ORVIETO – Nella prima edizione di Inspiring Fifty Italia, Katia Sagrafena si aggiudica il posto tra le 50 donne più influenti e ispiratrici di un modello femminile che si afferma nel mondo del Tech nazionale e internazionale.
Un risultato d’eccellenza, a prescindere dall’immagine o dalla popolarità. Un esempio da seguire e non solo per le ragazze e i ragazzi che cercano una carriera nel mondo della tecnologia. Ma per tutti coloro che credono che le donne con il loro impegno possano essere valore aggiunto e fare la differenza, anche in quei contesti dove ancora manca di mettere al comando professioniste e in cui viene troppo spesso preferito il pubblico maschile.
Katia Sagrafena 51 anni, cofondatrice e direttrice generale di Vetrya S.p.A, romana di nascita orvietana di adozione, fin da bambina nutre una passione per i numeri e i codici della scrittura informatica. Inizia giovanissima la sua carriera spinta da questa passione e dalla curiosità per quel mondo che guarda al futuro. Poco più che diciasettenne impara a scrivere le prime righe di codice su un Commodore e sceglie uno degli ambiti che negli ultimi 30 anni hanno visto maggiormente scandire le principali innovazioni: il mondo Hi-Tech. In questo contesto si muove e lavora. La laurea arriverà più tardi studiando la notte, perché nel frattempo sceglie di diventare madre con la convinzione che la maternità non debba mai essere un impedimento alla carriera di una donna. Anzi nella sua Azienda porta avanti politiche di conciliazione dei tempi lavoro-famiglia, perché la maternità non precluda mai alle donne la possibilità di crescita professionale. Nel 2010 fonda Vetrya, insieme al marito Luca Tomassini, e nel 2016 l’azienda viene quotata in borsa. Nel novembre 2017 nasce la Fondazione Luca&Katia Tomassini con l’intento di trasferire la cultura dell’innovazione e per stimolare l’autoimprenditorialità dei giovani con percorsi formativi mirati e allo sviluppo di piattaforme concettuali e digitali. Un luogo di incontro, di condivisone, di contaminazione, di competenze ed esperienze per il futuro del nostro Paese.
“Avevo 20 anni quando per la prima volta, in una conferenza, ho sentito parlare di Internet – dichiara Katia Sagrafena – e qualche mese più tardi in ufficio un collega chi ha mostrato come effettuare in Rete delle ricerche. Il primo sito che abbiamo visto? Quello di Playboy. Un esempio emblematico per comprendere come il mondo tecnologico di quegli anni era esclusivamente declinato al maschile. Oggi, seppure ancora lentamente, qualcosa sta cambiando – conclude – e sono convinta che l’innovazione tecnologica declinata al femminile, insieme allo scambio e alla condivisione di cultura siano la migliore garanzia di prosperità e di progresso sociale ed economico”.
Inspiring Fifty – Dopo le varie edizioni che si svolgono nel globo, volute da Janneke Niessen e Joelle Frijters, in questa prima edizione italiana le 50 Inspiring Fifty sono state scelte da una giuria composta da personalità di spicco del mondo imprenditoriale, del business e dell’accademia su oltre 200 candidature. Le nostre donne Inspiring Fifty sono rappresentative di un ampio spettro di specializzazioni: informatica, digital media, e-commerce, aerospazio, astrofisica, bioingegneria, biomedicale, robotica, ingegneria elettronica, telecomunicazioni, user experience design, servizi alle aziende, ingegneria chimica, medicina, farmaceutica, matematica, fino alla filosofia e all’etica, discipline umanistiche che mai come ora sono sempre più legate alle materie STEM. Non si tratta di una competizione, anzi, di un momento particolare di confronto e ripensamento delle modalità con cui le donne riescono o meno, ad affermarsi nel mondo della tecnologia, a vari livelli. Le donne che ispirano innovazione verranno premiate a gennaio presso la Microsoft House di Milano. Tutte le Inspiring Fifty individuate nelle edizioni dei singoli Paesi, tra cui l’Italia, faranno inoltre parte d’ufficio del pool all’interno del quale verranno scelte le nuove Inspiring Fifty europee nel 2019.
Dati – Secondo una ricerca Microsoft, per il 45% delle studentesse italiane è importante avere un modello di riferimento femminile che sia fonte di ispirazione, stimoli l’interesse per le materie scientifiche e le incentivi a continuare il proprio percorso di studi in questo ambito. In Italia ci troviamo di fronte a un paradosso: abbiamo un tasso di disoccupazione giovanile del 30%, e contemporaneamente le aziende faticano a trovare le figure professionali di cui hanno bisogno perché cresce sempre di più il divario tra le competenze realmente disponibili e quelle richieste dal mercato. Nel giro di due anni si creeranno oltre 135.000 posizioni qualificate nell’ICT, ma il rischio è di non riuscire a coprirle.
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