VITERBO – Sociologi, filosofi e massmediologi da anni ormai parlano di distopia, ovvero lo sviluppo in negativo della società, dell’arte, della politica attraverso i nuovi media. Quello che prima sembrava fantascienza oggi è una tragica realtà.
Mercoledì 3 aprile, dalle ore 09,30 presso l’Aula Magna del Rettorato, Il Dipartimento di Scienze Umanistiche, della Comunicazione e del Turismo ha organizzato il seminario interdisciplinare dal titolo “Distopica/Dispotica. Riflessioni tra letteratura, media e politica sul peggiore dei mondi possibili”. Curato da Stefano Pifferi, il seminario è incentrato sulla attualità delle distopie e su come, nelle nuove arti (cinema, tv, fumetto), in letteratura, nei media, nella comunicazione politica, esse siano state recepite e percepite: non più moniti quanto una sorta di profetica “cassandra”.
Presentazione del seminario
Entità sovranazionali, orwelliani grandi fratelli, spersonalizzazione dell’io, neolingue applicate, ideologie da tecnoevo digitale, predominio invasivo delle tecnologie. La contemporaneità sembra sempre più un film di fantascienza, superando spesso e (mal)volentieri l’immaginazione dei vari autori, registi, scrittori che quel futuro hanno provato a ipotizzarlo, al punto che quest’ultimo ha finito col manifestarsi come la materializzazione di molte delle previsioni più nefaste e delle ipotesi di futuri non ideali, non auspicabili, non utopici più preoccupanti.
Facile quindi immaginare come l’utopia, ovvero quella situazione ideale dove “tutto è come dovrebbe essere”, che ha contrassegnato buon parte dell’Età Moderna abbia man mano lasciato spazio al suo gemello diverso, al suo opposto, al suo doppio in negativo, la distopia, con quest’ultima che, mostrando sotto forma di ammonimento, di satira o di avvertimento le paure più grosse dell’umanità nel tentativo di esorcizzarle, è invece divenuta quasi una profezia della contemporaneità. Timori, paure e preoccupazioni per il “peggiore dei mondi possibili” sembrano dunque essersi verificate in questo antropocene a forte impronta tecnologica, al punto che è interessante, rovesciando la prospettiva, valutare l’impatto delle distopie sul presente e analizzare la contemporaneità sulla base dei vari moniti che nel corso degli ultimi due secoli romanzi, saggi, film, serie tv, fumetti, politica, sociologia e quant’altro hanno lanciato. In forma ovviamente ristretta, visto il mare magnum del fenomeno-distopia, ma in modalità multi prospettica e interdisciplinare, la presente giornata vuole allungare lo sguardo sul fenomeno distopia e le sue ricadute sull’attualità socio-politico-culturale. Rovesciando l’assunto orwelliano per cui “Chi controlla il passato controlla il futuro; chi controlla il presente controlla il passato”, potremmo dire che “chi conosce il passato, può riflettere sul presente e concepire il futuro”.