta dell’America, e vi sono riportati per la prima volta in assoluto i nomi di nazioni quali Italia, Germania, Russia, Brasile, l’Anglia, la Scozia. La scoperta del mappamondo, già di per sè straordinaria, assume i contorni di una scoperta scientifica e storica impareggiabile se, come è convinto il professor Missinne, la carta geografica riportata sarebbe stata disegnata niente meno che da Leonardo da Vinci! Concittadino di Amerigo Vespucci, uno dei primi esploratori ad aver visitato il Nuovo Mondo, Leonardo era a conoscenza di molte informazioni circa le nuove terre al di là dell’oceano Atlatntico, tanto che risulta esserci un disegno preparatorio, risalente al 1503 e relativo alle coste del continente americano e dell’Africa, contenuto nel Codex Arundel, scoperto dallo stesso studioso belga.
Durante la presentazione, il professor Missinne ha elencato i frutti dei suoi studi e delle sue ricerche, condotte in tutto il mondo, che lo portano a ritenere che il mappamondo sia stato realizzato dal genio di Vinci quando ancora lavorava a Firenze in giovane età. Come detto, lo studio presentato a Civitella del Lago, è una prima assoluta in Italia, dopo che il professor Missinne ha già tenuto conferenze negli Stati Uniti, ad Amburgo, a Oxford, a Barcellona.
Ma perchè proprio a Civitella del Lago viene presentata una scoperta di questo tipo? Il professore belga è molto chiaro: “Il contatto personale con Sergio Trippini, una persona molto competente che ha fatto delle mostre importantissime e quando ho visto il suo livello, molto molto alto, mi sono detto che in questo luogo si poteva fare una presentazione valida. E poi anche Leonardo veniva da un piccolo paesino della Toscana, Vinci, è un po’ un simbolo questo, no? Anche i più grandi geni possono venire da un piccolo luogo”.
Molto soddisfatto ovviamente è lo stesso Sergio Trippini, per il quale è fondamentale che ci fosse una connessione tra la manifestazione ed il museo dell’Ovo Pinto: “Noi abbiamo quasi l’ambizione di voler diventare il paese dell’uovo, per cui, dove si poteva presentare un oggetto così importante se non a Civitella del Lago? Questa conferenza è comunque un grande evento, prosegue Trippini, al di là del fatto che il mappamondo disegnato sull’uovo di struzzo possa essere stato inciso da Leonardo stesso: stiamo parlando comunque di una delle prime rappresentazioni del Nuovo Mondo, dal momento che eminenti studiosi hanno datato questo mappamondo intorno ai primi anni del 1500.
Civitella del Lago ha una tradizione in fatto di organizzazione e di qualità delle mostre di cartografia: qui sono state fatte le più grandi mostre in Italia degli ultimi dieci anni”, conclude con fierezza Trippini. L’evento è stato organizzato dall’associazione culturale CivitellArte, dall’assocazione Roberto Almagià insieme al comune di Baschi che per la prima volta ha voluto essere parte attiva nell’organizzazione di un evento di tale portata, con il patrocinio della Regione Umbria, della Provincia di Terni della Cambridge Scholars Publishing della Rete Musei di Umbria e Lazio e dal Museo dell’Ovo Pinto. (Gabriele Marcheggiani)