“In merito all’impianto pilota di sperimentazione per la ricerca di risorse geotermiche di Castel Giorgio (TR), a cui sindaci dell’area e comitati si sono opposti fin dal 2015, così come esponenti del Movimento 5 Stelle a tutti i livelli istituzionali, bisogna fare chiarezza. Leggiamo di pretestuosi e tardivi comunicati stampa di consiglieri regionali e parlamentari di altre forze politiche che scaricano sul Governo le responsabilità della decisione finale dell’approvazione del progetto, ma tale approvazione rappresenta soltanto una decisione amministrativa dovuta a seguito della condotta irresponsabile delle Regioni Lazio e Umbria, dalle quali non è mai arrivato un chiaro e inequivocabile parere negativo nella sede prescritta dalla legge dove le amministrazioni possono esprimere l’assenso o il dissenso dal rilascio di titoli abilitativi, cioè la Conferenza dei Servizi, ma sono solo giunte ritrattazioni ufficiose e irrituali che mai hanno messo realmente in discussione la possibilità di realizzare l’impianto”. Lo spiegano in una nota i deputati del Movimento 5 Stelle Federica Daga e Gabriele Lorenzoni.
“La Regione Lazio ha infatti espresso parere favorevole in Conferenza dei Servizi, contrariamente a quanto si sostiene, e poi si è limitata ad una nota dirigenziale di dissenso tardiva. La Regione Umbria, preposta a rilasciare l’intesa, nel merito ha delle delibere di giunta annullate da una sentenza del Tar in quanto dichiarate irragionevoli e contraddittorie. La giunta umbra ha sempre assunto una posizione ambigua, dichiarando inizialmente che non era contraria al progetto, per poi ripensarci e non rilasciare l’intesa” proseguono i deputati.
“In questo desolante scenario, la pronuncia del Tar scaturita dal ricorso della società proponente ha richiesto l’intervento del DICA, il Dipartimento per il Coordinamento Amministrativo, al fine di ottenere dal Consiglio dei Ministri, in veste di mediatore, la deliberazione conclusiva sulla realizzazione dell’impianto. La Presidenza del Consiglio dei Ministri si è trovata quindi davanti al fatto compiuto, in una posizione di arbitro amministrativo senza alcun potere di indirizzo politico. Così il governo ha dovuto limitarsi a rimuovere la condizione di stallo basandosi sugli atti ufficiali e non certo su ritrattazioni tardive e non sufficientemente motivate da parte delle Regioni Umbria e Lazio che, ricordiamo, non hanno impugnato nessun atto né messo in discussione nelle sedi opportune e in termini di legge la fattibilità dell’opera” riprendono Daga e Lorenzoni.
“Dopo aver rinviato per un anno la decisione in cerca di appigli tecnici per bloccare il progetto – aggiungono – il Consiglio dei Ministri non poteva far altro, pena la contestazione di omissione di atti di ufficio, che registrare il parere favorevole delle parti chiamate a pronunciarsi sull’opera in sede di conferenza dei servizi e il parere decisivo (e per noi discutibile) della Commissione per la Valutazione Ambientale (VIA). In caso contrario, la società proponente avrebbe potuto pretendere il diritto ad un cospicuo risarcimento a carico dello Stato e, in solido, dei ministri stessi.”
“Il MoVimento 5 Stelle era ed è tuttora contrario alla realizzazione dell’impianto geotermico in questione e non ha mai fatto mancare il sostegno ai comitati e ai cittadini del territorio in questa battaglia, arrivando anche al Parlamento Europeo con le interrogazioni di Dario Tamburrano e le risposte insoddisfacenti della Commissione, e nel Parlamento italiano con le interrogazioni di Federica Daga.
A settembre dello scorso anno abbiamo inoltre invitato e ascoltato le ragioni dei sindaci del territorio al Ministero dello Sviluppo Economico, amministrazioni alle quali offriamo ora tutto il sostegno per impugnare la decisione della Commissione per la Valutazione d’Impatto Ambientale. La via legale infatti rappresenta ora l’unica opzione percorribile e noi la percorreremo accanto alle comunità interessate, mentre i consiglieri regionali di maggioranza e la giunta di Umbria e Lazio piangono lacrime di coccodrillo e scaricano sul Governo le loro inequivocabili responsabilità” concludono i deputati del MoVimento 5 Stelle.