ORVIETO – La Riserva Mondiale della Biosfera Unesco del Monte Peglia, è stata istituita a seguito dell’iniziativa di privati cittadini e premiata dall’Unesco per il suo modello indipendente, e il significato di tale riconoscimento è stato al centro dell’ intensa giornata di dibattito che ieri, martedì 29 gennaio, ha richiamato nei comuni di San Venanzo ed Orvieto autorevoli esponenti delle istituzioni e del mondo della ricerca scientifica e tecnologica, a partire da Jonathan Baker, Capo dell’unità scientifica dell’Unesco presso la Sede Italiana di Venezia, ma anche studenti e cittadini.
La giornata di riflessione promossa dall’Associazione Monte Peglia per Unesco – Riserva della Biosfera Unesco del Monte Peglia è iniziativa il mattino presso il Palazzo Comunale di San Venanzo per approfondire il senso della Riserva della Biosfera Unesco del Monte Peglia “Bene Comune” e volano di sviluppo per l’Umbria per l’Italia e per l’Europa, alla presenza degli insegnanti e studenti dell’Istituto comprensivo di San Venanzo unitamente ad alcune classi di scuola primaria del II circolo Ammeto-Marsciano.
In occasione della visita del dottor Baker, proprio gli studenti hanno prodotto ed illustrato due importanti studi: il cortometraggio realizzato sul territorio dei vulcani di San Venanzo e l’indagine realizzata dai ragazzi sulla consapevolezza della comunità locale di far parte di una rete mondiale di eccellenze territoriali insignite dall’UNESCO, dopo che nel luglio del 2018 è avvenuta l’ufficializzazione proclamazione dell’area del Monte Peglia come “Riserva Uomo e Biosfera UNESCO”.
Gli alunni della Scuola secondaria di I grado di San Venanzo, infatti, hanno intervistato familiari, amici e conoscenti, attraverso un questionario che ha messo in luce i dubbi, e soprattutto le aspettative e le speranze di poter trovare nella Riserva una risorsa importante per la popolazione.
La presentazione dei dati statistici ricavati dall’indagine ha aperto un interessante dibattito fra i ragazzi e i promotori dell’iniziativa, che hanno apprezzato e commentato positivamente il coinvolgimento della popolazione, la quale ripone per il territorio speranze di sviluppo e risorse che possano valorizzare le peculiarità che derivano dalla positiva convivenza tra uomini e aree naturali ricche di biodiversità, come avviene nella Riserva Uomo e Biosfera UNESCO del Monte Peglia.
All’incontro hanno portato il proprio contributo il sindaco di San Venanzo, Marsilio Marinelli, la dirigente scolastica prof.ssa Elvira Baldini, il presidente del comitato promotore Monte Peglia per Unesco, avvocato Francesco Paola che, al termine hanno parlato di “Un bel momento che ha consentito di misurare il notevole impegno dei ragazzi nella ricerca sulla realtà ambientale del territorio del Peglia permettendo di verificare la loro consapevolezza nell’essere parte di un progetto certamente ambizioso che è poi destinato alle generazioni di giovani di oggi e di domani chiamati a lavorare per dare un futuro in termini di sviluppo sostenibile al proprio territorio contro lo spopolamento delle aree interne montane”.
Nel pomeriggio, la discussione è proseguita nella Sala Consiliare del Comune di Orvieto con il convegno pubblico sulle potenzialità derivanti dal riconoscimento del Monte Peglia Riserva Mondiale della Biosfera Unesco, quale importante tentativo per edificare modelli di governo e di innovazione a tutela e sviluppo del territorio della Regione e dell’Italia, alla presenza di Autorità civili e militari.
L’incontro, aperto dal suono degli inni nazionali di Francia e Italia, è stato moderato dall’avvocato Francesco Paola, presidente dell’Associazione Monte Peglia per Unesco – Riserva della Biosfera Unesco del Monte Peglia il quale ha ringraziato tutti i soggetti qualificati che hanno aderito al progetto sottolineando che “Il progetto serve a creare delle consapevolezze evolute. Non abbiamo certezze assolute ma sicuramente quella di sperimentare modelli che possano aiutare il nostro Paese e l’Unione Europea ad uscire dalla crisi. Non siamo certi che il nostro sia lo sforzo più giusto, ma dobbiamo fare qualcosa per invertire una tendenza, grazie al confronto con le Istituzionali nazionali e internazionali. La Riserva Monte Peglia è un ‘bene comune’ intenso nell’accezione dei modelli cooperativi che consentano uno sviluppo a tutti i territori delle aree interne nazionali ed europee aiutando lo sviluppo economico e la coesione civile. A questo fine sono numerosi i rapporti che sono stati stipulati e che sono ulteriormente in fase di definizione”.
