TERNI – E’ un approccio nuovo con un metodo sperimentale che vuole interpretare le necessità delle singole realtà scolastiche senza calare nulla dall’alto, il progetto “Bisogni sociali contemporanei, adulti e adolescenti tra reale e virtuale”.
L’iniziativa, il cui primo incontro si è svolto lunedì 4 marzo, in Provincia (sala Secci del Consiglio provinciale), è della Provincia di Terni che ha riunito il mondo della scuola, le famiglie, i genitori, la prefettura, la questura, i settori dedicati dell’Usl 2, l’Unicef e altre componenti sociali per iniziare la discussione su come migliorare la salute degli studenti nelle scuole e sviluppare una rete intergenerazionale.
“L’obiettivo è realizzare un progetto concreto di supporto e collaborazione per le scuole ma capovolgendo l’impostazione. Non un’imposizione dall’alto che non avrebbe ricadute reali ma un’iniziativa che sia dedicata ad ogni singolo caso, ad ogni scuola con la sua realtà e la sua tipologia perché ogni istituto ha una propria storia di ragazzi e ragazze e quella storia va interpretata secondo le specifiche esigenze”, hanno spiegato il presidente della Provincia, Giampiero Lattanzi, e la responsabile provinciale del servizio scuola, Tiziana De Angelis.
Ieri si è discusso su come creare una rete e un sistema di relazioni per favorire il dialogo intergenerazionale, il benessere e la salute degli studenti e delle studentesse anche in rapporto all’uso delle nuove tecnologie che devono essere un supporto e non un fine. “Per fare questo e per raggiungere altri obiettivi di salute – è stato detto durante i lavori di ieri – è necessario però calarsi nella realtà dei giovani di oggi, capirne le inclinazioni, interpretarne i bisogni e dare risposte e questo si può fare solo parlando con loro il più possibile”.
All’incontro, molto partecipato, c’erano il prefetto Paolo De Biagi, i rappresentanti della questura, i dirigenti scolastici, l’Unicef, il servizio di neuropsichiatria infantile dell’Usl 2, i carabinieri, la polizia, la guardia di finanza, i rappresentanti dell’ufficio scolastico regionale, i consigli di istituto e la relativa componente genitoriale e le associazioni a vario titolo coinvolte e interessate. Dopo questo primo incontro conoscitivo, dedicato soprattutto alle scuole superiori, il lavoro proseguirà con approfondimenti anche per le elementari e medie.
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