È tra le novità librarie più seguite del momento il romanzo Una volta è abbastanza di Giulia Ciarapica. Eravamo curiosi di avere il parere dei lettori, ecco cosa ne pensa la guest blogger di oggi, Alicedicarta
Recensione a cura di Alicedicarta
Una storia viva, terrena, vera, che non si risparmia e colpisce al cuore. “Perché resta solo quel che conta, e conta soltanto ciò che resta. Al di là di tutto. Nonostante tutto.”
Una volta è abbastanza è il romanzo d’esordio di Giulia Ciarapica, blogger culturale molto attiva sui social. Ha un suo blog e scrive per il “Foglio” e per il “Messaggero”.
Ora, immaginate un piatto gourmet: ingredienti genuini, essenziali, ma ricercati, mani esperte che li mettono insieme con maestria. Alla fine, un piatto e un sapore che appagano tutti i sensi, senza appesantire. Ecco, nello stesso modo immaginate un paesino dell’entroterra marchigiano, Casette d’Ete. Siamo nel dopoguerra, la natura è quella incontaminata e brulla dei contadini, i personaggi e le comparse sono diversi e tengono in piedi il paese con la manifattura calzaturiera.
Le ambientazioni nei laboratori di scarpe, che quasi ogni casa possiede, vengono descritti con minuziosità, e insieme al tempo meteorologico diventano anch’essi protagonisti, o meglio necessari all’incastro del racconto.
Alcuni personaggi remano contro se stessi, come Rita, che vive per anni all’ombra del suo mal d’amore, o Giovanna, che si ritrova ad affrontare con la rimozione il dolore più grande che si possa provare. Altri, invece, tentano di costruire un futuro più roseo di quello che la vita sembra aver scritto per loro, come Giuliana, Valentino e Annetta. Alcuni ci riescono, altri meno. Giuliana e Annetta, le due sorelle protagoniste, si ritroveranno ad amare lo stesso uomo, Valentino, corteggiato da tutte le donne del paese. Loro sono così diverse, non solo nel carattere, ma anche e soprattutto nelle scelte che compiono, come decidono di affrontare la vita. Questo le porterà su sentieri che non si incontreranno mai, ma senza allontanarsi troppo l’una dall’altra, come due rette parallele. La trama si intreccia a molti riferimenti storico-culturali, a partire dal 1945 fino al 1965, anche perché ogni capitolo è datato con precisione: i giovani del paese che tornano dalla guerra, i cambiamenti politici, i primi elettrodomestici, una sola televisione attorno alla quale riunirsi con tutti i paesani, le macchine e le strade asfaltate. Ad un certo punto la storia si interrompe, anche piuttosto bruscamente, lasciandoci nel pieno della tensione emotiva. Sì, perché questo è solo il primo capitolo della storia, il primo romanzo di una trilogia.
I dialoghi, trattandosi di un piccolo paese manifatturiero, sono impregnati di dialetto marchigiano, e lo stile e la scrittura fluida dell’autrice riescono infatti a rappresentare la realtà così com’è, con le immagini e le situazioni quotidiane, gli odori della cucina, dei fiori e anche della pelle della persona amata. Il risultato di tutti questi ingredienti messi insieme, grazie alle mani esperte di Giulia Ciarapica, è una storia viva, terrena, vera, che non si risparmia e colpisce al cuore, anche per via della drammaticità di alcuni eventi e della naturalezza con cui vengono raccontati. Anch’io mi sono sentita spesso una comparsa di tutta la messinscena. Un racconto corale che non può non prenderti da qualche parte, anche nascosta, del tuo animo.
Ho amato questo romanzo perché pieno di sfaccettature, di spunti, di personaggi imperfetti, con molte incrinature e fantasmi, ma proprio per questo umani.
@alicedicarta la nostra guest blogger: ha un profilo Instagram e un blog dedicato alla lettura, la sua grande passione. Dice di lei e del suo blog: “Qui non troverai delle vere e proprie recensioni. Primo perché non sono né un critico letterario né una giornalista culturale, poi perché l’idea che ci facciamo di un libro è troppo personale ed influenzata da diversi fattori. I miei #consiglidicarta sono brevi analisi e commenti sulle mie letture, il tentativo di mettere su carta le emozioni e le suggestioni che mi hanno suscitato una frase, un personaggio, l’atmosfera del libro”. Seguila su Instagram e sul blog Alicedicarta.
(Credits fotografici: @alicedicarta)
Trama di Una volta è abbastanza: L’Italia è appena uscita dalla guerra. A Casette d’Ete, un borgo sperduto dell’entroterra marchigiano, la vita è scandita da albe silenziose e da tramonti che nessuno vede perché a quell’ora sono tutti nei laboratori ad attaccare suole, togliere chiodi, passare il mastice. A cucire scarpe. Annetta e Giuliana sono sorelle: tanto è eccentrica e spavalda la maggiore – capelli alla maschietta e rossetti vistosi, una che fiuta sempre l’occasione giusta – quanto è acerba e inesperta la minore, timorosa di uscire allo scoperto e allo stesso tempo inquieta come un cucciolo che scalpita nella tana, in attesa di scoprire il mondo. Nonostante siano così diverse, l’amore che le unisce è viscerale. A metterlo a dura prova però è Valentino: non supera il metro e sessantacinque, ha profondi occhi scuri e non si lascia mai intimidire. Attirato dall’esplosività di Annetta, finisce per innamorarsi e sposare Giuliana. Insieme si lanciano nell’industria calzaturiera, dirigendo una fabbrica destinata ad avere sempre più successo. Dopo anni, nonostante la guerra silenziosa tra Annetta e Giuliana continui, le due sorelle non sono mai riuscite a mettere a tacere la forza del loro legame, che urla e aggredisce lo stomaco. In queste pagine che scorrono veloci come solo nei migliori romanzi, Giulia Ciarapica (qui il suo blog) ci apre le porte di una comunità della provincia profonda: tra quelle colline si combatte per il riscatto e tutti lottano per un futuro diverso. Non sanno dove li porterà, ma hanno bisogno di credere e di andare.