Della Riserva della Biosfera Unesco del Monte Peglia e le strategie delle Aree Interne ha poi riferito il sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani affermando che “la Riserva si collega alla Strategia di Area Interna e consente di portare avanti una serie di innovazioni su un territorio vasto composto da ben 20 Comuni, attraverso lo strumento importante della cooperazione che è stata realizzata in questi anni da tutti i Sindaci e che ha prodotto, ad esempio, realtà come la ‘Funzione Associata di Protezione Civile’ che oggi conta 350 volontari. Con la collaborazione abbiamo sperimentato che si possono dare servizi migliori ai cittadini. In questo contesto ben si integra la visione strategica dell’Associazione Monte Peglia per Unesco – Riserva della Biosfera Unesco del Monte Peglia. La consapevolezza di essere stati per decenni territori marginali è oggi la forza per invertire la tendenza ed è il collante per le nostre comunità chiamate a dialogare insieme. Il riconoscimento MAB Unesco è già segno di visibilità forte a livello mondiale. L’appello che facciamo alla collaborazione pubblico-privato tra istituzioni, associazioni imprenditoriali e operatori economici del territorio è fondamentale anche in vista del prossimo Forum Mondiale Unesco sulla cultura e le industrie culturali legate al Cibo. L’auspicio è di giungere rapidamente a progetti ed opportunità di lavoro per i nostri territori. A tale proposito nei prossimi giorni affronteremo il nuovo piano di sviluppo dei progetti della Riserva”.
“Sono moltissime le sinergie progettuali tra il CNR componente del Comitato Scientifico e la Riserva della Biosfera del Monte Peglia – ha sottolineato dal canto suo il prof. Carlo Calfapietra del Consiglio Nazionale delle Ricerche – CNR – IRET e Direttore dell’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri con sede a Porano. “Questa collaborazione dal punto di vista scientifico è molto stimolante per potenziare e lanciare nuove progettualità a scala regionale, nazionale e internazionale. Ho seguito nel tempo il percorso di nascita della Riserva della Biosfera del Monte Peglia apprezzandone gli esiti con il riconoscimento MAB Unesco e confermo l’interesse del CNR ed anche dell’Università della Tuscia da cui provengo, per coinvolgere tutti i portatori di interesse sulla materia”.
Ad illustrare le progettualità in corso e gli sviluppi di esse nel contesto della Riserva MAB Unesco del Monte Peglia è stato invece il prof. Marco Lauteri ricercatore del CNR del Porano. “Le priorità di ricerca per la Riserva dell’Uomo e della Biosfera MAB UNESCO del Monte Peglia – ha detto – riguardano l’uso del territorio dei 20 Comuni di Area Interna che verrebbe ad essere coperto dalla Riserva. Una superficie totale di 155.20 ettari. Nel 1955 nel territorio di San Venanzo la superficie boschiva era il ‘petrolio’ dell’economia locale; oggi la situazione riflette un bosco più rigoglioso. Nel 1955 la superficie coltivata era pari a 29.74 ettari cioè il 19% e la superficie a pascolo era di 77.12 ettari corrispondente al 50% dell’area. Nel 2018 la superficie coltivata è stata di 5.54 ettari pari al 4% dell’area.
Le priorità di Ricerca e di Trasferimento di Innovazione nel contesto socioecologico della Riserva sono quindi: il grande problema dell’abbandono del territorio e della perdita del presidio antropico: perdita di funzioni ecosistemiche con il degrado dei sistemi agro-silvo-pastorali. Quindi, spopolamento e degradoquale binomio indissolubile che affligge le aree di maginalità.
Lo stimolo alle reti sociali del territorio nel vasto campo dell’Agricoltura Sociale ed Inclusiva è un impegno prioritario per ricostruire il presidio antropico della Riserva”.
