ORVIETO – “Se le linee programmatiche, meglio ancora, se il contenuto oggettivo, pratico, tangibile, di cosa, come ed in che tempi la nostra nuova Amministrazione intenda fare per costituire nei fatti il tanto decantato cambiamento, è descritto in quello che leggiamo, allora dobbiamo dare piena ragione ai consiglieri che auspicavano, già nella riunione di insediamento della nuova Giunta, la contestuale presentazione delle predette linee”.
Così si apre la nota esposta da Bella Orvieto in merito alle linee programmatiche presentate dalla giunta Tardani. La lista orvietana nata durante le scorse elezioni comunali, analizza forma e contenuto dei punti presentati dalla nuova giunta di cui salvano solamente una minima parte. “Obiettivamente non ci voleva un grosso sforzo – prosegue la nota – a descrivere, fantasticando, il nulla! Delle linee programmatiche prodotte dalla Giunta Tardani, salviamo, perché innegabile e perfettamente condivisibile come dato di fatto, da non confondere con il programma politico amministrativo, solo uno stralcio del primo capitolo, che riportiamo per comodità:
<<Si tratta di avviare da subito una politica di sviluppo delle attività che nel nostro contesto possano essere produttive di reddito. Abbiamo agricoltura, piccola industria, artigianato e turismo>>.
Suggerendo di aggiungere Territorio, Ambiente e Comuni limitrofi, questo lo sapevamo già, anzi, sarebbe più corretto dire: abbiamo ancora pochi ed irriducibili agricoltori ed artigiani che non sappiamo se e per quanto potranno resistere. Qui non si tratta di marchio, di fiera, di fondo di rotazione. C’è bisogno di riprogettare uno sviluppo sostenibile completo, dove Orvieto è morta già in partenza, se non inizia a ragionare come Area, senza presunzione di assolutismo o di sovranità, ma con l’umiltà di essere quota parte, seppure significativa, di un contesto omogeneo molto più esteso. C’è bisogno di una strada maestra da percorrere insieme, definendo dove vogliamo andare, tutti. A nostro avviso, quelle che leggiamo, non sono linee programmatiche, ma una banale lista delle cose che servirebbero. Di certo non tutte e non tutte nella maniera indicata.
Non può essere liquidata in quattro righe, meno di quelle utilizzate per il tema “Sport”, l’immensa problematica dell’ambiente, del territorio, del rischio idrogeologico e dei rifiuti, relativamente ai quali, concordando pienamente con la nota espressa dalla dottoressa Croce, si è passati dalle marce e dalle bandiere del “NO DISCARICA”, ad un timido accenno a confronti con la Regione e con ACEA. Non bastano altrettante quattro righe a programmare esecutivamente le Politiche Sociali. Il tessuto sociale orvietano, tutto, comprende anziani, giovani, adulti, persone sole e famiglie; fasce differenti per età ed esigenze, ma con il medesimo bisogno di aggregazione sociale, di spazi comuni, di iniziative, di offerte e di vivibilità.
In questo, molto più che nei “tavoli congiunti con le Forze dell’Ordine” si costruisce non soltanto sicurezza, bensì Salute, senso civico e benessere sociale. Non meno discutibile l’approccio a mobilità e trasporti. Pur non disconoscendo, in termini molto teorici ed assoluti, il valore potenziale di un casello autostradale, ovvero dell’alta velocità, consiglieremmo di scendere a quote più basse e vedere più a fondo la realtà. Nessun casello e nessun “freccia rossa” sarebbe concretamente utile ad una zona industriale morta ed a nessuno degli studenti o dei lavoratori che ogni mattina debbono percorrere non oltre cento chilometri, magari verso Perugia o Terni, impiegando oltre due ore, quando non costretti a pernottamento.
Ci permettiamo anche suggerire una maggiore cautela ed un pizzico di amor proprio, laddove ci si erge a paladini della salvaguardia dei beni dismessi, protesi a recuperarne il valore e la naturale destinazione dovuta loro per appartenenza. Ex Piave ed ex Ospedale, erano tali, già dalla precedente Vostra giunta e salvo errore, il Tribunale è morto nello stesso periodo. Un plauso pertanto alle intenzioni, purché la cura non si chiami ex Farmacia Comunale. Che dire di più, un esame punto per punto dei capitoli delle linee programmatiche sarebbe soltanto un reiterare l’assoluta mancanza di un progetto preciso, prima che valido, di come guidare questo Comune. Dobbiamo comunque prendere atto che il futuro è l’elemento ricorrente di questo compito in classe, peccato lo si trovi sempre e soltanto nella coniugazione dei verbi”.