Il Governo Conte nel rinnovare quest’anno le misure dell’eco-bonus e del sisma-bonus, che hanno contribuito in questi anni a rispondere all’urgente necessità di interventi antisismici e di risparmio energetico del patrimonio edilizio italiano, ha introdotto una innovazione, operativa dal 31 luglio, che mette in crisi le piccole e medie imprese.
Da quest’anno infatti i proprietari degli immobili che realizzano gli interventi possono optare oltre che per il consueto meccanismo della detrazione fiscale da ripartire in 10 anni, anche per una nuova modalità, lo “sconto in fattura” cioè a uno sconto sulla fattura dei lavori effettuati, che pone tutto il carico finanziario dell’anticipo dell’incentivo sulle spalle delle imprese del settore casa (edilizia, impiantistica, serramentisti, ecc.)
E’ chiaro che tale modalità può essere agevole per le grandi imprese, mentre le piccole e medie imprese nell’attuale situazione di crisi non possono realizzare i lavori interamente, saldare fornitori e dipendenti e poi ottenere pagamenti con dilazioni pluriennali sotto forma di detrazioni fiscali. Il decreto inoltre rende ancora più difficile questa eventualità imponendo la cedibilità di tali crediti solo verso eventuali fornitori disponibili, ma non anche verso gli istituti bancari.
In questo modo le nostre imprese si trovano ad essere doppiamente penalizzate perché la scelta del Governo di gravare le imprese del carico finanziario della propria politica economica, si ripercuoterà sulla catena dei rapporti di forza contrattuale e le piccole e medie imprese potrebbero trovarsi di fronte alla scelta se dover accettare nei confronti del cliente o nei rapporti di fornitura dilazioni non compatibili con il proprio equilibrio finanziario, mettendo a rischio l’esistenza stessa delle aziende.
Confartigianato Terni rinnova la propria contrarietà al meccanismo introdotto che considera dannoso e inammissibile e stigmatizza un provvedimento che afferma astrattamente di incentivare l’economia, ma introduce concretamente notevoli distorsioni nel mercato e privilegi per le imprese più grandi, a discapito delle piccole e medie, che sono le tradizionali interlocutrici dei privati negli interventi di questo tipo.
Confartigianato ha già svolto una forte azione di opposizione al provvedimento ricorrendo anche alla denuncia presso l’Autorità antitrust che ha condiviso il nostro allarme sugli effetti distorsivi del mercato del provvedimento, ha condotto e diffuso studi sull’impatto negativo che tale norma determinerà sull’economia italiana, ha sollevato la questione nelle sedi competenti, determinando in questo modo la presentazione di atti di emendamento. Riteniamo pertanto che la norma debba essere abolita nell’interesse generale del sostegno e del rilancio del settore dell’edilizia. Per questi motivi, oltre a studiare soluzioni operative di supporto alle nostre imprese utili per fronteggiare l’ulteriore difficoltà introdotta dal Governo, non escludiamo che a settembre possano essere messe in campo iniziative di mobilitazione delle categorie colpite dal provvedimento in vigore.