Massimiliano Andreoni ci regala un’intervista di grande emozione, proprio come la poesia che si è qualificata nei primi posti al concorso di LibroSì Lab, intitolata “Ho sognato il mare”. Ci racconta di lui, una persona intensa, curiosa, eclettica, di grande sensibilità, che alimenta una vita a 360°. Un lavoro in mezzo agli altri nel sociale e in più la scrittura, la sua grande passione che, scoperta in adolescenza, sembra abbandonarlo in gioventù. Ma i grandi amori non finiscono, la scrittura ritorna ad accompagnarlo in età più matura e diventa parte di una rinascita, la sua nuova vita, insieme ad un altro grande amore ritrovato dopo 35 anni, quello per Laura che, come ci racconta Massimiliano “inspiegabilmente, o forse no, persa di vista per 35 anni è ricomparsa in quel pezzo di strada in cui entrambi avevamo iniziato a ritrovare noi stessi”. Questa è la sua storia.
Raccontaci di te e della tua passione per la scrittura e per la poesia in particolare. C’è un autore a cui ti ispiri?
La mia passione è iniziata durante l’adolescenza. Ho sempre amato scrivere, conservo ancora i diari delle scuole elementari, medie e superiori, e tanto altro. In realtà fino a circa 20-25 anni mi sono concentrato maggiormente sulla scrittura in prosa, racconti, favole, ecc. Poi è accaduto, quasi inconsapevolmente, che mi sono “fermato”, e questo, l’ho compreso molti anni dopo, è legato anche ad una sorta di sospensione della mia crescita interiore. Non si è fermata la mia vita, lavoro, viaggi, figli, ma diciamo che è corsa probabilmente su un binario parallelo a quello che avrei dovuto e potuto seguire. Non rinnego niente di quello che ho vissuto, e da cui sono nati soprattutto tre meravigliosi ragazzi, ma auguro a tutti di riuscire a comprendere al più presto quale sia la propria strada, quella che ho capito essere inscritta nell’intimo di ognuno di noi. Ho sicuramente sublimato la mia passione per la scrittura attraverso il lavoro: da circa trent’anni, tra le altre cose, mi occupo professionalmente di progettazione sociale ed ho scritto centinaia di progetti, inerenti il servizio civile, il carcere, le dipendenze, i migranti, i giovani. A 49 anni, prima lentamente, poi sempre più rapidamente, con conseguenze in parte dolorose ma anche molto belle ed importanti, finalmente ho (ri)trovato me stesso e con esso anche la scrittura e soprattutto la poesia. E non a caso questo è indissolubilmente legato all’aver finalmente ritrovato l’amore della mia adolescenza, Laura, inspiegabilmente, o forse no, persa di vista per 35 anni e ricomparsa in quel pezzo di strada in cui entrambi avevamo iniziato a ritrovare noi stessi. Ed, infatti, è lei la mia musa ispiratrice. Non c’è un autore in particolare cui mi ispiro, sicuramente amo la poesia del ventesimo secolo, gli ermetici, ma non solo, ma anche Baudelaire, piuttosto che i poeti dell’America Latina.
Come è nata la poesia “Ho sognato il mare” con cui hai partecipato al concorso “Emozioni” di LibroSì e quanto la tua esperienza personale entra nella tua creazione poetica e di scrittore?
La poesia è nata “per caso”, ma mentre lo scrivo so bene che per me il caso non esiste, forse è meglio dire “all’improvviso”, come quasi sempre mi accade, mentre stavo accompagnando una persona ad una visita medica. E, nell’attesa, seduto in un corridoio, in un momento emotivamente difficile, ho immaginato questa suggestione, fatta di mare, che temo ed amo, di musica, e del viso di chi mi ama e mi fa battere il cuore. Come ho già ampiamente descritto prima, la mia esperienza personale è fondamento ed essenza delle mie poesie.
Ci sono nuovi progetti di scrittura che stai realizzando?
Continuo a scrivere poesie, ne sono nate quasi un centinaio in poco più di quattro anni, qualche racconto breve, ed ho in progetto di scrivere un libro: ne ho due che sono più o meno a metà, ed uno di cui ho già il titolo e molti frammenti, ma che deve ancora diventare parola. Si intitola “Amore, tira fuori il cuore dalla cantina”, e parla di una donna, che cerca di emanciparsi da se stessa e dai propri fantasmi, per cercare di vivere appieno la propria avventura.
Massimiliano Andreoni, ecco chi sono: Nasco a Viareggio nel 1965, anche se ho sempre vissuto a Lucca. Vivo un’adolescenza serena, assieme a mio fratello, Fabrizio, ma segnata dalla morte di mia madre quando avevo tredici anni. Dopo il servizio civile come obiettore di coscienza, perché credo fermamente nei valori della nonviolenza, svolto presso un centro di recupero per tossicodipendenti, resto a lavorare nel settore del sociale. Divento padre di tre ragazzi che rappresentano ancora oggi una delle esperienze più difficili ma soprattutto più belle della mia vita, un viaggio, in mezzo ai tanti che ho potuto fare nella vita, quasi tutti con loro, e che mi hanno permesso di vedere, conoscere, apprezzare tanti mondi, esercizio che continuo a svolgere anche attraverso il mio lavoro e i “mondi” più vicini che frequento. Sono attualmente un libero professionista, fund raiser, progettista sociale e coordinatore di progetti sociali; collaboro con associazioni di volontariato, di promozione sociale, cooperative sociali ed enti pubblici. Ho sempre amato scrivere, ma ho pensato che “uno su mille ce la fa” e che non potessi permettermelo. Mi sono quindi trovato un lavoro che mi ha permesso di sublimare per anni questo desiderio, scrivendo centinaia di progetti, anche nazionali, spesso vincenti. Ho iniziato a scrivere nell’adolescenza, ed ho, ahimè, smesso prima dei trent’anni, quasi senza accorgermene. Alcuni anni fa (era il 2013) ho iniziato un percorso evolutivo personale, importante, bello, che ha certamente sconvolto la mia vita personale, professionale, familiare, ma che mi ha permesso di riscoprirmi, nella mia autenticità più profonda. Ora sono più sereno, più me stesso, più felice, più innamorato, e ho ricominciato a scrivere, per non smettere mai più.
Ho scritto numerose poesie, alcuni racconti brevi e sto cercando di scrivere un romanzo. In questi anni ho partecipato a molti concorsi nazionali ed internazionali, vincendone alcuni e piazzandomi in altri.
“Ringrazio i miei genitori, mio padre Antonio, con tutta la sua dedizione, che se ne è andato pochi mesi fa ed ha raggiunto la sua amata Giancarla, mia madre, che ho finalmente ritrovato e che, come adesso so riconoscere, mi è sempre stata accanto. E mio fratello, Fabrizio, che nella sua apparente quiete, ho sempre sentito vicino. Ringrazio anche Niva, la madre che trent’anni fa “ho adottato” e che, anche se non ci vediamo per anni, ho sempre sentito vicina. I miei figli: Samuele, Leonardo e Federico. E soprattutto grazie a Laura cui devo molto di tutto questo, alla quale è dedicata questa piccola antologia e che illumina la mia vita, riempiendola di amore, colori e passione, che c’era quando ero bambino, che c’è adesso e che c’è sempre stata.”