“Molteplici sono le tematiche scientifiche – ha aggiunto – di cui 3 sono prioritarie: 1) Le invasioni di specie ‘aliene’ ed il rischio di erosione della biodiversità endemica della riserva. Ad esempio l’invasione dell’ailanto, albero del sud-est asiatico che si sta arrampicando con il cambiamento climatico sulle falde del Peglia; 2) Le implicazioni socio-ecologiche di una grande risorsa naturale: i tartufi spontanei del Monte Peglia con i loro benefici ecologici e socio-economici; 3) I sistemi rurali emblematici della riserva: la fascia degli oliveti tradizionali. Sono questi i portabandiera dei valori estetici ed agroalimentari del paesaggio Monte Peglia, afflitti dall’abbandono e dagli alti costi di recupero e manutenzione. Prodotto bandiera del territorio: olio extravergine di oliva di un territorio ad alto grado di naturalità, scenario eletto per un Bio Distretto, uno strumento di auto-organizzazione ritenuto organismo essenziale per coordinare la rete degli attori sul territorio. Sono anche in fase di valutazione iniziative volte al recupero del potenziale mellifero nell’area di Riserva. E’ importante, infine, la costituzione di un Centro Studi sulle Crisi ed Emergenze Climatiche”.
A proposito della collaborazione tra la Provincia Autonoma di Bolzano e l’Associazione Monte Peglia per Unesco definita con un protocollo, l’arch. Adriano Oggiano ha richiamato la regolamentazione in vigore dal 2019 sugli insediamenti urbanistici non ancora autorizzati sul territorio della provincia di Bolzano tendente a non autorizzare espansioni proprio in virtù dei modelli di sostenibilità.
“La motivazione che ha spinto la Provincia di Bolzano a collaborare con la realtà del Monte Peglia – ha affermato – è innanzitutto quella dell’interesse verso una modalità di governo ‘dal basso’ che, contrariamente al modello di autonomia che caratterizza l’Alto Adige, centralistico e non inclusivo, tende invece alla responsabilizzazione della popolazione. La realtà del Monte Peglia è completamente diversa dal nostro modello. La nostra cultura, più teutonica, è sembrata il miglior modo per fare politica nel senso di governo della polis, ma ci siamo accorti che esiste la possibilità di fare rete tra le aree protette e se guardiamo la collocazione delle Riserve Mab Unesco esistenti Oltralpe, allora vediamo che le sinergie sono tante e possibili con gli enti di ricerca, e vanno dalle biodiversità, all’efficientamento energetico e valorizzazione delle fonti alternative e molto altro. L’esperienza del sito Unesco Dolomiti mette insieme saperi e popoli che parlano la stessa lingua seppure con sfumature diverse. E’ soprattutto un incontro di lingue e di genti emigrate in questi luoghi dove hanno trovato inclusione. Cosa che sicuramente potrà avvenire per la Riserva MAB Unesco del Peglia”.
Il convegno è stato anche l’occasione per parlare delle attività dedicate ai prodotti tipici e di qualità intorno alla Riserva, che potranno costituire una rilevante opportunità in vista della prossima 4^ edizione del Forum Mondiale Unesco sulla cultura e industrie culturali legate al Cibo in agenda dal 21 al 22 marzo 2019 a Parma, vetrina internazionale per la promozione complessiva della Regione Umbria e delle eccellenze locali intorno alla Riserva.
Proprio sulle eccellenze dell’impresa locale e la Riserva della Biosfera Unesco del Comprensorio del Peglia, il sindaco di Ficulle, Gianluigi Maravalle ha sostenuto che “La Riserva MAB Unesco Monte Peglia potrà farsi catalizzatore nelle sedi internazionali per gli aspetti delle coltivazioni e antropologici. Il riconoscimento MAB Unesco al Monte Peglia non è una medaglia ma una straordinaria bicicletta con cui pedalare per realizzare azioni e consapevolezza dei cittadini chiamati a partecipare quotidianamente alla realizzazione concreta di questa opportunità che ha grandi potenzialità. MAB Unesco mette al centro il rapporto tra l’uomo e il pianeta. Di qui il valore dell’impresa italiana che è per sua natura piccola ma che ha tante potenzialità da esprimere solo grazie a sistemi in grado di sostenerli. La sfida è dunque quella di diventare un vero Sistema di collaborazione Territoriale per dare al nostro territorio di già straordinaria eccellenza e ricco di prodotti di straordinaria qualità, la forza di emergere sui mercati internazionali. Il MAB Unesco è un programma multidisciplinare per cui l’apporto delle Amministrazioni Pubbliche e dei privati impone un approccio molto serio, il riferimento è alle privatizzazioni. In definitiva, dobbiamo tenere presenti tre parole-chiave: internazionalizzazione, territorio, servizi per rendere fruibile e disponibile questa realtà”.
