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Home Acquapendente

Gruppo Porta della Ripa-Centro presenta il suo bozzetto 2019 ad opera di Fabrizio Nardini

Redazione 2 by Redazione 2
23 Aprile 2019
in Acquapendente, Otre l'Orvietano, Archivio notizie
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ACQUAPENDENTE – La lavorazione-realizzazione del mosaico floreale denominato Pugnalone (intarsio di fiori e foglie all’interno di un disegno riportato su tavola) vedrà protagonista nel prossimo mese di maggio il Gruppo Porta della Ripa-Centro , con un bozzetto realizzato da Fabrizio Nardini. Il Gruppo è stato fondato nel 1963 e con colori giallo-neri che in cinquattaquattro anni di vita ottenuto sei successi. Il primo nel 1971 ha visto bozzettisti Domenico Creti, Renzo Chiovelli, Nicola Pioli e Luca Rosati. Nel 1973 arriva il bis con il bozzettista Domenico Creti. 1986 e 1989 sono gli anni vincenti dell’apprezzatissimo artista locale Paolo Rossi. Mentre il 2012 ed il 2014 quelli di Fabrizio Nardini. Prima con la citazione di A.S. Byatt”Un uomo è la storia dei suoi respiri e dei suoi pensieri, azioni, atomi e ferite, amore, indifferenza, avversione, del suolo che ha nutrito lui ed i suoi predecessori, delle pietre e la sabbia dei luoghi a lui familiari, delle battaglie lungamente taciute e dei tormenti della coscienza. Strutture, anguste cornici imprigionano, incatenano le nostre vite ad ambiti miseri: l’idea e l’impulso ad agire ci indicano la strada per il riscatto della nostra libertà di uomini”.

La seconda raccoglie le citazioni di T.S.Eliot dal What the thunder said – The Waste Land “Qui non c’è acqua, solo roccia, Roccia e niente acqua, Montagne di roccia prive d’acqua, Se fosse acqua ci fermeremmo e potremmo bere”, quella di Pietro Paolo Biondi dalle Croniche di Acquapendente “Alcuni la chiamano Acquapendente da una manifesta caratteristica del luogo e per l’abbondanza dell’acqua che gli abitanti dicono lì sgorghi” e “Aqua fons vitae: la linfa che torna a fluire nelle fibre oramai morte dell’albero si fa fiume indomito e impetuoso che sovrasta e sbaraglia la fortezza immota e ne invade i ciechi recessi, gli oscuri varchi che non conducono ad alcuni luogo: spazza via il potere insensato, torna a sgorgare dalle fonti a lungo prosciugate”. Otto i secondi posti. Il primo nel 1972 vede protagonisti i bozzettisti Carlo e Corrado Consoli affiancato da Domenico Creti, il 1977 il capolavoro di Mario Vinci,  1981-1982-1987 il tris di Paolo Rossi, nel 2002 la bozzettista Lavinia Sugaroni con “….non c’è notte tanto lunga da impedire al sole di sorgere !!!!

E’ l’alba di un nuovo giorno, una luce che soccombe notti troppo lunghe, notte di oppressione, soprusi, guerre, malvagità. Un semplice francobollo, testimone delle nostre idee che viaggiano, idee talvolta troppo diverse, simbolo di commemorazione, utile a non dimenticare quel sole, miracolo di rinascita, capace oggi come allora di svegliare i nostri animi, di far gridare al mondo intero il nostro sì alla vita”, 2009-2010 il bis di Fabrizio Nardini che inizia con la citazione del Vescovo di Nola Begnamino di Palma “I lavoratori non chiedono assistenza, ma dignità e rispetto. Ascoltate il grido di queste persone che non vogliono oro e argento, ma solo lavoro e futuro per i loro giovani e le loro famiglie”ed il commento” La minaccia di una morte iniqua pesa su molti di coloro che nel lavoro cercano dignità, indipendenza, e realizzazione dei propri talenti, trovando invece nuove e pesanti catene.

