di Andrea Laprovitera
Sono i libri a scegliere il lettore
Il Cimitero dei Libri Dimenticati è una tetralogia di romanzi scritti dal grande autore catalano Carlos Ruiz Zafón. Da molto tempo lo scrittore nato a Barcellona, ma residente a Los Angeles dove si occupa di sceneggiatura per cinema e televisione, ha dato via a una serie di romanzi, fortemente intrecciati tra loro eppure, allo stesso tempo, indipendenti che originano tutti nella capitale catalana della sua giovinezza.
In realtà l’azione della finzione narrativa è spostata nel tempo della Spagna post guerra (in)civile, quella degli anni bui del franchismo. La quadrilogia è così composta, in ordine cronologico di uscita da: “L’Ombra del Vento” (2001), “Il Gioco dell’Angelo” (2008), “Il Prigioniero del Cielo” (2011) e infine “Il Labirinto degli Spiriti” (2016). Al centro della grande struttura narrativa architettata da Zafon c’è la famiglia Sempere, padre e figlio, titolari di un negozio di libri usati a Calle Santa Ana (e qui il richiamo non può che andare al libro “84 Charing Cross Road” di Helene Hunff da cui è stato tratto un bellissimo film interpretato da Anthony Hopkins e Anne Bancroft) intorno ai quali si snodano molte vicende, intrecciando vita personale e grande storia.
Una notte il piccolo Daniel, addolorato dalla scomparsa della madre, viene portato dal padre in un luogo mistico perso nello spazio (e forse anche fuori dal tempo) di una Barcellona grigia, triste e decadente. All’interno della Biblioteca dei libri dimenticati però, si respira tutta un’altra aria, lontano dalla guerra e dalla dittatura, dalle bombe e dalla morte, il giovane Daniel scopre un mondo nuovo fatto di carta (quella dei libri) e luce (quella della cultura). Nella Biblioteca dei libri dimenticati, (cioè tutti quei libri persi, destinati all’oblio della memoria, scomparsi da qualsiasi scaffale), Daniel sceglierà un unico volume, di quello ne diverrà, per sempre, il custode. E qui, seguendo la regola scritta dallo stesso Zafon secondo la quale non sono le persone a scegliere i libri ma viceversa, la vita di Daniel subisce una svolta. Il libro scelto, che si intitola appunto “L’ombra del vento” è stato scritto da Julian Carax, tuttavia qualcuno negli anni si è dato da fare per distruggere tutte le copie dell’opera. Perché? Chi è stato? E per quale motivo un libro e un autore sconosciuti danno così fastidio a qualcuno. Cosa c’è realmente tra quelle righe e che fine ha fatto Carax? Queste le domande dalle quali origina la storia di Daniel che, crescendo, si troverà sempre più coinvolto nella scomparsa di Carax che diventerà anche il suo. Il giovane protagonista è convinto che risolvendo il mistero che coinvolge Julian Carax anche lui troverà la pace, da sempre ricercata e legata alla scomparsa della mamma. Da questa “ricerca” nel senso più ampio del termine, partono e si dipanano una serie di sottotrame sempre nuove e sorprendenti. Non manca nemmeno “il diavolo” che però non è il vero cattivo, ci sono personaggi e persone molto più reali che incarnano il male (leggi Ispettore Fumero). Uno dei personaggi più belli è senza dubbio la spalla, se così vogliamo definirla usando un termine legato alla scrittura e sceneggiatura, cioè Fermin Romero de Torres, istrionico amico di Daniel. Fermin, dal passato oscuro, doloroso e tormentato (come si scoprirà nei successivi capitoli della saga) che costituisce il lato divertente, la sua logorrea finalizzata quasi sempre a mettere in imbarazzo Daniel, riesce ad alleggerire il carico emotivo a sopportare. Attenzione, Fermin è tutt’altro che un personaggio comico, dietro la sua maschera da buffone si nasconde un uomo colto e forte che ha sofferto e pagato un prezzo altissimo per essere libero.
Non c’è un punto assoluto da dove iniziare a leggere il ciclo di Zafon in quanto, in ciascun libro, il focus si sposta su alcuni personaggi che diventano il fulcro della narrazione facendo diventare comprimari, i protagonisti del precedente volume. In pratica il lettore ha l’impressione di leggere le storie di un quartiere dove finisce per conoscere tutti, vizi e virtù di un micromondo lontano nel tempo eppure attualissimo.
Si sente che Zafon, lavorando da anni per la televisione americana, oltre a essere bravissimo scrittore, è anche abile a congegnare trame che tengono il lettore avvinto e ansioso di conoscere il seguito. In definitiva quindi, fermo restando il giudizio personale e i gusti letterari di ognuno, l’opera di Zafon è davvero coinvolgente e merita di essere letta perché, per finire con una citazione dello stesso scrittore catalano: “I libri sono specchi; riflettono quello che abbiamo dentro”.
Buona lettura!
Andrea Laprovitera: Apprezzato autore di graphic novel di racconti e romanzi per numerose case editrici italiane e internazionali, è anche, come ama definirsi, un lettore “onnivoro” firma per LibroSì Lab le “recensioni uscite da un cassetto”.