Altri contributi al dibattito sono giunti da alcuni rappresentanti delle attività produttive di San Venanzo i quali, convinti che produttività e tutela dell’ambiente devono camminare parallelamente e pronti a sostenere il progetto MAB Unesco per il Peglia, hanno portato la propria esperienza di scelte di vita e di lavoro e testimoniato come il progetto è un esempio di forza, di capacità, di unione, di libertà e di eccellenza per la valorizzazione del territorio. Anche la delegata del neo Comitato Giovani Unesco Umbria ha puntualizzato che la Riserva deve essere un punto di riferimento per la collettività e per la scuola sia a livello regionale che nazionale mentre il rappresentante del Consorzio Interuniversitario CURSA per la ricerca socio-economica e ambientale con il quale recentemente l’Associazione Monte Peglia per Unesco – Riserva della Biosfera Unesco del Monte Peglia ha sottoscritto un Protocollo d’Intesa per l’impegno dei giovani, ha evidenziato il ruolo fondamentale degli attori nel raggiungimento degli obiettivi e l’importanza che l’Associazione si attivi per creare ulteriori sinergie con il mondo scientifico universitario.
Concludendo il dibattito il dott. Jonathan Baker Head of Science Unit dell’Unesco presso la Sede in Italia di Venezia ha richiamato l’importanza delle riflessioni prodotte in materia di diritto internazionale precisando poi il quadro normativo di riferimento del MAB che pone al centro un piano di azioni concrete.
“Unesco – ha precisato – intende portare avanti modelli di sviluppo sostenibile per raggiungere obiettivi di governance su scala locale e mondiale puntando a modelli di governance indipendenti. Incoraggia quindi le strutture di gestione implementate attraverso apporti partecipativi. Un ruolo importante è poi quello svolto dalle autorità locali che devono essere convinte dell’importanza dello sviluppo sostenibile e devono adoperarsi per questo obiettivo”.
“Sono felice di poter dire che dalla Riserva MAB Unesco Monte Peglia giunge una valida indicazione di governance – ha concluso – come indicato nel piano di gestione della Riserva, il turismo, le produzioni di eccellenza come l’olio, il vino, i tartufi sono un buon punto di partenza per creare le condizioni dello sviluppo sostenibile. Unesco intende incoraggiare la produzione e la promozione di esse così come la ricerca scientifica congiunta. La rete mondiale supporterà l’attività della Riserva MAB Unesco fornendo supporto e collaborazione”.
L’avvocato Francesco Paola dal canto suo ha sottolineato che il progetto si caratterizza su un bel territorio che vuole accompagnare i modelli di governance assegnati all’Agenzia Regionale Forestale con modelli concorrenti assegnati all’associazione Monte Peglia, il cui Comitato Promotore si è connotato per essere un modello aperto, di qui la collaborazione e cooperazione con operatori e stakeholders del territorio. “Ciò che conta sono le sinergie e chi fa i collegamenti. C’è necessità di sperimentare e creare modelli di democrazia ed economia. Le ‘Comunità della Riserva’ vanno in questa direzione, vi possono partecipare studenti, produttori, cittadini che si impegnano ciascuno nel fare il proprio dovere. La Riserva ha molte ricadute concrete facendo diventare questo luogo atipico in luogo di approfondimento concettuale di valenza internazionale. Tra le proposte c’è la creazione di un Centro Studi sulle trasformazioni climatiche. Inoltre, si sta creando un interessante approfondimento legato ai ‘Modelli sostenibili’ nel diritto internazionale e le sinergie possibili di cui si occupa il Consigliere Dr. Daniele Cenci, Magistrato presso la Corte di Cassazione della Repubblica italiana. Vogliamo poi creare il ‘Giardino dei Giusti’. L’odierna riflessione aggiunge dunque ulteriori spunti per avviare una inversione rispetto al ruolo svolto dalla politica intesa in senso tradizionale”.
(Fonte: Comune di Orvieto)