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Home Cultura

“Piccoli Tasti, Grandi Firme”, alla mostra di Ivrea c’è anche Orvieto con l’archivio Maoloni

Redazione 2 by Redazione 2
4 Giugno 2019
in Cultura, Secondarie, Archivio notizie
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ORVIETO – Al Museo Civico Pier Alessandro Garda di Ivrea (in Piazza Ottinetti), aprirà i battenti, venerdì 31 maggio la mostra intitolata “Piccoli Tasti, Grandi Firme, L’epoca d’oro del giornalismo italiano” (1950-1990), per poi concludersi il 31 dicembre 2019. All’iniziativa prenderà parte anche l’archivio Pier Giorgio Maoloni di Orvieto e saranno inclusi nel percorso espositivo documenti e progetti prodotti dall’architetto dei giornali per le più importanti testate della carta stampata tra cui la famosa prima pagina del Messaggero del luglio 1969 dedicata allo sbarco sulla luna e esposta anche al museo MOMA di New York.

Nel dicembre scorso, a ottant’anni dalla nascita (1938-2005) era stato presentato al pubblico lo speciale patrimonio culturale lasciato in eredità alla Città da Pier Giorgio Maoloni, di recente sistemato in uno spazio riservato a Palazzo dei Sette di Orvieto, e il progetto di un Archivio come centro di attività e promotore di eventi e didattica.
Oggi la presenza all’evento di Ivrea di alcuni prestigiosi documenti provenienti dall’archivio professionale del celebre e creativo designer di giornali, sta a sottolineare il ruolo innovativo da lui svolto nella storia dell’informazione e della comunicazione, ma anche l’avvio delle attività a cui è esplicitamente finalizzata la donazione fatta dagli eredi al Comune di Orvieto come segno del profondo legame di Pier Giorgio Maoloni con la sua città natale.
Scopo della donazione, di cui si sta ultimando la procedura della concessione in comodato d’uso, è infatti l’esclusiva salvaguardia, promozione e valorizzazione del patrimonio culturale lasciato da Piergiorgio Maoloni per trasmetterne la memoria attraverso iniziative che favoriscano la più ampia visibilità e fruibilità del materiale donato.

Pier Giorgio Maoloni è considerato unanimemente come uno dei grandi padri della grafica italiana della seconda metà del Novecento. Definito “architetto dei giornali”, egli elaborò progetti che rivoluzionarono la grafica di quotidiani, settimanali e mensili italiani, segnando in maniera indiretta la storia del giornalismo italiano. E’ suo il restyling di periodici quali: Il Messaggero, Paese Sera, Il Tempo, La Stampa, l’Unità, Il Manifesto, Avvenire, Il giorno, Il Mattino e tanti altri.
Maoloni nella sua attività seppe coniugare fra loro parole ed immagini. Seppure, il suo lavoro si svolgeva in Italia e all’estero, non dimenticò il suo legame con Orvieto collaborando con il Comune a valorizzare il patrimonio artistico e culturale della città, per la quale ideò, fra l’altro, la frase Orvieto Città Narrante filo conduttore di tante iniziative.
L’Archivio Pier Giorgio Maoloni è ricco di una raccolta eterogenea di libri, riviste, pagine di quotidiani e bozzetti a stampa con circa 88 CD contenenti progetti grafici, lavori e materiali vari elaborati per quotidiani e periodici; ma anche opuscoli, libri e depliant, prove di stampa e di impaginazione, materiali pubblicitari e poi libri di argomenti eterogenei, fotografie, diapositive, pellicole.

La mostra Piccoli tasti, grandi firme. L’epoca d’oro del giornalismo italiano (1950-1990), realizzata dal Comune di Ivrea con il contributo della Fondazione Guelpa di Ivrea è curata da Luigi Mascheroni, nota firma de Il Messaggero, con la collaborazione di Corinna Carbone, e racconta la stagione d’oro del nostro giornalismo e le “penne” che hanno contraddistinto quest’epoca. L’inaugurazione avrà luogo venerdì 31 maggio, in coincidenza con l’avvio del festival “La grande invasione”.
Il progetto espositivo propone una pagina particolare della grande tradizione della stampa italiana, e si offre come spunto di riflessione sul presente dell’informazione. Dai corridoi di quelle redazioni spuntano nomi indimenticati e indimenticabili: Dino Buzzati, Camilla Cederna, Indro Montanelli, Oriana Fallaci, Gianni Brera, Pier Paolo Pasolini, Enzo Biagi, Giorgio Bocca, Beppe Viola, Mario Soldati.
La mostra (ri)legge quella che da molti viene considerata – per qualità dell’informazione e della scrittura – la stagione d’oro del nostro giornalismo: un momento storico, al centro del Novecento, che coincide, sovrapponendosi e intrecciandosi, con l’invenzione, la diffusione e il larghissimo uso delle macchine da scrivere portatili Olivetti, e la Lettera 22 in particolare.

É il periodo compreso tra gli anni Cinquanta (il 1950 è l’anno della progettazione della Lettera 22) e la fine degli anni Ottanta – inizio anni Novanta (il momento della graduale introduzione dei personal computer nelle redazioni dei quotidiani).

Una stagione che può ancora proporsi, sostengono gli organizzatori dell’evento, come esempio e confronto in un momento come quello attuale in cui il giornalismo della carta stampata vive una crisi profonda: concorrenza dei nuovi media e di Internet in particolare, crollo delle copie per tutti i maggiori quotidiani, allontanamento dei lettori tradizionali, riduzione drastica della pubblicità, perdita di autorevolezza nei confronti del lettore.
“Oggi – spiegano – siamo sommersi da notizie, ‘ultima ora’, commenti, travolti da tweet, fotogallery, video, e sopraffatti da polemiche, scandali, consigli dell’esperto e, anche, fake news. Però – in questo flusso di narrazione ubiqua, anzi di storytelling – rischiamo di perdere un’antica abitudine: il piacere di raccontare (e leggere) le storie, e soprattutto le storie ben scritte.
Il percorso della mostra – che si sviluppa attraverso l’esposizione di materiale molto vario – aiuta a ritrovare questo gusto: in mezzo a macchine per scrivere, taccuini, agende, dattiloscritti, pagine di giornale, ritagli, riviste, vignette, disegni, caricature, fotografie e video, si riscopre ‘il sale del giornalismo’”.

(Fonte: Ufficio stampa Comune di Orvieto)

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