Un invito alla lettura di Andrea Laprovitera che in #recensionichiuseinuncassetto ci parla del romanzo di Conrad “La linea d’ombra” che Andrea ha anche sceneggiato e pubblicato in forma di graphic novel (ed. Kleiner Flug, ill. Valentina Raddi. Ecco perché tutti dovrebbero leggerlo.
La linea d’ombra di Andrea Laprovitera #recensionichiuseinuncassetto
“Ma c’è una persona che non avrei mai potuto perdonare… io”.
In questa frase c’è già molto, perché tutto è impossibile, di Conrad. La Linea d’Ombra potrebbe essere definito anche un romanzo giovanile, quelle letture di formazione che tutti dovrebbero fare in giovane età ma, in questo caso, la lezione dello scrittore polacco (vero e completo nome Józef Teodor Nałęcz Konrad Korzeniowski) naturalizzato britannico va ben oltre. È senza dubbio vero che “la linea d’ombra” alla quale si riferisce lo scrittore è quella che separa la giovinezza dall’età adulta, ma è anche una precisa presa di posizione nei confronti della vita, un atto al quale nessuno può sottrarsi indipendentemente dall’età. Passando alla trama del libro, un giovane vice capitano decide di lasciare il suo incarico e sbarca a terra in attesa di qualcosa che non sa bene nemmeno lui cosa sia. Già qui si evince tutta l’irrequietezza giovanile e quel senso di ricerca che contraddistingue il periodo dell’adolescenza. In seguito, scoprendo prima i sotterfugi tipici dell’invidia del genere umano (“qualcuno mi voleva fare del male… era la prima volta che mi succedeva”) in una sorta d’iniziazione alla vita, il protagonista si trova di fronte alla difficoltà della gestione dell’emozioni. Dopo qualche attimo di esitazione e guidato dalla voce e dalla saggezza del signor Giles (capitano in pensione e dispensatore di consigli) ospite come lui della Casa del marinaio che quasi “grillo parlante” lo invita a fare il passo che tutti si aspettando da lui, il protagonista prende la decisione e si reca alla capitaneria di porto per assumere il suo primo comando. Sarà capitano di una nave. La vista della stupenda imbarcazione seguita dalla presentazione al lettore del suo equipaggio, perché il romanzo è scritto in prima persona, sarà il primo passo verso l’acquisizione reale del suo ruolo, perché se è vero che capitano si diventa con una nomina (che il protagonista tiene forte con la mano nella tasca, quasi avesse paura che quel foglio potesse sfuggirgli via), è altrettanto vero che solo sul campo si acquistano i gradi e il rispetto. Il confronto con il primo ufficiale Burns, subito ostico in quanto esso stesso auspicava a diventare capitano, e la conoscenza con il resto dell’equipaggio con pregi, difetti e caratteristiche uniche immettono il protagonista narrante nella vicenda. Dalle parole di Burns emerge anche la figura del precedente capitano, un folle che forse, desiderava solo morire e perdersi per sempre trascinando la sua nave con lui. L’intervento di Burns è bilanciato dalla conoscenza della persona più importante, insieme al protagonista (notare che questo rimane senza nome proprio quasi come se tutti noi fossimo lui), Ransome, il cambusiere dal cuore malato. Saranno due eventi che, sommandosi, come in una e vera proprio addizione letteraria, faranno diventare il protagonista un uomo, con tutto quello che ne consegue perché crescere, lasciare dietro di sé la propria giovinezza, esige il pagamento di un prezzo molto alto. Non svelo gli eventi che portano alla crescita interiore il protagonista e, nemmeno, il finale che ovviamente, merita di essere letto e scoperto. Sottolineo solo la bellezza dei pensieri del protagonista che ci giungono attraverso le pagine del suo diario.
Un libro che merita di essere letto, assaporato e ricordato. Sfogliandolo a volte, mi è sembrato persino di sentire l’odore del mare.
Andrea Laprovitera: Apprezzato autore di graphic novel di racconti e romanzi per numerose case editrici italiane e internazionali, è anche, come ama definirsi, un lettore “onnivoro” firma per LibroSì Lab le “recensioni uscite da un cassetto”.