VITERBO – E’ calato il sipario sulla 33A edizione di San Pellegrino in fiore(Viterbo), la tradizionale manifestazione florovivaistica che richiama tantissimi visitatori da tutto il mondo ogni anno, con un ingresso totalmente libero.
“Grandissima intuizione quella che portò, ormai decadi fa, ad abbinare il nostro peperino alla magia dei colori naturali dei fiori – ha commentato Giulio Della Rocca, rappresentante del Movimento Puliamo Viterbo.
Grazie per 33 anni di passione colori e turismo. Forse solo secondo al festival dell’artigianato, questo evento annuale ha motivato aiutato e spinto, negli anni, a trasformare Viterbo nella città della macchina di Santa Rosa e dei festival.
Dal primo di maggio a metà luglio ne vediamo molti, sempre con cadenza annuale, che soddisfano gusti ed aspettative diverse. Benissimo, di nuovo grazie”.
“E’ tempo di un ricambio generazionale – ha proseguito Della Rocca – ma, ancor di più, è tempo di pensare in grande.
Non aumentando i giorni, non funziona! Anzi ci lascia l’amaro in bocca, dobbiamo trasformare l’antica intuizione e ripensarla al passo con i tempi che corrono, accettare la nuova realtà turistica e capire una volta per tutte che dobbiamo pensare Tuscia, l’evento si deve trasformare in Tuscia in Fiore.
Ogni fine settimana di Aprile, tre borghi della Tuscia, non Viterbo, debbono essere in Fiore. Come ogni mese, 4 fine settimana fanno 12 borghi in fiore con l’aggiunta del gran finale: il Primo Maggio nel cuore della Tuscia in fiore: san Pellegrino.
Si fa marketing e promozione di tutta la Tuscia, si arriva più lontano, si incrementa il turismo, tutti i comuni partecipano, con somme diverse ovviamente ma con un unico scopo.
La Tuscia va sulla mappa di turismo floreale con il binomio di Peperino e Fiori, la magia del contrasto tra grigio e colori vivaci fa il resto. Con tutto il rispetto per tutti, la regione ha dato 100.000 euro per progetti locali e di minori ambizioni. Se lka regione desse 100.000 euro che si sommerebbero alle risorse comunali, sarebbe l’evento del decennio. Questo progetto deve includere ovviamente, Bagnoregio, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vitorchiano, Bassano in Teverina etc etc etc. Le centinaia di migliaia di visitatori che già vanno in quelle destinazione avrebbero un’esperienza unica da raccontare”.
“Ampio raggio, impatto turistico, rivitalizzazione zone periferiche, durata mensile, continuità ideale con le meraviglie dei giardini all’italiana: Caprarola, Bagnaia, Vignanello – Ha concluso Della Rocca.
Non deve essere il mio progetto, ne il progetto di Viterbo. É il primo vero progetto della Tuscia, si fa rete e si porta ricchezza. Basta chiacchiere, è il momento di fare le cose giuste”.