Coloro che benedicevano la terra con la propria fatica ebbero in dono l’epifania di un segno di speranza” e finisce con la citazione di Isabella Allende dalla Casa degli Spiriti di Feltrinelli (1982) “Le tegole del tetto si staccarono e piovvero intorno con un fracasso assordante. Vide le pareti in muratura delle case schiantarsi come fossero state colpite da un colpo d’ascia, la terra si aprì così come aveva visto nei sogni e un enorme crepa comincio a spalancarsi davanti a lei” con il commento “Si può essere attraversati dal pensiero rassegnato che tutta la nostra esistenza crolli sotto l’urto di un oppressione intollerabile che la storia passata non sia ridotta ad altro che un cumulo di pietre frantumate ed inutili. Ma ciò che è avvenuto, sebbene distante nel tempo si lega a noi attraverso fili sottili e tenaci, ci permette di guardare attraverso occhi preveggenti, ci indica dove dirigere i nostri passi, ci tende antiche mani per sollevarci e redimerci di nuovi baratri”. Quattro i terzi posti. Si inizia nel 1963 con bozzetto di Renato Ciacci, per arrivare ancora al memorabile tris di Fabrizio Nardini: 2007 con “Sono stanco….Stanco di lottare, di provare. Stanco di piegarmi all’ovvietà delle ipocrisie. Mi fermo. Penso…. Rifletto…..SENTO.

Sento la purezza della speranza Esplodere in tutta la sua bellezza. LA SENTO. Mi avvolge….E io rinasco”, 2008 “Sento un esercito alla carica sulla terra, ed il tuono dei cavalli che si tuffano, schiuma intorno alle ginocchia arroganti nell’armatura nera, dietro di loro stanno gli aurighi, lasciano le briglie, agitano le fruste. Urlano il loro nome di battaglia nella notte. Io gemo nel sonno a sentire, di lontano, il turbine delle loro risa. Squarciano la tenebra dei sogni, fiammata accecante, picchiando, picchiando sul nostro cuore come si un’incudine. Vengono scuotendo in trionfo le loro lunghe chiome verdi Escono dal mare e corrono urlanti sulla spiaggia. I Hear ad army J.Joice. Per troppo tempo sono rimasto nell’oscurità, all’ombra fosca del soprusi, dell’orrore, della tirannia, schiavo dei cicli del tempo, del mondo incolore fatto di violenza e potere cieco. Nasce una nuova forza, da una volontà quasi sopraffatta: tende la mano, proteso alla luce della speranza e raggiunge l’alba della mia rinascita”. Sei i quarti posti. 1974 (bozzetto Carlo e Corrado Consoli), 1975 (bozzetto Renzo Chiovelli), 1983-1988-1991 (bozzetti Paolo Rossi) e 2013 con Fabrizio Nardini che cita Leonardo Sciascia “La sicurezza del potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini” e commenta “La torre incombe sulla vita della comunità, il suo meccanismo imperscrutabile scandisce inesorabilmente il tempo della sottomissione.

L’ingranaggio del potere appare immutabile, nulla e nessuno sembra poter gettare sabbia in quel sistema meccanico e ridondante…. Ma un segno, una visione di libertà rovescia improvvisamente la prospettiva delle azioni e la consapevolezza di una nuova speranza conduce ad un nuovo cielo ed ad una nuova terra”. Cinque i quinti posti: 1980 (bozzetto Paolo Rossi), 1985 (bozzetto Paolo Rossi), 1996 (bozzetto Cesare Goretti), 1998 (bozzetto Paolo Rossi e Cesare Goretti), 2003 (bozzettista Lavinia Sugaroni) che rappresenta “Si aprirà il sipario, un palco gremito di folla combatterà il tiranno, lo sconfiggerà, sarà un popolo libero. Oggi come un tempo nulla è cambiato, l’unica intramontabile verità lo sguardo della Vergine, miracolo di pace”. Tre i sesti posti. 1979 e 1984 (bozzetti Paolo Rossi) e nel 2011 Lavinia Sugaroni e Cesare Goretti con “Il miracolo si rinnova, ricordando quei tempi così lontani, quella libertà conquistata dopo tante sofferenze del popolo aquesiano. Quello che ormai è solo un ricordo, può tornare in vita ogni qual volta inizia una nuova partita. Giocare è semplice, basta prendere quei due dadi, destino di ognuno di noi, lanciarli almeno una volta nella nostra vita, cercando di vincere la partita, sconfiggere ancora quel tiranno, e raggiungere il traguardo nella ricerca del nostro “piccolo miracolo”. Dietro a successi straripanti c’è un gran gruppo di lavoro. Teleguidato da capigruppo del calibro di Mario Vichi e Jacopo Santelli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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