ACQUAPENDENTE – Archiviate le celebrazioni in onore della Madonnda del Fiore, la Parrocchia Santo Sepolcro di Acquapendente si appresta a celebrare un altro pentitissimo evento: la ricorrenza di Sant’Antonio da Padova. Giovedì 13 a partire dalle ore 18.00 don Enrico Castauro sarà alla guida di una processione che si snoderà lungo il centro storico, accompagnata da moltissimi fedeli con in mano gli immancabili ceri. Al termine una Santa Messa a commemorazione di chi, seppur deceduto, ha sempre collaborato fattibilmente ogni anno all’organizzazione dell’evento: padre Alberto Bisconti, don Luigi Sqauarcia, Mario Ronchini, Bruno Bonamici. Da uno studio effettuato da Padre Marcello Bisconti, sulle “Memorie storiche di Acquapendente del Costantini”, si può evincere come la tradizione abbia origine nel 1631. Quando la peste, dopo aver infierito su Mantova, Venezia e Modena scendeva in Toscana. Il pericolo era imminente anche per Acquapendente, il cui Consiglio Generale il 6 Luglio dello stesso anno elesse a suo perpetuo patrono S.Antonio da Padova. La grazia si ottenne ed il Consiglio non lesinò la sua riconoscenza al Santo. Il fatto ci conferma come la popolazione aquesiana aveva conservata ben radicata la devozione al santo. Devozione che ragionevolmente può farsi risalire ai tempi in cui i Frati Francescani subentrarono nella ufficiatura della Chiesa di Santa Maria del Borgo nel 1255. All’epoca della peste scampata un giovane Frate, da pochi anni Dottore in Sacra Teologia ma già affermato oratore, fra Giulio Leonardi di Acquapendente, quasi in un ringraziamento a Sant’Antonio, tramandava la notizia in una epigrafe nel chiostro di San Francesco. In ottimo latino affianca Acquapendente a Padova, come città gemellata dall’amore del Santo e dalla devozione verso di Lui. Circa 14 anni dopo, nel 1645, lo stesso darà ispirazione ed incarico al pittore Francesco Nasini per celebrare in splendidi affreschi, nel presbiterio della Chiesa, la glorificazione del Santo stesso. Nella epigrafe su ricordata si invocava dal cielo, dove “rifulgi felicità per la tua bontà”, la protezione sul popolo aquesiano.Ancora una volta la risposta non mancò. Nel 1696, due giorni prima della Festa di Sant’Antonio, la terrà tremò con grandissimi danni, come racconta il Costantini, in Bagnoregio, Orvieto e Tuscania. Le preghiere dei fedeli, che in chiesa celebravano la Novena in preparazione della Festa, salvarono Acquapendente. Il ringraziamento fu immediato. Sant’Antonio fu onorato con processione solenne a tragitto completo, con la partecipazione delle autorità religiose e civili. Quella stessa processione che si svolgerà proprio Sabato, oltre che parlare di invocazioni e gratitudine delle persone che con ceri la precedono e di quelli che pregando la seguono, tiene fede alla promessa che concludeva l’epigrafe di Padre Giulio Leonardi “I tuoi favori a noi elargiti, saranno vivi nel ricordo, nei monumenti, nelle ricorrenze festive, nei cuori nostri e dei posteri”.
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