AMELIA – Dopo il successo dello spettacolo di apertura della stagione di prosa del Teatro Sociale di Amelia, lo scorso 15 marzo con l’opera “Se devi dire una bugia dilla grossa”, il cartellone prosegue con un altro grande appuntamento. Venerdì 1 marzo, alle 20.30, andrà in scena “Goya – La quinta del sordo”, tratto dal testo del celebre magistrato-attore-regista Gennaro Francione.
Uno spettacolo di teatro totale, in cui parola, danza, musiche e videoproiezioni, raccontano la crisi artistica ed esistenziale dell’ultimo periodo della vita del celeberrimo artista Francisco Goya. Attraverso le donne della sua vita, il protagonista intesse un dialogo intimo con se stesso e con “i suoi mostri di dentro”. Il titolo dell’opera “La quinta del sordo” si rifà ai termini con i quali il popolo aveva ribattezzato la casa di campagna nella quale l’artista si era rifugiato ormai sordo e quasi cieco. Un luogo lontano dalla corte, uno spazio privilegiato in cui dipingere in libertà e trasformare in arte le paure, la depressione, le visioni celestiali, l’ira e le sue mostruose visioni.
Goya crede di udire voci irridenti, dialoga con i fantasmi, fa i conti con il suo passato e con i suoi incubi. E’ così che nascono le su “pitture nere”, opere cariche di angoscia e turbamento ma incredibilmente dense di gioia e colore. Ma delle sue opere nella scenografia non c’è traccia, ci sono solo cornici vuote che si popolano delle sue donne. Stavolta i riflettori sono accesi non sui quadri di Goya ma sulla sua oscura interiorità, sul suo dramma interiore nel quale ogni spettatore può ritrovare parte di se stesso.
Il profondo travaglio esistenziale del grande pittore spagnolo, considerato il padre dell’arte moderna, è portato in scena dall’impeccabile Paolo Perelli, attore, regista e mattatore dello spettacolo. Accanto a lui quattro splendide ballerine: Lorena Coppola, Federica Balducci, Livia D’Ingegno e Francesca Matellini. Le riprese video sono di Alfredo De Marco.
L’opera ha già riscosso grande successo di pubblico in diversi teatri. Da molti è stata definita “un’opera teatrale viva, grandiosa, un colossal”. Uno spettacolo unico, un appuntamento da non perdere.
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