Il 31 luglio scorso, durante il Consiglio dei Ministri, il governo Lega-M5S in meno di cinque minuti ha approvato il progetto di impianto geotermico a Castel Giorgio. Un progetto che presenta enormi rischi e criticità, evidenziate da anni con documenti, studi e analisi tecniche e che ha sempre incontrato la netta contrarietà delle comunità e delle istituzioni locali. Lega e M5S hanno preso in giro i cittadini facendo, nel tempo, varie passerelle elettorali in cui promettevano di ascoltare i territori e negare l’autorizzazione. Invece ci hanno messo meno di un anno per sbloccare una situazione che era in stallo sin dal 2011.
Potevano (e dovevano) rinnovare la vecchia Commissione VIA, che già in passato si era espressa favorevolmente al progetto, ma che era scaduta e soprattutto carica di ben noti e documentati conflitti di interessi, a partire dal presidente Guido Monteforte Specchi, che contemporaneamente era anche progettista per la ITW. Invece i ministri del M5S competenti in materia (Di Maio per il MISE e Costa per il MATTM) non solo hanno prorogato la Commissione scaduta, ma gli hanno pure chiesto un nuovo parere sul quale fondare la loro decisione in CdM, sapendo ovviamente che questo sarebbe stato positivo, come già in passato.
Ma M5S e Lega sono in buona compagnia nel prendere in giro i cittadini. Perché anche il PD, che guida la Regione Umbria, ha pesanti responsabilità nella vicenda. Per anni la Regione non si è espressa, quando invece tutti le chiedevano di negare l’intesa, atto che avrebbe chiuso la questione in maniera definitiva. Alla fine la Regione ha dato il suo diniego in tutte le sedi ma in ritardo e senza portare le adeguate motivazioni, fatto che ha dato una nuova scusa al Governo per procedere con l’approvazione. Il dubbio che sorge è: Governo e Regione avevano concordato questo comportamento, sicuri che avrebbe portato al via libera? Non ci è dato saperlo.
Un’altra presa in giro viene dalle forze politiche locali legate al PD, che quando erano in amministrazione nulla hanno fatto per bloccare l’impianto. Anzi, tacciavano chi denunciava i rischi della geotermia di fare “terrorismo psicologico” mentre spalancavano le porte di Castel Giorgio alla ITW. Ora, questi stessi soggetti, tentano disperatamente di rifarsi una verginità urlando al “tradimento”. Anche per loro, che hanno responsabilità politiche enormi, sarebbe necessaria prima di tutto una seria e severa autocritica. In questo momento la rabbia dei cittadini dell’altopiano dell’Alfina, dell’Orvietano e del comprensorio del lago di Bolsena (che più saranno colpiti dalle ricadute negative dell’impianto) è palese e legittima. Ma la lotta non termina qui, perché le ombre sul procedimento sono tante e tali che le possibilità di vittoria in un eventuale ricorso al TAR sono concrete e tangibili.
Per questo adesso è il momento di reagire nelle opportune sedi giudiziarie. Lasciare da parte le divisioni quotidiane e prepararsi ad una battaglia legale che non sarà né breve, né facile né economica (fare un ricorso di questo tipo può costare fra i 20mila ed i 30mila euro). Nulla è perduto, l’impianto non è stato costruito e, se i territori continuano a marciare compatti come in questi ultimi anni, molto probabilmente non si costruirà mai, sconfiggendo gli enormi interessi economici che hanno dimostrato di essere trasversali a tutti i partiti, vecchi e nuovi che siano. Solo partendo dal basso, costruendo una collaborazione civica fra forze diverse ma con in comune l’obiettivo di difendere la propria terra, i cittadini, rappresentati dai loro Sindaci e dai rispettivi Consigli Comunali, possono salvare e valorizzare il posto in cui hanno scelto di vivere.
Andrea Corritore
Capogruppo consiliare
Con i cittadini per Castel Giorgio