di Valentino Saccà
ORVIETO – Il Cinema Corso di Orvieto ha accolto all’interno della propria sala Il film vincitore del premio del pubblico come miglior documentario al RIFF AWARDS 2018. “Amaranto“, realizzato dal tandem tutto al femminile composto da Emanuela Moroni e Manuela Cannone, è stato proiettato venerdì 31 maggio scorso, alla presenza delle registe che in chiusura hanno accolto stimoli, domande e osservazioni dal pubblico presente.
Non c’è quell’ecologismo forzato e ideologico che oggi può diventare cliché, in “Amaranto” c’è un’idea di visione della vita alternativa a quella comune, senza dare soluzioni incontrovertibili il documentario di Moroni e Cannone è un semplice e minuto spiraglio su modi diversi di vivere e pensarsi in relazione al mondo.
Dopo un prologo più teorico, con interventi di filosofi, poeti e artisti come Serge Latouche, Franco Arminio e Alberto Ruz Buenfil, il film si apre su cinque racconti, cinque esperienze raccontate in prima persona.
Vera Schmid è un’ostetrica che promuove il parto naturale, Franco Lorenzoni è un maestro elementare promotore di una personale forma educativa che esercita nel proprio laboratorio detto Casa Cenci. L’esperienza della scrittrice Etain Addey ci porta a conoscenza del movimento bioregionale italiano, mentre Alida Nepa illustra un’esperienza di cohousing e infine Saviana Parodi uno stile di vita in cui la natura si estende circolarmente attorno alla propria abitazione.
I limiti di “Amaranto” stanno tutti nello sguardo un po’ ingenuo e ai limiti dello scolastico, come approccio al genere documentario, adottando uno stile a volte spoglio a volte naturalistico-suggestivo, ma se ne apprezza la sincerità di fondo e la profondità del messaggio suggerito e mai ostentato.