VITERBO – Nel terzo millennio l’apprendimento permanente e lo sviluppo delle competenze costituiscono le piste prioritarie verso una società inclusiva e sostenibile. Su queste direttrici comuni gli operatori dell’istruzione, dell’educazione e della formazione si ritrovano membri della stessa allargata comunità professionale: facilitatori dei processi di apprendimento e di crescita culturale dei cittadini, per l’intero arco della vita. Ma quale orizzonte di senso condiviso orienta questa comunità di pratica? Quali conoscenze e quali competenze abilitano il ruolo del formatore nella società del terzo millennio? Su questi temi si sono confrontati numerosi relatori che hanno partecipato all’incontro di due giorni ‘Formare al Cambiamento. Contributi dalle comunità di pratica’, organizzato da Labform Unitus e curato da Patrizia Sibi, referente dello stesso Labform-Unitus, in collaborazione con il dipartimento Disucom, RUIAP ( Rete Università Italiane per l’Apprendimento Permanente) INDIRE ( Istituto Nazionale di Documentazione Innovazione e Ricerca Educativa), AIF Lazio ( Associazione Italiana Formatori) FEDERLAZIO- Viterbo, AIEMS ( Associazione Italiana di Epistemologia e metodologia sistemiche), CONSULTA STUDENTESCA DI VITERBO, in collaborazione con USR Lazio AT Viterbo, AMBITI TERRITORIALI SCOLASTICI della provincia di Viterbo, CPIA Interprovinciale ‘G. Foti’ (Centro per l’Istruzione degli adulti) e CR&S (Centro ricerca e Sviluppo) Lazio, RETE NAZIONALE dei Centri Regionali di Ricerca, Sperimentazione e Sviluppo per l’Istruzione degli Adulti, TRAILab – Laboratorio di ricerca interdisciplinare dell’Università Cattolica di Milano e la professoressa Elvira Federici, referente nazionale del Circolo Bateson ‘AltreMenti’.
All’evento hanno partecipato circa 200 formatori provenienti dal mondo della scuola, dell’istruzione per gli adulti, del terzo settore, della formazione professionale e delle imprese. Durante la seconda giornata sono stati realizzati sei laboratori su tematiche innovative per stimolare le abilità di ‘formatori’ capaci di accompagnare e dare forma al cambiamento: dalla gestione dei conflitti al team building, dalle metodologie didattiche innovative alla creatività attraverso i giochi di simulazione, dall’approccio del teatro-natura alle dinamiche del lavoro in rete.
I laboratori, condotti da esperti degli enti e delle associazioni che hanno partecipato all’evento in qualità di partner, hanno fornito l’occasione di sperimentare ambienti formativi per quelle competenze trasversali-generative che possono tracciare un nuovo profilo professionale del formatore del terzo millennio. E’ stata una prima occasione di incontro/confronto tra soggetti formatori locali e nazionali con l’intento di incrementare la partecipazione al network Polo Formatori in cui il Labform- Unitus si propone come Hub generativo di progetti pilota per l’apprendimento. “La prospettiva – come ha ribadito il rettore di Unitus, Alessandro Ruggieri – è quella di implementare le funzioni di Terza Missione e di Pubblic Engagment a cui sono chiamate le Università italiane nell’ottica di contribuire alla formazione permanente delle comunità professionali e di far dialogare il mondo accademico con i bisogni di crescita culturale dei territori di riferimento”.